Parma, Guazzo: “So che maglia indosso. Ho giocato 146 minuti, neanche due partite”
Matteo Guazzo, ex attaccante di Salernitana, Como, Virtus Entella ed Alessandria, ora al Parma in Serie D, ha parlato nel post-allenamento di oggi. L’attaccante, senza dubbio di categoria superiore e approdato a Parma per fare la differenza e portare gli emiliani in Lega Pro a suon di reti, sta vivendo un momento di difficoltà che lui stesso analizza ai microfoni della stampa locale. Queste le parole di Matteo Guazzo: “C’è tanta voglia di lasciare questo periodo complicato e particolare alle spalle, ho lavorato bene in queste settimane durante le quali non ho potuto giocare a causa della squalifica. Ho cercato di ritrovare la forma migliore, ora sto bene. Sarebbe stato meglio non prendere la squalifica, ma ha fatto scattare qualcosa dentro di me che mi ha fatto capire tante cose che mi hanno aiutato. Sto bene mentalmente, sereno e tranquillo. Sinceramente non devo dimostrare niente, ne a me stesso ne a nessuno. Ho rabbia dentro di me. Voglio solo dimostrare che sono un giocatore che sa la maglia che indossa e che ha voglia di far bene. Questa è la rabbia che è scattata dentro di me, ho voglia di far gol perché è un po’ di tempo che non trovo la rete. Sull’espulsione ho sbagliato, ci ho messo del mio e so di aver sbagliato, nonostante mi abbiano istigato. Dagli errori si impara, anche se si ha una certa età ed esperienza. Ho imparato che devo stare anche io zitto ogni tanto. La prossima gara a Rovigo è importante, pensiamo partita per partita. I campionati si decidono più avanti”.
“Non ho detto che per me quest’anno non conta, che non interessa, mi sarò espresso male: volevo dire che, avendo giocato e vinto tra i professionisti, per me conta portare il Parma in Lega Pro e vincere qui anche il prossimo anno. Per questo ho scelto questa piazza, malgrado la categoria. La Serie D è un passaggio che dobbiamo fare tutti. Sento cose di mercato, ma ho fatto 146 minuti. Non sono neanche due partite. Non ho avuto neanche la possibilità di esprimermi, di essere giudicato. Anche in passato la gente si aspettava tanto da me, quando sento certe cose mi faccio una risata. Lo so anche io che devo tanto e devo far bene, però ho bisogno di continuità, di giocare, di ambientarmi. Non è che arrivando dalla Serie B o dalla C1 è facile fare la differenza in Interregionale, anzi alcuni giocatori fanno meno fatica tra i professionisti che in D. Io spero solo di avere maggiore spazio, come ho sempre avuto in carriera e di segnare gol importanti in partite decisive”.
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