Sassuolo, dalla C all’Europa League. Ma non chiamatelo miracolo

Dario Marotta
22/05/2016

Sassuolo, dalla C all’Europa League. Ma non chiamatelo miracolo

Eusebio DI Francesco, Sassuolo
Eusebio DI Francesco, Sassuolo

Celebrare l’impresa del Sassuolo senza cadere nella retorica del sogno realizzato, del miracolo sportivo nato dal nulla. Raccontare una cavalcata trionfale partendo dal progetto, dai numeri sensazionali registrati negli ultimi dieci anni: nel 2006, si giocava la finale play off contro il Sansovino, valida per la promozione in C1. A distanza di dieci anni, senza improvvisazione ma passo dopo passo, il Sassuolo si ritrova (non a caso) dall’altra parte del Mondo, nell’olimpo del calcio internazionale. Ridurre tutto al successo della Juventus, non renderebbe merito alla grande stagione disputata, alla serietà e alla lungimiranza di una società modello, esempio da tenere a mente per grandi e piccoli club. Il gol di Morata ristabilisce un senso di giustizia e sbatte fuori dall’Europa un Milan che non avrebbe meritato, per quanto fatto negli ultimi mesi, di chiudere con un trofeo e con una qualificazione europea. C’entra la Juventus, come detto. Il gol al 110’, ma non solo.

La storia, i corsi e i ricorsi, Max Allegri e il salto in cadetteria. Otto anni, un’eternità: campionato vinto, con mister Massimiliano da Livorno in panchina. La scalata, continuata poi altrove e arrivata fino al nuovo apogeo calcistico, toccato ieri ma nato dieci anni fa. Due lustri per mettere piede, partendo dalla sperduta provincia, nel gotha del calcio internazionale. Dentro la freschezza del Sassuolo, bello a vedersi, giovane e terribile, sapientemente guidato da un allenatore capace, fautore di un calcio di proposta, in grado di mettere insieme l’estetica e la concretezza. Eusebio Di Francesco è il tecnico moderno per antonomasia: tatticamente preparato, frizzante al punto giusto sul piano della comunicazione, benvoluto e simpatico ad ogni latitudine. E porta dentro di sé i due volti di una medaglia d’oro; oggi il proscenio, gli inchini, gli applausi e i ringraziamenti. Ieri l’esonero, col Sassuolo ad un passo dalla retrocessione, dopo la terribile parentesi vissuta con Malesani.

Errori che aiutano a crescere. Non una frase fatta per il Sassuolo che da quel momento ha gettato le basi per consolidarsi in massima serie, partendo da regole e da presupposti piuttosto semplici: puntare su giovani di valore, preferibilmente italiani (sono solo tre i calciatori stranieri presenti in rosa) stabile rapporti di reciproca alleanza con i grandi club (non in posizione prona) e, soprattutto, credere in ciò che si fa, anche nei momenti poco felici. Fa il resto una società solida, forte ed economicamente stabile: la posizione occupata da Squinzi (Presidente di Confindustria) non potrebbe mai conciliarsi col fallimento tecnico, con la mediocrità di campionati anonimi, con rapide discese ed effimeri exploit. Per questo motivo, il progetto Sassuolo è destinato a durare a lungo, almeno fino a quando il patron avrà voglia di impegnarsi anche nel calcio.

Le date

Si ripartirà prestissimo, tra poco più due mesi sarà già tempo di calcio reale: il Sassuolo, infatti, scenderà in campo il 28 luglio per la sua prima storica apparizione europea. Un doppio confronto (28 luglio-4 agosto) prima dell’ultimo turno preliminare (18-25 agosto) che potrebbe garantire alla compagine nero-verde l’accesso ai gironi di Europa league. Non è sogno, non è un miracolo. E’ il Sassuolo.