Titolare, quasi ex, ripescato: ecco la pazza stagione di Luiz Adriano

Titolare, quasi ex, ripescato: ecco la pazza stagione di Luiz Adriano

luiz adriano presentazione milan
Luiz Adriano fonte: acmilan.com

Il calcio moderno regala colpi di scena e paradossi dal retrogusto amaro impensabili fino a qualche anno fa. L’ultimo in ordine di tempo è senza dubbio quello legato al destino di Luiz Adriano, attaccante del Milan, con un passato da ex durato solo qualche giorno, il tempo di capire davvero che aria tirasse nella Chinese Super League (il campionato che era pronto ad accoglierlo così come capitato a tanti suoi colleghi nell’ultimo periodo).

La vicenda che l’ha visto protagonista avrebbe dell’incredibile, se non fosse veramente accaduta a cavallo del mese di gennaio, durante la sessione invernale di calciomercato. Succede che dopo la partita con la Roma, giocata per altro su buoni livelli prima di essere sostituito dopo 56’, il Milan riceve un’offerta parecchio vantaggiosa dal Jiangsu Suning, giudicata subito congrua e vantaggiosa perché in grado di garantire al club rossonero una cospicua plusvalenza economica sul prezzo del cartellino dell’attaccante prelevato in estate dagli ucraini dello Shakthar Donetsk. Luiz Adriano ci pensa ma accetta, convinto anche dall’alto ingaggio promessogli dai dirigenti cinesi, e si imbarca immediatamente sul primo aereo. Dalle parti di Milanello c’è la consapevolezza di aver fatto un affare (si parla di un accordo attorno ai 14 milioni di euro), resta da capire il parere tecnico di Sinisa Mihajlovic e del suo staff: il serbo in cuor suo non vorrebbe cedere il giocatore che assieme a Bacca aveva iniziato il campionato da titolare nel 4-3-1-2, salvo poi finire in panchina nel periodo della decisa virata verso il 4-3-3 (abbandonato a sua volta in favore dell’attuale 4-4-2). Con l’esplosione di Niang e il rientro in campo degli infortunati Balotelli e Menez, il Milan appare coperto in avanti e così anche le ultime remore sulla bontà dell’operazione dal punto di vista tecnico vengono superate, tanto che Luiz Adriano si fa immortalare sorridente con la sciarpa del suo nuovo club all’arrivo in Cina.

Qualche giorno dopo, arriva la notizia che scuote l’ambiente rossonero e racconta in maniera fin troppo chiara quali sono i contorni che il mondo del calcio ha assunto oggigiorno, dove un professionista viene trattato come un pacco postale, rispedito indietro dall’altra parte del mondo per via di alcuni accordi non rispettati. “Luiz Adriano tornerà in Italia, dove porterà avanti il suo contratto con il Milan. Lo Jiangsu Suning non ha rispettato quello che era stato deciso, il contratto con il club cinese non è stato firmato”, dichiara uno degli agenti del brasiliano che dunque, come nulla fosse accaduto, fa il suo mesto ritorno in serie A. Certamente colpito e provato da alcuni dei giorni più difficili per la sua carriera, quello che riappare senza mai essere realmente uscito dalla rosa rossonera, è un giocatore da recuperare, psicologicamente prima che tecnicamente (dove nel frattempo è diventato la quinta punta nelle gerarchie di Mihajlovic). 90 minuti anonimi con l’Alessandria al fianco di Balotelli, poi più nulla, complice anche un duplice infortunio; ma con Niang fuori causa fino a fine stagione e la coppia di indolenti Balo-Menez lontana da una condizione fisica accettabile, ci si accorge nuovamente che è proprio Luiz Adriano (che nel frattempo ha tagliato la folta chioma, optando per un capello cortissimo) la spalla ideale di Bacca, guarda caso di nuovo in gol dopo 4 giornate di preoccupante digiuno.

751 minuti giocati assieme al colombiano in campionato e 6 gol in due, sono gli indizi che bastano per decretare concluso il casting riguardo al partner in grado di far rendere al meglio il capocannoniere rossonero. Al netto di una stagione comunque al di sotto delle attese, resa ancora più complicata da alcune decisioni quantomeno discutibili, Luiz Adriano si è guadagnato il rispetto di staff tecnico e tifosi (che l’hanno applaudito domenica al momento dell’uscita dal campo) grazie a una professionalità sempre impeccabile, nonostante i vari tentativi di metterla a dura prova. In questo senso, non è un caso che un tecnico come Mihajlovic, abbia voluto premiarlo, rimettendolo al centro del progetto.