In Trentino è vietato il transito alle auto, si gioca a calcio
In un’epoca di divieti, mancate autorizzazioni e riduzione della propria libertà, a Lutago, comune in Valle Aurinana, valle della provincia autonoma di Bolzano in Trentino-Alto Adige , si può giocare a calcio in strada. Il sindato Helmut Gebhard Klammer ha deciso di concedere una possibilità ai ragazzi che passano le giornate a giocare a calcio nella piazza centrale vicino alla scuola del paese. La decisione è arrivata dopo attente valutazioni come dichiarato dal sindaco: “Abbiamo fatto una valutazione semplice considerando anche il fatto che lì c’è una scuola e i bambini possono anche uscire per la ricreazione. Ma poi i ragazzi del paese si ritrovano per giocare a palla e per la viabilità generale quella piazza non è fondamentale e quindi non crea gravi problemi alla circolazione”.
Il transito delle auto in quella zona è vietato in modo permanente e a tempo indeterminato, con l’unica deroga riguardanti i residenti che dovranno parcheggiare il veicolo nei rispettivi garage.
L’intento del primo cittadino di Lutago è chiaro, come confermato nelle breve dichiarazioni rilasciate “Meglio che i ragazzi possano giocare al sicuro senza dover schivare le auto in transito. Così abbiamo messo in sicurezza la zona con il divieto di passaggio a tutti i veicoli a motore, tranne quelli dei residenti per ovvi motivi”. La decisione del comune di Lutago si contrappone all’iniziativa di qualche anno fa del sindaco di Bitetto, nella città metropolitana di Bari. L’ex primo cittadino aveva emanato un’ordinanza che vietata la possibilità di giocare a calcio perché poteva recare danni al patrimonio pubblico e alla serenità dei cittadini. La notizia della singolare ordinanza suscitò diverse contestazioni, tra gli altri anche quella di Antonio Cassano che scrisse una lettera al Corriere della Sera: “Io per strada sono diventato quello che sono oggi. Per un bambino, giocare a pallone in strada o al parco è una cosa assolutamente necessaria. I bambini devono poter esprimere quelli che sono i loro talenti. E per di più non fanno niente di male, si divertono e basta. Lasciateli giocare!”.