La triste storia di Rafael, imbrigliato nella rete di una porta che ormai non è più sua
Per uno che di mestiere fa il portiere non sarà il massimo restare imbrigliati in rete, soprattutto se quella della propria porta, magari dopo un gol incassato: Rafael de Andrade Bittencourt Pinheiro, o più semplicemente Rafael, imbrigliato ci è rimasto, ma nella rete dei suoi ricordi, quella che lo lega alla sua Verona. E il portiere un gol l’ha incassato, forse il più pesante da subire. Il colosso brasiliano è ormai diventato di troppo, un peso, da qualche tempo un separato in casa. Quella casa che ha sempre difeso, ultimo baluardo da abbattere prima di lasciar passare qualsiasi ospite indesiderato: porta sbarrata, blindata a doppia mandata. “Non si passa, c’è Rafael”. Da otto stagioni e mezzo ormai, a difesa del suo Verona. Ora, però, qualcosa è cambiato.
Nato a San Paolo, dopo aver trascorso diversi anni in Brasile e aver esordito nel ’99 con la maglia del C. A. Juventus nel campionato statale Paulista, Rafael viene prelevato dal Santos: con i Peixe cinque stagioni e solo 8 partite, prima di scendere di nuovo di categoria e passare al Sao Bento. Nel 2007 però arriva l’Hellas, i veronesi sono appena retrocessi e ripartono dalla Serie C. Il brasiliano gioca da titolare per buona parte della stagione, un’annata negativa per gli scaligeri che si salvano nello scontro play-out contro la Pro Patria. Nelle seguenti due esperienze tra i pali del Verona il portiere classe ’82 alterna grandi prestazioni e parate feline ad errori di posizionamento e incertezza nelle uscite, ma il ragazzo è ancora giovane e può migliorare. Così accadrà infatti. Nel 2010/11, con Mandorlini in panchina, Rafael conquista la promozione in Serie B vincendo i play-off e rendendosi protagonista di una stagione esaltante: sempre nel mirino delle critiche, il portiere reagisce palesando maturità e crescita esponenziale, coronando la sua speciale annata con quattro spettacolari prestazioni nelle gare dei play-off. La Serie B è del Verona e Rafael la sua vigile sentinella. Dopo il primo anno in cadetteria, nel 2011/12, conquista il quarto posto in classifica, ma esce sconfitto dalla semifinale play-off contro il Varese. Alla fine di quella stagione fu eletto miglior portiere della Serie B, una piccola vittoria dopo la cocente delusione per il mancato approdo in finale: per lui tanti progressi, i mugugni che si trasformano in applausi e la Serie A che lo aspetta. Infatti, dopo aver toccato le 200 presenze con la maglia dell’Hellas e dopo aver subito solo 29 gol in 40 gare, nel 2013 arriva il secondo posto e la promozione in massima serie dopo 11 anni per l’Hellas.
Il Verona è tutto suo, la rete è sempre più sgombra da palloni e lui, in quella porta, è diventato sempre più libero di esprimere il suo grande valore. L’esordio in Serie A arriva nell’agosto del 2013 contro il Milan, nemmeno risente dell’impatto con la nuova categoria, confermando il suo valore anche in massima serie: grande reattività tra i pali, crescita costante, serietà e amore incondizionato per la sua Verona. Chiuderà la stagione con 37 partite e 63 reti incassate, più di quante ne abbia mai subite fino a quel momento, ma risulta comunque il portiere col maggior numero di parate effettuate. Dopo il decimo posto e il buon impatto nella prima annata in A, nella scorsa stagione il Verona si piazza tredicesimo in un anno molto più impegnativo, anche per lo stesso Rafael. Prima gli infortuni, poi qualche panchina di troppo e infine un pacchetto difensivo che non l’ha supportato a dovere avrebbero potuto frenare il portiere, ma il brasiliano ha sempre risposto alla grande: conferma la buona stagione vissuta l’anno precedente, para tre rigori contro Juventus, Fiorentina e Torino e raggiunge le 300 presenze con la maglia dell’Hellas, che lo fanno entrare di diritto nella storia dei gialloblù. Verona è sua, come la sua porta, ma quest’anno qualcosa si è rotto.
Le voci di mercato sempre più insistenti, il giovane Gollini che scalpita alle sue spalle e qualche problema di troppo che destabilizza il brasiliano portano Rafael a diverse esclusioni dall’undici titolare. La prima panchina arriva contro l’Atalanta alla 4/a giornata, poi alla 10/a contro la Fiorentina, fino al fattaccio di Frosinone: al 19′ minuto, dopo aver raccolto la palla in presa, colpisce con una gomitata Paganini. Espulsione, calcio di rigore e 3 giornate di squalifica (poi ridotte a 2). Il brasiliano perde la testa e anche il posto da titolare, sarà la sua ultima gara con il Verona. Rafael resta imbrigliato nella rete di una porta che non è più sua, Pierluigi Gollini lo sostituirà nel pomeriggio di Frosinone e non lascerà più il suo posto. A dire il vero aveva già esordito contro l’Atalanta, poi di nuovo nella sconfitta di Firenze e infine l’ingresso in campo al Matusa. Da quel giorno il nuovo tecnico Delneri lo schiera sempre in campo: prima contro l’Empoli, poi nell’emozionante esordio al San Siro contro il Milan, poi ancora contro Sassuolo, Juventus, Palermo e Roma.
E pensare che “Gollo” nelle giovanili della Spal giocava da difensore centrale, prima di cambiare ruolo a 11 anni. La scelta è quella giusta, il portierino nel 2010 passa alla Fiorentina prima di essere prelevato dal Manchester United nel 2011: in Inghilterra resta due anni e tre mesi, si allena con Paul Pogba e vive un sogno, prima di rientrare in Italia. E’ il Verona a puntare su di lui. Nella scorsa annata Gollini parte come terzo portiere, ma a causa degli infortuni di Rafael e Benussi fa il suo esordio in A nel settembre del 2014 contro il Genoa, poi si ripete contro la Roma. A soli 19 anni Gollini vive l’ennesimo sogno, ma non è finita qui: a febbraio partecipa al Torneo di Viareggio con la Primavera scaligera e viene premiato come miglior portiere della manifestazione, dopo aver mantenuto la sua rete inviolata per 450 minuti ed essere stato decisivo ai calci di rigore. Quest’anno parte come secondo portiere, da qualche giornata è diventato titolare e probabilmente lo sarà ancora per diverso tempo. Gollini ha la fiducia di mister Delneri e un arduo compito: quello di salvarsi con il Verona, di ben figurare e stupire ancora, senza far rimpiangere Rafael. Andrà via, probabilmente destinazione Cagliari, quella vigile sentinella brasiliana che ha fatto la storia della sua Verona, ma che è rimasta imbrigliata nella rete di una porta che ormai non è più sua: Rafael lascia Verona, andando via dalla porta principale. La sua.