L’Olympiacos tra i rifugiati: cibo, vestiti e palloni per i profughi del Pireo

Dario Marotta
18/03/2016

L’Olympiacos tra i rifugiati: cibo, vestiti e palloni per i profughi del Pireo

jimenez

Le tende al porto del Pireo, il disagio e la speranze dei rifugiati, costretti a vivere in condizioni poco dignitose, per usare un eufemismo. La Grecia vive il suo dramma e il calcio si adopera per rendere meno amaro il quotidiano delle persone meno fortunate. Un plauso va all’Olympiacos che, con cadenza quasi quotidiana, organizza iniziative a favore dei rifugiati: vestiti per i meno abbienti, pasti caldi e parrucchieri a domicilio. Ieri sera, due grossi camion bianchi hanno raggiunto la tendopoli: c’erano, tra gli altri, il vicepresidente Theorosidis e il forte attaccante Dominguez. Tutti si sono adoperati per distribuire felpe, tute e palloni. Un paio di calciatori si sono intrattenuti con i ragazzini in visibilio offrendo loro la possibilità di scambiare qualche passaggio con gli idoli di sempre. Un’esperienza bella e non sporadica, inserita all’interno di un progetto di grandissima valenza sociale, sostenuto da presidenti e calciatori.

La lodevole iniziativa ha offerto uno spunto di riflessione anche al portiere dell’Olympiacos, Roberto Jimenez Gago che attraverso facebook e twitter ha raccontato le emozioni della sua serata speciale, a stretto contatto con i rifugiati del Pireo: “Dovremmo renderci conto di quanto siamo fortunati. Sono molto orgoglioso della mia società che cerca di aiutare ogni giorno, per quanto possibile, le persone meno fortunate. Gente che subisce conseguenze pesanti senza avere alcuna responsabilità”. Pensieri ed azioni che agevolano la diffusione del messaggio, che spingono chi di dovere ad intervenire per risolvere la questione. Il Mondo del calcio, in Grecia, non è nuovo ad iniziative di questo tipo, basti pensare alla protesta dei calciatori dell’Ael e dell’Acharnaikos che, qualche mese fa, decisero di interrompere la partita sedendosi al centro del campo per protestare per le troppe morti di migranti nel Mar Egeo. Segnali di grande sensibilità che contribuiscono a rendere noto il volto umano del calcio.