Hallfredsson si confessa: “Squali, vini e colpi di sole”

Hallfredsson si confessa: “Squali, vini e colpi di sole”

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Il centrocampista islandese Emil Hallfredsson si confessa a La Gazzetta Dello Sport: tra vini, caldo eccessivo e una nuotata con gli squali.

Emil Hallfredsson ha recentemente cambiato squadra nel mercato di gennaio: dopo tanti anni al Verona, l’islandese si è accasato all’Udinese per cercare di portare i friulani alla salvezza, quest’anno più complicata del previsto. Centrocampista con buone doti, con un percorso che avevamo approfondito tempo fa, Hallfredsson ha rilasciato una bella intervista a La Gazzetta Dello Sport parlando dei suoi trascorsi in Italia e dell’impresa fatta con l’Islanda nell’ambito delle qualificazioni all’Europeo. Proprio in tal senso, il calciatore si lancia in una promessa singolare in caso di risultati scintillanti della sua Nazionale.

Ecco tutte le parole di Hallfredsson: “Se ho notato con gli squali?  Non è vero. In Islanda c’è una specie di parco acquatico in cui è possibile provarci, ma io non l’ho mai fatto e non ho mai avuto voglia di farlo. Però è vero che l’ho detto e non so neppure io perché. Mah… Avevo 23 anni ed ero appena arrivato in Italia e mi è venuto di dire questa stupidaggine. Islanda?  Io andavo a scuola alle 7 del mattino ed era buio, uscivo alle 14 ed era buio. Per qualcuno può essere deprimente, ma io non mi ci trovo male. Quando sono arrivato da voi non avevo mai bevuto alcool in tutta la vita, non mi piace neppure la birra; adesso invece sono diventato un appassionato e persino un importatore di vino italiano in Islanda. So che Ferguson apprezza il genere, così se mi capitasse d’incontrarlo gli regalerei un “La Poja”, rosso di Allegrini. Sono convinto che gli piacerebbe. È meglio dell’Amarone. Adesso che sono a Udine devo scoprire i vini friulani. Sono due i momenti negativi della mia carriera. Il primo quando perdemmo gli spareggi con la Croazia per andare al Mondiale. Ma fu brutto anche vivere la seconda stagione con la Reggina, cambiavano tanti allenatori e non mi facevano mai giocare. La mia esperienza in Calabria non fu positiva per un insieme di cose. Innanzitutto il sole. Non avevo mai giocato fuori dall’Islanda e da noi in estate al massimo ci sono 20 gradi. In Calabria si andava in campo anche con 40 e mi venivano i colpi di sole, diventavo tutto rosso e qualche volta mi sentivo male. Se le cose calcisticamente fossero andate bene adesso avrei un ricordo migliore, però anche per la mentalità non ero a mio agio, tant’è che ad un certo punto dissi al mio agente: ‘Via da questo Paese, magari andiamo anche in Serie B però qui non ci voglio più stare’. E così passai al Burnsley, nella Seconda serie inglese, ma non fu una buona idea. Così tornai e andai a Verona, scoprendo un’altra realtà, un’altra Italia. Abbiamo da affrontare Portogallo, Austria e Ungheria e possiamo essere la sorpresa del girone, ma non dobbiamo mollare neanche per un minuto. Vogliamo soprattutto divertirci. Hai visto mai che, se passiamo, incontriamo l’Italia? Era il mio sogno trovarla nella prima fase. Per noi sarebbe dura perché non vi vedo punti deboli, ma a studiarvi penserà il nostro allenatore. Se arriviamo in semifinale, stavolta la nuotata con gli squali la faccio davvero! Dopo 6 anni è stata dura lasciare Verona. Ho iniziato con loro dalla Lega Pro e siamo arrivati fino alla Serie A. Verona è la mia seconda casa, ma al Chievo non sarei mai passato, piuttosto tornavo in Islanda. Toni e Di Natale? Sono campioni, gente che ha qualcosa più degli altri”.