La Roma povera e operaia alza il fortino al San Paolo

Eduardo Barone
14/12/2015

La Roma povera e operaia alza il fortino al San Paolo

Pjanic

Napoli-Roma 0-0, al San Paolo arriva un pareggio a reti bianche. Higuain e Insigne stoppati dalla difesa ad oltranza dei giallorossi, che in attacco hanno creato poco o niente di rilevante.

Un paziente convalescente contro un uomo nel pieno del vigore ma forse non nella sua giornata migliore. Questi, in sintesi, i personaggi di Roma e Napoli che ieri si sono sfidati in un match che ha regalato tanti sussulti, palpitazioni, emozioni ma zero gol. Un pareggio a reti bianche, il secondo consecutivo per la Roma, ma che ha molto più valore (morale, non economico) di quello precedente. Una Roma povera ma operaia, con un Garcia che ha saputo capire il momento di seria difficoltà della squadra riorganizzando la squadra e limitando i danni. Il tecnico francese esce da questa settimana di fuoco, dove si giocava la panchina, né soddisfatto né completamente deluso. La Roma è rimasta a galla, ma non si è ancora rialzata.

PRO – Ieri la difesa ha dato ottimi segnali, come mai ne aveva dati in questa stagione. Encomiabile la prestazione di Rudiger, uno dei nuovi acquisti sabatiniani più criticati. La sua presenza costante come un’ombra su Higuain (così come Koulibaly ha fatto con Dzeko) ha tolto al Napoli un prezioso punto di riferimento. Ad affiancarlo il solito Manolas e dei terzini molto bassi per l’occasione. Garcia non ha voluto forzare, ha capito che più di questo la squadra non può dare in questo momento. De Rossi è stato il difensore aggiunto, schermo frangiflutti delle minacce avversarie. Una grossa mano è arrivata anche da Szczesny, apparso molto sicuro ed autore di due-tre parate di importanza fondamentale.

CONTRO – I dolori sono nella fase offensiva. Eccetto l’azione del gol annullato a De Rossi e qualche altra timida proposizione, la creazione offensiva giallorossa è come il deserto sahariano: il nulla. Nessun tiro nello specchio (alla Roma non succedeva dal 2008, contro la Juve) e pochissima presenza nell’area avversaria, come certificano le statistiche del match. Dzeko vaga nel deserto senza supporto, Salah non al meglio della condizione e Falque in mood difensivo per contenere gli assalti di Ghoulam in sovrapposizione con Insigne. La Roma butta alle ortiche una marea di ripartenze con degli improbabili lancioni lunghi in direzione del nulla. I giallorossi hanno rinunciato a creare gioco e così non va bene.

La sensazione però è che, come detto prima, la Roma vive un grosso momento di sfiducia e stanchezza che generano carenza di idee e poca brillantezza. Servono qualche ricambio e idee fresche per ripartire contro lo Spezia in Coppa Italia e Genoa nell’ultimo match di campionato dell’anno. E’ necessaria una scossa insomma, anche perché ora la Roma è quinta in classifica (prima volta nell’era Garcia), scavalcata dalla Juventus e a meno 7 punti dall’Inter capolista.