Morata, l’arma in più per il finale di stagione

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Su quanto sia stimato Alvaro Morata dall’ambiente juventino, nessuno aveva mai avuto dubbi. L’attaccante spagnolo ha vissuto quest’anno una stagione travagliata, piena di alti (non molti) e bassi (parecchi). Eppure, il popolo dei tifosi, la società, i compagni, non hanno mai smesso di mostrargli la loro vicinanza. E lui, tutto ad un tratto, si è svegliato.

Morata è ancora molto giovane, appena un ’92, ma ha cominciato a calcare il prestigioso campo del “Santiago Bernabeu” sin dal 2010. Quando passa alla Juve nel 2014 per 20 milioni, molti degli gli addetti ai lavori storcono il naso “perché è giovane e non ha ancora dimostrato granché”. Non la pensa così il suo sponsor principale, Fabio Paratici che insiste con la dirigenza per portare a casa questa trattativa. Inizialmente, gioca poco, poi diventa decisivo per la cavalcata in Champions League della scorsa stagione. Quest’anno sarebbe dovuto essere uno dei pilastri della squadra, tuttavia prestazioni deludenti e un digiuno infinito di gol lo hanno portato a scendere nell’indice di gradimento di Massimiliano Allegri. Ma è notizia di pochi giorni fa la rinascita.

La prestazione strepitosa con il Bayern Monaco (si sprecano ancora i “se Morata fosse rimasto in campo, chissà come sarebbe andata a finire”) ha fatto da incipit a quella di ieri nel derby con il Torino. Alvaro inizialmente si siede in panchina, non una novità in questa stagione. Ma la scelta di far giocare Dybala si rivela troppo affrettata e dopo solo mezz’ora, il talentuoso attaccante argentino è costretto a dare forfait. Tocca quindi a lui. Gioca una gran partita, segna due gol, e ne farebbe anche un terzo se questo non venisse annullato. Morata è partito alla volta della propria nazionale e affronterà fra pochi giorni i suoi tanti compagni bianconeri in amichevole. Anche questo è un segno di quanto sia stimato anche all’interno del clan iberico (“Anche se gioca poco, lo convoco ugualmente”:cosi il ct.Del Bosque). Ma ora, dovrà guadagnarsi la chiamata all’Europeo con un finale da protagonista. Le premesse ci sono: dopo le due ottime partite, potrebbe aver scavalcato Mandzukic nelle gerarche di Allegri. E’ vero che il croato gioca bene, si mette al servizio della squadra e si sacrifica tanto ma dal punto di vista realizzativo spesso e volentieri il suo contributo latita. Non lo stesso si può dire per Morata, che finalmente ha cominciato a carburare. Lui stesso, ha parlato di come la sconfitta col Bayern si sia trasformata da rabbia in carica positiva: “Col Bayern è andata in un certo modo che non è quello giusto, ma il calcio è cosi. Abbiamo giocato bene e sono contento per i gol e per la vittoria della squadra”. Su Morata, ma soprattutto sulla Juventus, aleggia lo spettro della “recompra”, la possibilità per il Real Madrid di riprenderlo a fine stagione per una cifra intorno ai 30 milioni. Non è un mistero che Zidane sia un grande estimatore dello spagnolo e che vorrebbe riportarlo a Madrid per iniziare una sorta di ricostruzione madrilena, ma non ci sono nemmeno dubbi sul fatto che la Juventus si metterà al tavolo per cercare di evitare di perdere il proprio giovane attaccante e cercherà disperatamente di trattenerlo a Torino.

Morata è tornato, la sua presenza sarà fondamentale per il duello a distanza con il Napoli e in occasione della finale di Coppa Italia. Per Allegri, che l’ha sempre stimato, coccolato e anche criticato, si tratta di un’arma in più. Non una qualsiasi, una di grosso calibro.