Evra: “In passato non abbiamo rispettato questa maglia, il quinto scudetto ce l’ho sempre in testa”

Evra: “In passato non abbiamo rispettato questa maglia, il quinto scudetto ce l’ho sempre in testa”

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Ancora un successo pesante nella corsa al quinto scudetto consecutivo per la Juventus di Max Allegri. Trascinati dai gol inaspettati di Barzagli e Lemina, i bianconeri mantengono così 3 lunghezze di vantaggio sul Napoli vittorioso ieri sera nel match con il Chievo. Grande protagonista della gara, è stato ancora una volta Patrice Evra, uno dei leader indiscussi dello spogliatoio, capace di dare la scossa giusta a tutto il gruppo dopo il k.o. subito a Sassuolo nel girone d’andata.

Ai microfoni di Sky Sport nell’immediato dopo partita, il difensore francese ha voluto ribadire i meriti della Juventus, fissando ancora una volta l’obiettivo stagionale (lo scudetto appunto), spendendo parole di elogio per il campionato italiano tanto criticato all’estero. “In passato non abbiamo rispettato tanto questa maglia. Dopo Empoli avevo detto che la vera Juventus sarebbe stata quella capace di vincere almeno dieci partite di fila, l’abbiamo fatto ma il difficile inizia adesso dove tutte le partite sono come finali. Non mi sorprende vedere Mandzukic impegnarsi in ripiegamenti difensivi, perchè questo è il nostro Dna. Non possiamo sbagliare, il quinto scudetto di fila ce l’ho sempre in testa”.

A chi gli fa notare che negli ultimi dieci anni in Italia lo scudetto è stato vinto per nove volte dalla squadra con la miglior difesa, mentre in Inghilterra in otto occasioni è andato alla squadra con il miglior attacco, Evra (per anni colonna del Manchester United) risponde così. “Vorrei innanzitutto rispondere alla gente che critica tanto il calcio italiano, sperando che questi vengano a giocare qui…Quando sono arrivato ricordo Tevez che mi disse che per fare un gol ci volevano 100 occasioni, perchè difendono tutti molto bene. A 34 anni sto ancora imparando, in Inghilterra il calcio è più un gioco, come due boxer che se le danno e chi è più stanco cade. Qui se non sei bravo tatticamente, non puoi giocare; serve intelligenza, rispetto al talento. Ringrazio l’Italia perchè mi ha accolto a 17 anni e dopo 17 anni sono ancora qua”.