Victor Valdes, a volte è meglio non regnare all’Inferno

Victor Valdes, a volte è meglio non regnare all’Inferno

Victor Valdes

Dopo quasi due anni da incubo, Victor Valdes lascia il Manchester United per cercare nuova fortuna nel più modesto Standard Liegi. L’errore, però, è stato fatto in partenza…

Secondo alcuni la tracotanza, molto spesso, oltre che al narcisismo si allega volentieri ad una certa dose di fretta, già di base cattiva consigliera e molto spesso problema aggiuntivo da risolvere durante complessità più grandi. Non ci sogneremmo mai di sostenere un peccato di hybris da parte di Victor Valdes, che tutto sommato forse voleva solo prendere di petto lo specchio e lanciare una sfida a sé stesso: “posso farcela anche lontano da qui”. A Barcellona lo specchio è ancora integro. Invece, del talentuoso portiere che anni fa rubò il posto al glorioso Rustu per affermarsi negli anni a venire, non sembra esserci più alcuna traccia.

In tal senso, l’approdo dello spagnolo allo Standard Liegi potrà dare risposte incoraggianti: in un campionato e in una squadra senza troppe pressioni, lontano dai tanti rumori dei campionati top di tutta l’Europa, Valdes potrebbe tornare l’estremo difensore moderno e risoluto di un tempo. La scelta del Belgio come patria della rinascita non sembra così sconcertante: certo, a livello di blasone tutto è andato calando, ma la tranquillità potrebbe soltanto giovare al nativo di L’Hospitalet de Llobregat. Fondamentale per l’ex portiere della Roja dimenticare gli ultimi anni da incubo trascorsi al Manchester United: tra infortuni costanti e un Van Gaal che mai l’ha preso realmente in considerazione, Valdes si è trovato a gestire una situazione inattesa e forse più grande di lui, troppo poco preparato al mondo esterno dopo il Paradiso ovattato della Masia e del Camp Nou. Un passato blaugrana che, inevitabilmente, genera domande frequenti.

La principale, e più banale: perché andarsene? Avevamo provato a trovare risposta già qualche mese fa, ma forse nemmeno Valdes è ben conscio della stranezza di una scelta che, di fatto, nel giro di poco tempo gli si è irrimediabilmente ritorta contro. La saggezza sta anche nel capire quando arriva il momento di superare i propri limiti, di cercare nuove esperienze: quel momento forse per Valdes non è mai arrivato, con il portiere spagnolo che ha finito per confondere uno spiffero di vento per un uragano di cambiamento, prendendo fischi per fiaschi. Ora, nel punto più basso della carriera, Valdes dovrà almeno cercare di rialzare la testa. E magari, ripensandoci, converrà con noi sul fatto che, molto spesso, può essere decisamente meglio servire in Paradiso piuttosto che regnare all’Inferno.