Lazio, le lacrime di Biglia e un centrocampo inerme
Quinta vittoria consecutiva dei bianconeri, ennesima sconfitta laziale condita dal gestaccio di Lotito ai tifosi e dalle lacrime di Biglia, capitano della Lazio amato, criticato e a volte incompreso. Anche ieri sera l’argentino ha risentito della negativa prestazione del gruppo faticando a dare un’impronta decisa e visibile all’assente manovra di gioco della sua squadra. Individualmente il suo match, guardando i numeri, non è stato poi così negativo con una percentuale di passaggi riusciti del 94% sui 91 effettuati, infatti ‘abilità tecnica del numero 20 non è stata mai messa in discussione, ma un regista ovviamente non si valuta in base al numero dei passaggi o dei tiri effettuati, bensì su quali giocate e quali atteggiamenti porta in campo. Due stagioni fa il centrocampo laziale provò a reggersi sulle spalle di Ledesma e Biglia, un esperimento che però fallì abbastanza presto battendo il terreno per l’annata successiva. Nel 2014 infatti l’argentino prese le redini della squadra, in tutto e per tutto, impostando la manovra di gioco con verticalizzazioni rapide, precise ed imprevedibili, aggiungendo a tutto ciò un numero consistente di inserimenti offensivi e di movimenti difensivi imprescindibili ed utilissimi. Cosa cambia però nella sconfortante e disastrosa stagione corrente?
Lo scorso anno il 4-3-3 era il modulo cardine di Pioli, con Biglia, Parolo e Cataldi/Lulic a comporre la mediana biancoceleste. L’ex Parma e il bosniaco erano particolarmente importanti in fase d’attacco dove avevano il compito di inserirsi continuamente per aumentare le giocate possibili al momento della conclusione in porta. Ne sono infatti la dimostrazione i ben 11 gol in 44 presenze per Parolo, giocatore chiave per il raggiungimento della terza posizione a fine campionato. A partire dalla nuova stagione però il tecnico della Lazio non ha mai trovato continuità né nella formazione titolare né nella scelta del modulo, provando di volta in volta anche il 4-2-3-1 (già utilizzato con Mauri lo scorso anno) e il 3-4-3, disastroso soprattutto in fase difensiva. In estate è arrivato anche un nuovo acquisto, Sergej Milinkovic-Savic, giovane di prospettiva molto duttile e che può coprire più ruoli ma Nonostante ciò il gioco è sempre realmente mancato. A questo si aggiungono anche soluzioni inspiegabili come la titolarità di Eddy Onazi, ignorato per tutto il 2015 (e non solo) e caduto di nuovo nel dimenticatoio. Il nigeriano non porta qualità alla squadra, ma tanta quantità e ha di fatto trasformato il centrocampo a due con Biglia e Parolo arretrati e Milinkovic dietro le punte. Il serbo però, come evidenziato da Pioli in alcune conferenze, fatica a rientrare e crea così un “buco” fra trequarti e centrocampo, tutto spazio a disposizione degli avversari. Le alternative Candreva e Anderson sono evidentemente fuori forma e svogliate e Cataldi fatica a trovare spazio nonostante i tanti problemi.
Chiudiamo con un breve appunto sulla difesa, senza De Vrij e guidata da Mauricio e Gentiletti. Siamo sicuri che in serie B o in Primavera non ci siano elementi maggiormente validi e di prospettiva in grado di integrarsi e lavorare meglio?