Roma, niente nona sinfonia ma il terzo posto è saldo

Eduardo Barone
21/03/2016

Roma, niente nona sinfonia ma il terzo posto è saldo

nainggolan-urlo

Nainggolan risponde a Perisic e all’Olimpico la sfida per il terzo posto finisce in pareggio. La Roma conserva il suo vantaggio, ma l’Inter dimostra che potrà lottare fino alla fine per entrare dalla porta principale dell’Europa.

Si interrompe la striscia vincente della Roma di Spalletti, che non suona la nona sinfonia all’Inter di Mancini. I nerazzurri scendono in campo compatti e solidi, difendono bene (Miranda il migliore della retroguardia, eccetto per la sua mano galeotta sul colpo di testa di Dzeko) e ripartono rendendosi spesso pericolosi. Perisic è il dominatore della fascia, imbriglia Florenzi e duetta bene con Brozovic. Come ha evidenziato lo stesso Spalletti, sono troppe le palle perse in fase d’uscita da parte dei giallorossi e questo ha reso la manovra offensiva a singhiozzo. L’entrata di Dzeko ha cambiato il volto al match nonostante il bosniaco sia apparso impacciato e sciupone ed il suo fisico è servito per fare a sportellate con il trittico dei mastini Medel-Murillo-Miranda. E’ da un suo liscio che deriva il gol in stirata di Nainggolan, il migliore dei giallorossi per distacco.

E’ stata una partita bella, combattuta molto a centrocampo, piena di spunti, ritmo e intensità. Il pareggio alla fine è il risultato più giusto, che va a premiare un’Inter più cinica e non dà demerito alla riscossa dei padroni di casa. Stavolta non ha convinto Keita, infatti il maliano, ammonito all’inizio del match, ha fatto sì da schermo alla difesa ma con pochissima mobilità. Questione d’età? Fino ad un certo punto. Anche l’inserimento di De Rossi al suo posto non avrebbe portato così tanto dinamismo, ma forse un collante più stabile tra centrocampo e attacco, questo sì. Perotti falso nueve questa volta non ha funzionato e l’attacco è apparso troppo leggero, infatti non dà punti di riferimento agli avversari ma neanche alla manovra giallorossa. Un altro appunto a Spalletti potrebbero essere le sostituzioni a scoppio ritardato, troppo tardi e sconclusinati. Uno totalmente inutile (De Rossi entrato a fine recupero), l’altro poco comprensibile (Emerson per Digne si può fare, ma perché non cambiare lo stanchissimo Perotti?).

Detto questo però la Roma dimostra ancora di avere acquisito fiducia e personalità, andando a riprendersi il risultato evitando una disfatta che in altri tempi (assai recenti) sarebbe stata deludente prassi. I giallorossi conservano il vantaggio di cinque punti dalle inseguitrici Inter e Fiorentina (i viola hanno pareggiato a Frosinone). Dopo la sosta però l’aspetta una giornata difficile: il derby contro la Lazio.