Rugani sì, Romagnoli no: inutile dividere ciò che il futuro unisce

Rugani sì, Romagnoli no: inutile dividere ciò che il futuro unisce

Rugani Nazionale Italia
Daniele Rugani Italia fonte: vivoazzurro.it

Per sopperire all’infortunio occorso ad Andrea Barzagli durante l’allenamento di ieri, il ct azzurro Antonio Conte ha convocato Daniele Rugani che ha salutato i compagni dell’under 21 di Gigi Di Biagio per aggregarsi a quelli della Nazionale maggiore impegnata nelle amichevoli di preparazione all’Europeo con Spagna e Germania in programma il prossimo 24 e il 29 marzo. La seconda chiamata in assoluto del giovane difensore bianconero (la precedente era datata novembre 2014, ai tempi dell’Empoli) non ha lasciato indifferenti i tanti osservatori che si attendevano semmai quella di Alessio Romagnoli, “gemello” e partner dello stesso Rugani nell’under, difensore titolare nel Milan di Sinisa Mihajlovic.

Dubbi relativi soprattutto alle presenze stagionali e al rendimento dei due giovanissimi che rappresentano al momento il futuro del nostro calcio in un reparto che da anni non riesce a produrre talenti in grado di proseguire la gloriosa tradizione italiana di difensori di livello internazionale. Tra i due, quello più pronto sulla carta, sembrava proprio l’ex pupillo di Maurizio Sarri che proprio durante la scorsa estate aveva provato a più riprese a portarlo con sé a Napoli per proseguire quanto di buono fatto con l’Empoli (sempre presente e mai ammonito); i fatti tuttavia hanno mostrato il contrario, con Romagnoli titolare inamovibile in rossonero e Rugani relegato in panchina dal collaudato trio difensivo bianconero Chiellini-Bonucci-Barzagli. Questione di ambientamento in una realtà completamente diversa da quella della tranquilla provincia toscana, dove “vincere è l’unica cosa che conta” e sbagliare equivale quasi sempre a star fuori ma evidentemente anche di personalità, messa a dura prova dai primi mesi vissuti ai margini. 125’ complessivi tra campionato, Champions League e Coppa Italia fino a fine 2015 per Rugani, mentre Romagnoli saltava per squalifica soltanto il match con il Napoli, restando sempre in campo per 90’, punto fermo della difesa a 4 del Milan.

Col nuovo anno però qualcosa è cambiato per entrambi, sovvertendo le gerarchie prestabilite, regalando possibilità inaspettate a chi stava quasi pensando di andare a cercare continuità altrove e prime panchine per scelta tecnica (con Napoli e Torino) a colui che aveva comprensibilmente staccato la spina, rendendo all’improvviso meno rispetto alle sue grandi potenzialità. Rugani, titolare per tutti i 90′ con Sampdoria, Udinese, Sassuolo e Torino, è cresciuto, integrandosi alla perfezione in meccanismi difensivi a lui sconosciuti e forse poco adatti (non è facile per un giocatore di 1,90 giocare da esterno in una difesa a 3), Romagnoli invece ha assaggiato l’agguerrita concorrenza degli esperti compagni di reparto, salvo riprendersi il posto da due gare a questa parte. Ecco, crediamo che il motivo della convocazione di uno piuttosto che dell’altro, sia proprio qui, nell’abitudine del bianconero a giocare con il modulo preferito dal ct sin dai suoi trascorsi da allenatore della Juventus.

La difesa a 3 è per Conte un comandamento tramandato anche a Coverciano, che vedremo certamente anche in Francia la prossima estate. Dura per Ranocchia e Astori, gli altri due difensori centrali assieme a Rugani, dimostrare di essere pronti in uno schieramento del genere, molto meglio puntare su uno dei giocatori che ha già avuto modo di sperimentare modalità e tempi d’uscita che la delicata posizione richiede. In questo senso, preservare Romagnoli da una probabile e prematura bocciatura, sembra esser stata la decisione più saggia, a patto ovviamente che tale ipotesi venga suffragata dai fatti. Tranquilli però, perché il momento di godersi l’accoppiata difensiva anche in Nazionale maggiore, arriverà presto e inevitabilmente: inutile cercare di dividerli, Rugani e Romagnoli sono il futuro prossimo del nostro calcio.