Jorge Martinez: ‘El Malaka’ che incantò Catania e illuse Torino
Il campionato di Serie A negli ultimi dieci anni ha aperto in modo massiccio all’approdo da formazioni straniere di un gran numero di giovani calciatori. Non è però tutto oro quello che luccica: in molti si sono rivelati ottimi affari, prelevati a costi contenuti ed esplosi ad alti livelli fino anche a divenire utilissima merce di plusvalenza come dimostrano per esempio gli ottimi affari del presidente palermitano Zamparini capace di portare in Sicilia e successivamente valorizzare e vendere elementi come Cavani, Pastore o Dybala. Come detto però non tutti i giovani giunti dall’estero nelle ultime annate si sono poi rivelati investimenti propriamente azzeccati. Uno di questi è sicuramente l’uruguayano Jorge Martinez che a onor del vero aveva iniziato alla grande con il Catania, ma quando c’è stato da fare il salto di qualità approdando alla corte della ‘Vecchia Signora’ si è sciolto come neve al sole e con lui la sua carriera. Ma andiamo con ordine ripercorrendo dal principio la storia del ‘Malaka’.
EL MALAKA – Partiamo proprio dal soprannome che l’uruguayano si porta dietro sin dai sui primi passi in terra sudamericana. ‘El Malaka’, è un simpatico nickname ricevuto in dono dallo zio Jorge Barrios, anch’egli ex calciatore e allenatore, che deriva dal greco e mette in luce la pazzia e il genio dell’esterno classe ’83. Martinez muove i suoi primi passi da calciatore nel Montevideo Wanderers con il quale dopo aver svolto la trafila delle giovanili esordisce nella massima divisione uruguayana nel 2001 in seguito alla promozione dalla seconda divisione del club bianconero. Le prime prestazioni e le prime reti contribuiscono a far conoscere anche nelle zone più nobili d’Uruguay il nome del Malaka che ben presto finisce nel mirino del Nacional di Montevideo, team più prestigioso e titolato del Paese. Con indosso la casacca della ‘Tricolores’ inizia il suo percorso di maturazione condito da un buon numero di reti e le prime prestazioni oltre confine con la Copa Libertadores il tutto accompagnato dal suo primo titolo in carriera: nel 2006 vince infatti il campionato uruguayano con il Nacional.
ILLUSIONE SICILIANA – Giunti a questo punto e all’età di 24 anni il momento del grande salto sembra finalmente giunto per il giovane Jorge, ora pronto per la sua prima avventura europea. A portarlo in Europa e più precisamente in Italia nel 2007 è il Catania dell’accoppiata Pulvirenti-Lo Monaco che lo preleva dal Nacional e lo affida alle cure in panchina di Silvio Baldini prima e Walter Zenga poi. Esordisce da subentrante nel settembre dello stesso anno prima di timbrare anche il cartellino una manciata di gare dopo regalando ai suoi il successo. Al ‘Massimino’ El Malaka comincia a farsi amare grazie alle sue serpentine e alle sue accelerazioni in fascia, gioia per gli occhi dei tifosi e grattacapo autentico per le retroguardie avversarie. La stagione d’esordio si chiude come meglio non poteva con 36 presenze e 9 reti totali tra coppa e campionato. Tocca però l’apice della sua avventura etnea nell’ultimo turno di quella stessa stagione: il Catania lotta per salvarsi ed ha un disperato bisogno di punti; in Sicilia arriva però la Roma a caccia dello scudetto. Vucinic porta in vantaggio i giallorossi, ma è proprio Martinez a rimettere le cose a posto nel finale con il gran goal del pareggio che permette ai biancazzurri di ottenere la salvezza proprio di un punto sull’Empoli. El Malaka si gode così il suo magic moment e procede spedito nel suo processo di crescita per altre due annate ricce di goal, assist e soddisfazione con il Catania fino ad ottenere la prestigiosa chiamata della Juventus.
L’INIZIO DELLA FINE – Nel giugno 2010 l’ex Nacional sbarca a Torino per la cifra importante di 12 milioni di euro. Un biglietto da visita che ancora oggi i tifosi bianconeri stentano a giustificare. L’esperienza torinese che sarebbe dovuta essere il punto massimo della sua carriera nonché trampolino di lancio per il seguito si rivelerà invece il colpo di grazia per la sua maturazione. A Torino di fatto gioca una sola annata anche se ancora oggi Martinez è sotto contratto con il club del presidente Agnelli. Le prestazioni della squadra in quella stagione non lo aiutano e Jorge finisce ben presto per diventare un lontanissimo parente del calciatore ammirato in Sicilia, chiudendo con 20 presenze totali tra coppe e campionato condite da zero reti. Il settimo posto in classifica dei bianconeri, il rendimento scadente del calciatore e i troppi infortuni spingono la dirigenza verso un rinnovamento che porta alla pronta cessione in prestito del Malaka che giocherà l’annata seguente a Cesena, in Serie A. Anche qui poche partite, tanti acciacchi e nessun goal.
CHI L’HA VISTO? – La carriera dell’uruguayano prende una piega ormai irrimediabile e dopo la seconda stagione flop consecutiva è costretto ancora a cambiare aria. Questa volta la formula del prestito lo porta in Romania nella stagione più enigmatica della sua vita. Con il Cluji scompare completamente dai radar non disputando neanche un minuto in tutta l’annata complici difficoltà di ambientamento e gli immancabili infortuni che da qualche anno ormai lo perseguitano. Archiviata l’esperienza esotica Martinez fa ancora ritorno a Torino per scoprire la sua nuova destinazione. Questa volta si muove in automobile e arriva a Novara dove tornerà finalmente a vedere il campo, seppur per soli 28 minuti in un playout di Serie B dei piemontesi. Nell’agosto del 2014 l’Uruguayano si muove ancora una volta in prestito, volando in Brasile a cercare fortune con la casacca della Juventud. Intanto però la Juventus attua la mossa che non ti aspetti e rinnova il contratto del Malaka fin al giugno 2016 con una decurtazione dell’ingaggio del calciatore al solo scopo di spalmare il suo costo complessivo su più stagioni ed evitare una minuslvalenza eccessiva, diminuendo i costi di ammortamento. Intanto però in Brasile Jorge torna finalmente al goal dopo 5 anni di astinenza nel marzo del 2015, ritrovando un accenno di sorriso. Ad oggi Jorge Martinez è ancora un calciatore della Juventud dopo il prolungamento del prestito per un’altra stagione da parte della Juventus, forse un pochino più felice ma sicuramente consapevole di aver perso il treno più importante della sua vita.