Buffon: “La Juventus più forte? Quella di Lippi del 2002-03”

Buffon: “La Juventus più forte? Quella di Lippi del 2002-03”

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Gianluigi Buffon, numero uno della Juventus e della Nazionale italiana, ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni de “La Gazzetta dello Sport”. Ecco le sue dichiarazioni:

CARRIERA – “La gioia enorme dell’esordio in Serie A, il coronamento di un sogno. Poi, naturalmente, la vittoria mondiale nel 2006. Infine, la perseveranza, l’ostinazione e la determinazione che ancora oggi mi permettono di resistere ad alti livelli”

CAMBIAMENTI – “Diciamo che rispetto a 7-8 anni fa oggi curo maggiormente l’alimentazione. Niente sacrifici particolari però, solo più attenzione”

ADDIO AL CALCIO – “Vorrei lasciare a testa alta, è l’impegno di una vita: quello di poter guardare dritto negli occhi chi mi sta davanti. E vorrei uscire facendo il giusto rumore, senza esagerare nelle celebrazioni. I 40 anni in campo e il prossimo Mondiale sono i miei ultimi obiettivi da giocatore”

NAZIONALE MIGLIORE – “Quella del 2002 era eccezionale dal punto di vista tecnico. Nel 2006 trovammo invece uno spirito di gruppo unico: moralmente fu una squadra inarrivabile. Negli ultimi anni ho rivisto un senso di appartenenza importante”

LA JUVE PIU’ FORTE – “Penso alla squadra di Lippi del 2002-03, con la finale di Champions persa ai rigori: gioco e organizzazione. A livello di rosa, titolari e ricambi, il biennio di Capello. Poi non trascurerei il carattere e la continuità delle ultime stagioni con Conte e con Allegri”.

DONNARUMMA – “Sta facendo cose grandiose anche solo per il fatto che non si è impaurito o impressionato nel fronteggiare uno stadio come San Siro: la maglia del Milan pesa, eccome. Oltre a personalità e serenità, ha importanti doti tecniche e fisiche: è reattivo, plastico. Ma la cosa che mi piace di più è che stiamo parlando di un ragazzo per bene, molto posato, cose fondamentali per fare carriera. Sì, ha una bella presenza, ha la faccia giusta. E dico bravi anche ai media: lo state aiutando a crescere gradualmente, senza troppe e inutili pressioni. Vedo giudizi intelligenti, misurati, è così che si fa con i giovanissimi”

DOPO LA SCONFITTA COL SASSUOLO – “Secondo me era l’ultima occasione per rimetterci in carreggiata. Si rischiava di finire risucchiati definitivamente nell’oblio. Io ho pochissimi anni davanti a me, quindi non ho voglia di sprecare tempo e di vivere periodi cupi, senza obiettivi. E’ stata fondamentale la risposta di tutto lo spogliatoio, da chi era appena arrivato a chi vive Vinovo da tanti anni. E penso che anche il mister abbia avuto un ruolo decisivo: ha saputo toccare i tasti giusti per portarci a rendere al meglio”.

RIMONTA – “A me piace la matematica, amo i numeri, e quella sera feci due conti che mi regalarono speranze. Ne parlai solo con i dirigenti, proprio per evitare che nello spogliatoio non si percepisse la gravità della situazione: per vincere lo scudetto o entrare in Champions — dissi — ci servono 25 successi, noi siamo a tre, dunque dobbiamo vincere 22 volte in 28 gare, e per fallire sei partite dovremmo proprio impegnarci… La cosa mi sembrava fattibile e oggi siamo già lì davanti a lottare per lo scudetto”.

SAN SIRO – “Secondo me lo 0-0 di Milano è stato erroneamente interpretato come un buon risultato per l’Inter e per chi ci stava davanti. In realtà, se quel giorno avessimo perso sarebbe stata la pietra tombale dal punto di vista psicologico. I nerazzurri potevano schiacciarci, non l’hanno fatto. Fu una buona Juventus e mi resi conto che con la testa giusta e ogni cosa al proprio posto saremmo ancora stati un osso duro per tutti”

ROMA – “Se vinciamo li mandiamo a dieci punti: sarebbe fondamentale, perché parliamo di una squadra pericolosa, temibile. Più lontana è la Roma, meglio stiamo noi”

FAVORITA- “Lo dicevano anche quando eravamo più lontani in classifica, e mi veniva da sorridere. Bello e gratificante constatare quanto rispetto e timore sappiamo incutere, ma credo che a un certo punto del campionato tutto fosse nelle mani delle nostre rivali. Nessuno ha avuto la forza di chiudere subito i conti con noi, nessuno ha saputo allungare come la Juve degli anni scorsi. Credo che in caso di scudetto bianconero saranno in molti a doversi mangiare le mani. Detto questo, la strada è lunga e i giochi restano aperti”

TOTTI – “Solo tanto affetto. Magari un pizzico di malinconia ci sarà ripensando agli anni trascorsi insieme nelle nazionali giovanili, quando eravamo pieni di sogni. Anni meravigliosi»

NAPOLI O INTER – “Sono sullo stesso livello, a maggior ragione in un campionato tanto equilibrato, con la testa della classifica che cambia quasi ogni domenica. L’Inter è senza coppe, cosa che incide tantissimo nell’economia di un campionato. Il Napoli è squadra rodata, ha una fase offensiva fra le migliori in Europa e grazie all’ottimo Sarri ha ora grandi certezze anche in difesa. Il Napoli è da titolo.