La Roma delle sette meraviglie, con Salah bestia…viola
Roma-Fiorentina 4-1. All’Olimpico arriva il settimo sigillo giallorosso. Una doppietta di Salah e i gol di El Shaarawy e Perotti stendono la Viola, a cui nulla serve il rigore trasformato da Ilicic. Ora gli uomini di Spalletti sono terzi in solitaria e si muovono sotto le mura del secondo posto difeso dal Napoli.
La gara vera, quella giocata sul piano tecnico-tattico, ieri si è vista per 30 minuti e poco più. La partita si è chiusa anticipatamente, ancora prima del 3-0 di Perotti e nonostante il rigore di Ilicic che ha accorciato momentaneamente le distanze.
TUTTI AL POSTO GIUSTO – Con questa sfida e quella di Empoli si è capito che Spalletti ha trovato la giusta veste per questa Roma. Perotti falso nueve, Salah e El Shaarawy terribili folletti sulle fasce, Nainggolan a svariare sulla trequarti con un mobile Pjanic e il roccioso Keita, sono l’abito appositamente cucito su misura in queste settimane dal tecnico di Certaldo. Il modulo è mascherato e non tollera una vera e propria identificazione numerica: può essere 4-3-1-2, 4-3-3 o 4-4-2 che dir si voglia ma la sostanza rimane la stessa. E’ vero. Sulla carta probabilmente sarebbe Pjanic il trequartista e Nainggolan il mediano, ma la collocazione che Spalletti ha trovato al bosniaco e al belga è in realtà una sintesi perfetta delle due fazioni. Infatti i due al momento di iniziare la azione si scambiano e Pjanic sale molto a ridosso della trequarti avversaria (come si può vedere dal primo gol, innescato dal passaggio filtrante dell’ex Lione per Salah). Anche in questo caso quindi il mister toscano ha trovato un assetto tattico difficilmente migliorabile.
LA VIOLA PERDE I PEZZI – La Fiorentina, non proprio in serata fortunata (anche alcuni errori arbitrali pesano sul risultato finale), perde a partita in corso Borja Valero e Vecino, palleggiatori fondamentali per il gioco e per l’equilibrio della formazione di Sousa. Senza di loro, i giallorossi intascano facilmente le chiavi del centrocampo e sfondano da tutte le parti. Male la difesa e pure l’attacco, che poco crea di minaccioso verso la porta romanista.
LE FRECCE MOMO E ELSHA – Questa Roma al momento può fare a meno di Dzeko. Anche se il bomber bosniaco è in netta ripresa, il meccanismo è ben oliato e ormai che la conferma di questo assetto sembra essere la scelta migliore (infortuni o defezioni varie permettendo). Salah ed El Shaarawy si certificano come rinascimenti dell’era spallettiana. Entrambi fanno molto male agli avversari nelle ripartenze e sono molto preziosi nel puntare l’uomo e creare superiorità numerica. In particolare, l’egiziano quando vede viola colpisce sempre. Dopo il goal dell’andata ecco una doppietta che porta a 12 il suo score complessivo stagionale (di cui 11 in Serie A). L’esterno offensivo ex Chelsea non è mai stato così prolifico in carriera ed ha ancora ampi margini di miglioramento. Così come El Shaarawy, al quinto sigillo in poco più di un mese di permanenza nella Capitale. Spazio e applausi pure per il capitano Francesco Totti, che dispensa nella quindicina di minuti a lui riservati, qualche perla del suo calcio, tra cui un velenoso tiro su punizione che per poco non fa venire giù gli spalti dell’Olimpico.
WHAT A PLEASURE MR PRESIDENT – Se la ride anche James Pallotta. Il presidente giallorosso, che ieri gironzolava tra la tribuna d’onore e la pancia dello stadio, si è più volte detto soddisfatto dell’operato di mister Spalletti. Pesa tanto la scelta di non aver esonerato prima Garcia (subito dopo la debacle con lo Spezia, precisamente), non tanto come segno punitivo per il non compianto francese, quanto per evitare quello che si è concretizzato ancor di più ieri sera: l’avido rimpianto di non avere più punti in classifica e non poter giocarsela per il primo posto. D’altronde però accontentarsi ora è d’obbligo. Rimanere in Champions anche la prossima stagione sarebbe la maniera migliore per “consolarsi”.