Afghanistan, l’hijab per la prima volta nelle nuove divise della Nazionale femminile

Micaela Catalano
09/03/2016

Afghanistan, l’hijab per la prima volta nelle nuove divise della Nazionale femminile

hummel x Afghanistan

Il giorno dopo le celebrazioni per la festa della donna, cos’è rimasto nel pensiero di chi ancora considera le donne inferiori agli uomini? Gli avvenimenti di ogni giorno in giro per il mondo, ci insegnano come la strada da fare sia ancora lunghissima nei confronti del sesso femminile, troppo spesso violentato e umiliato, maltrattato e vessato dalle leggi di culture che ancora non consentono alle donne di godere degli stessi diritti concessi agli uomini. La L’Afghanistan, paese dove per decenni le ragazze hanno dovuto lottare per giocare a calcio, la Federazione Calcio Afghana e il marchio sportivo danese Hummel hanno approfittato dell’8 marzo per presentare la nuova divisa della nazionale di calcio femminile.

L’innovativo kit, creato appositamente da Hummel per le donne, include per la prima volta un hijab che faciliterà le prestazioni delle giocatrici afghane, permettendo di competere con le squadre internazionali di tutto il mondo. Cambiare il mondo attraverso lo sport rappresenta l’obiettivo principale dell’azienda danese, stavolta attraverso la loro abilità nel mondo del calcio. Coraggio, forza e determinazione mostrate dalle giocatrici afghane che potranno rappresentare un potente simbolo di speranza per le donne nel mondo nella lotta alle schiaccianti disparità ancora presenti. Per creare e sviluppare la nuovissima maglia, ci si è affidati all’ex capitano della nazionale femminile dell’Afghanistan, Khalida Popal, tra le donne più influenti della sua generazione nel paese; consulente Hummel e della stessa Federazione, la Popal conosce alla perfezione il significato che deriva dall’indossare questo rivoluzionario kit.

“Per un paese come l’Afghanistan, indossare l’uniforme nazionale, è una sorta di potere, uno strumento per dare sicurezza interiore a una donna. Il calcio mi ha dato un’identità. Io sono la persona che il calcio ha creato. Fa male quando non essere nel mio paese, però sono felice, sto ancora facendo il mio lavoro e non mi sono mai arresa. Questo è quello che conta. Nessuno dovrebbe abbandonare i proprio sogni. Se interiormente sente che ciò che sta facendo è giusto, basta continuare”.

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