Diamanti: “Il trasferimento in Cina salvò il Bologna”
Alessandro Diamanti confessa il perché della cessione in Cina da parte del Bologna: quei soldi, a quanto pare, furono utilissimi alla società.
Non ha ancora trovato la forma migliore Alessandro Diamanti dal suo ritorno in Italia. Con l’Atalanta, per adesso, nessun gol e poche giocate da ricordare. Il trequartista toscano, però, dovrà svegliarsi presto per cercare di trascinare la squadra verso una salvezza che sembrava tranquilla ma che si sta complicando giornata dopo giornata.
Lo stesso Diamanti ha rilasciato un’intervista a La Gazzetta Dello Sport e ha raccontato della sua esperienza in Cina “Sono un giramondo ma qui sto bene e vorrei restare. Ho faticato un po’ all’inizio per trovare la condizione, ora sono prontissimo. Fino a dicembre 2016 sono del Guangzhou e il futuro non lo decido da solo: tocca a me convincere l’Atalanta a riscattarmi. Quando Lippi è andato via il Guangzhou ha dato a Scolari un progetto basato su giocatori brasiliani. Non rientravo più nei programmi e ho iniziato a girare. Lavezzi e Gervinho hanno solo anticipato ciò che presto sarà normale: la grande corsa per giocare in Cina. Il torneo è già a un buon livello e salirà ancora quando verrà cancellato il limite dei 4 stranieri in campo. L’impatto era stato buono sia per me sia per la famiglia. Ho visitato tanti Paesi. Non rinnego nulla. E non erano partitelle tra sprovveduti: si corre tanto, i cinesi li immaginiamo come piccoli e scarsi. Macché… Sono tecnici e ben messi fisicamente. Ho vinto un campionato e giocato la Champions asiatica. Gli unici problemi sono il clima e le trasferte lunghe”.
Diamanti è ritornato in Italia dopo l’addio al Bologna e spiega perché è arrivata quella decisione: “A Bergamo ero già stato ai tempi dell’AlbinoLeffe. Qui mi sono integrato subito nello spogliatoio. Penso di poter dare tanto. Ho casa a Bologna e ho vissuto tre stagioni indimenticabili. L’istantanea più bella all’Olimpico, nel settembre 2012, con la Roma perdevamo 2-0 a fine primo tempo e poi ribaltammo il risultato anche con un mio gol: al ritorno trovammo una marea di tifosi ad aspettarci. Il trasferimento in Cina in pratica fu la salvezza della società: gli stipendi non arrivavano da 4 mesi, i conti furono sistemati e in qualche modo si evitò che Bologna fallisse come altre realtà. E credo che questo abbia anche contribuito a far sì che successivamente altri imprenditori puntassero sul club. Domani sarà una battaglia ma non abbiamo alternative. Ci serve una vittoria”