L’Arte di vincere del Midtjylland, gli “scartati” che batterono il Manchester United

L’Arte di vincere del Midtjylland, gli “scartati” che batterono il Manchester United

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Da sempre la cinematografia ha cercato di portare sul grande schermo grandi storie di sport. Le fortune sono state alterne, alcune davvero troppo inverosimili, altre decisamente apprezzabili. Capita, e non avviene raramente, che la realtà riesce a superare la stessa arte o lo stesso estro di un regista o di un attore. Succede che una storia riesca a intrecciarsi così bene e a trasmettere così tanto che probabilmente in un film non sarebbe accettata come credibile.

Voi riuscireste a credere ad una storia in cui una squadra fondata da un falegname e un rivenditore di macchine batte il club più ricco del mondo?

UNA FUSIONE DECENNALE – Beh, se non ci credete allora chiudete l’articolo, passate oltre, perché qui vi stiamo raccontando esattamente questa storia, che inizia nel 1999 e termina il 18 febbraio del 2016, proprio ieri sera. I protagonisti sono Johnny Rune e Steen Hessel, rispettivamente un falegname e un rivenditore autorizzato Mercedes Benz. Un giorno ebbero la buona idea di fondere in unico club due squadre profondamente rivali, che però storicamente non avevano mai avuto grandi risultati. Dopo quasi 10 anni di trattative, il 6 aprile del 1999 l’Ikast FS e l’Herning Fremad danno vita al FC Midtjylland. La squadra riesce ad iscriversi subito nella 1. Division, non proprio dello stesso livello tecnico ma formalmente l’equivalente della nostra Serie B. La stagione è subito da record: 78 gol fatti, 17 subiti, 76 punti a referto, primato ancora imbattuto per la divisione e, di conseguenza, arriva la promozione in Superligaen.

LA MENTE BRILLANTE – Le prime stagioni sono molto incoraggianti per una squadra nata solo qualche mese prima: buoni piazzamenti, anche qualche finale di Coppa Nazionale, ma contrastare lo strapotere di società affermate come Brøndby o Copenaghen sembra un’impresa impossibile. Ed è questo punto che entra in scena il personaggio che cambierà per sempre la storia del Midtjylland e, perché no, potrebbe cambiare anche quella del calcio in generale. Lui è Rasmus Ankersen, ha solo 33 anni ma la sua vita equivale probabilmente a 3 delle nostre. Ex grande promessa e capitano del Midtjylland under 19, è costretto per un grave infortunio ad abbandonare i sogni di gloria da calciatore. Il viaggio sarà il tema centrale della sua vita, grazie al quale riesce a pubblicare “Gold Mine Effect”, libro best-seller che lo consacra come uno degli scrittori più giovani e promettenti del globo.  Nel frattempo fa anche da consulente per piccole aziende locali come Lego, Ikea o Facebook, ma per lui non è un lavoro a tempo pieno.

Rasmus Ankersen ospite ad una convetion in Portagallo nel 2015
Rasmus Ankersen ospite ad una convention in Portogallo nel 2015

THE REAL MONEYBALL – La sua ‘Mission’ o credo, come volete, è riuscire a trovare attraverso l’algebra e la statistica il giocatore perfetto da inserire in un determinato collettivo. I pensieri balzano subito al cinema, un film come Moneyball non si dimentica facilmente. La storia è molto simile a quella del Mitjylland e per chi non la conoscesse ancora (perdonateci lo spoiler) ve la sintetizziamo in breve. La pellicola è tratta fedelmente dalla storia di Billy Beane, interpretato da un fantastico Brad Pitt, ex giocatore di baseball e general manager degli Oakland Athletics. Nella stagione 2001 della Major League di Baseball, dopo aver ricevuto fortissimi tagli al budget per la campagna acquisti, Beane riuscì a costruire una compagine capace di vincere 20 partite di fila, cosa mai accaduta nel baseball americano, con una squadra di “scartati”, ma che in quell’insieme e in quel contesto risultavano perfetti per il ruolo che dovevano svolgere.

L’INCONTRO – Una storia del genere, per quanto vera, rapportata ad uno sport come il calcio sembrerebbe irripetibile ma non ditelo a Rasmus Ankersen.  L’incontro con il genio di Matthew Benham, un londinese capace di mettere insieme una fortuna grazie alla scommesse sportive, gli permetterà di sperimentare il metodo statistico-matematico con il piccolo Brentford, società acquisita da Benham, in cui Ankersen assume il ruolo di direttore generale.

LA STAGIONE PERFETTA – Nell’estate del 2014 hanno la brillante idea di investire nel Midtjylland, proprio la piccola società danese in cui Ankersen era cresciuto calcisticamente. Con il suo Rationalising Randomness, costruisce una squadra in cui, per esempio, il mediano è tale Tim Sparv, pescato con il suo personalissimo database in Germania al Greuther Furth. Non vince mai un tackle, non segna, non fa assist, ma per quel collettivo è il giocatore perfetto da inserire. Il “Modello”, vale a dire la somma di algoritmi, rilevamenti, incroci, statistiche, ha deciso così. Insieme ad altre individualità come Pione Sisto, prodotto della cantera del club, il Midtjylland vince al primo colpo il campionato segnando qualcosa come 64 gol in 33 partite. Il Copenaghen, secondo, si fermerà a 40.

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Il Midtjylland è campione di Danimarca per la prima volta nella sua storia

I RED DEVILS – Nella stagione 2015/2016 affronta per la prima volta le coppe europee da Campione di Danimarca in carica. Le traversata non è di quelle placide e tranquille, nel girone ne prendono 9 in due partite dal Napoli di Higuain, ma grazie al “Modello” e al metodo di Ankersen la qualificazione al turno successivo si materializza. L’avversario per i sedicesimi è il peggiore che potesse capitare, il Manchester United di Louis Van Gaal, una squadra che solo l’estate scorsa ha speso qualcosa come 140 mln di euro per puntare alla Premier League. Il Midtjylland ha investito quest’estate, per rinforzare la squadra campione nella passata stagione, meno di 4 mln di euro. Ma il metodo di Ankersen non conosce limiti e ieri, davanti agli 11mila del MCH Arena, gli “scartati” del Midtjylland hanno battuto per 2-1 il Manchester United.

“Believe it or not” come dicono in America, che ci crediate o meno, questa è la vera storia del FC Midtjylland, una squadra danese nata meno di 20 anni che una sera di febbraio ha battuto il club più ricco del mondo, e di Rasmus Ankersen, il visionario che voleva cambiare le regole del calcio.