Abete: “C’è il rischio di giocare alcune gare dell’Europeo a porte chiuse”

Nel giorno triste dei vili attacchi terroristici di Bruxelles che hanno provocato morti (almeno 34) e devastazione nell’animo dei milioni di cittadini europei, ci si interroga su come riuscire a preservare l’incolumità dei cittadini che ogni giorno transitano da luoghi ritenuti sensibili e perciò a rischio attentati, senza per questo sconvolgere la vita degli stessi. Riusciremo a tornare alla normalità?
Colpita a morte nel suo cuore pulsante (nella capitale belga ha sede il Parlamento Europeo), l’Europa si lecca ancora una volta le ferite e guarda con preoccupazione ai prossimi eventi internazionali in programma nei prossimi mesi. Tra questi, ci sono sicuramente gli Europei di calcio in Francia, manifestazione che mobiliterà un numero imprecisato di tifosi e addetti ai lavori provenienti da tutto il mondo e che oggi più che mai sembrano a rischio “porte chiuse”, almeno stando alle dichiarazioni a Radio 24 di Giancarlo Abete, vicepresidente dell’Uefa. “C’è il rischio di giocare alcune gare a porte chiuse durante la manifestazione. L’Italia, tra l’altro, giocherà proprio contro il Belgio: dobbiamo continuare a operare con fiducia e nello stesso tempo con preoccupazione. Il rischio porte chiuse può sempre esistere in una competizione in cui l’evento deve avvenire e non è rinviabile. Le preoccupazioni a livello europeo sono doverose. Anche gli ultimi 2 mondiali, per motivi diversi, sono stati contrassegnati dal rischio di forti tensioni sociali”.
La Nazionale azzurra farà il suo esordio proprio contro il Belgio il 13 giugno a Lione, per poi affrontare Svezia e Irlanda nel girone E. Attualmente la possibilità di disputare alcune gare senza tifosi resta soltanto una possibilità, resa più certamente più concreta dopo quanto accaduto poche ora fa nella capitale belga, a due passi dalla stessa Francia. Giocare in sicurezza e quindi garantire in questo senso anche i tifosi, resta la prerogativa principale, da affrontare anche a costo di decisioni impopolari ma evidentemente necessarie, dettate da eventi tragici che le autorità internazionali non sembrano in grado di evitare.