MotoGP, le pagelle del Mugello: Rossi volpone a metà, Marquez fenomeno vero

Jorge Lorenzo ha trionfato sul circuito del Mugello, andando a vincere il gran premio d’Italia di MotoGP. Ecco le pagelle della sesta prova del Motomondiale.
Jorge Lorenzo voto 9 – Ha restituito la cortesia a Valentino Rossi. Battuto in Spagna, la vendetta è arrivata al Mugello, o meglio dire Mugiallo, vero e proprio tempio dedicato alle imprese del Dottore. Una vittoria non così scontata a dir la verità, perchè un Lorenzo vittorioso senza dominare fa comunque notizia. Non benissimo in qualifica, con tutte le polemiche del caso, benissimo in gara, con una staccata alla San Donato che nessuno riusciva a replicare e che lo rendeva impossibile da superare in fondo al dritto. La fortuna lo aiuta con un motore – il suo – che alza bandiera bianca nel warm up e un altro – quello di Rossi – che invece si arrende nel bel mezzo di una gara che stava per mostrare il primo corpo a corpo della stagione tra i due. Applausi a scena aperta per l’ultimo giro da infarto con Marquez.
Marc Marquez voto 10 – Meglio del vincitore, anche e soprattutto per quanto di suo mette nei propri risultati. Vederlo guidare è uno spettacolo, la cattiveria con cui doma una Honda più che mai scorbutica è da premiare con applausi e standing ovation, non con fischi sotto al podio. La ferita è ancora fresca, per carità, ma al 93 va dato atto di essere – ad oggi – nettamente il più forte della compagnia. Ad oggi, Lorenzo e Rossi gli viaggiano spesso davanti aiutati da un mezzo tecnico decisamente superiore, l’impressione è che con una moto leggermente più competitiva il mondiale sarebbe una fotocopia di quanto visto nel 2013 e nel 2014. Perde una gara che nel finale avrebbe meritato di vincere, bruciato al fotofinish dal motore – appunto – della più performante Yamaha.
Valentino Rossi voto 8.5 – Il Mugello è tutto per lui, che dal 2008 non riesce a vincere dopo 7 trionfi consecutivi. La missione è compiuta a metà, con la pole da vecchio volpone che fa impazzire di rabbia Lorenzo e un passo gara che lo vedeva nettamente favorito per la vittoria finale. Questa volta lo zero è frutto di un’anomalia tecnica, ma da un pilota esperto come lui ci si aspettava qualche attenzione in più, magari un cambio di motore “per non sbagliare”. Arriverà in Spagna con 37 punti da recuperare al compagno di marca leader del mondiale, ma la velocità e il buon umore per farlo ci sono. Meriterebbe 10 per la consueta semplicità con cui demolisce – almeno al microfono – il rivale spagnolo.
Andrea Iannone voto 7 – Il voto è la media tra il 10 che meriterebbe per l’intero week end ed il 4 per la partenza orribile che ne compromette la gara. L’ufficialità della “cacciata” dalla Ducati in favore di Lorenzo lo galvanizza: per tutto il week end mette sotto il compagno di squadra e da l’impressione di poter lottare per la vittoria. Si regala un bel duello con Pedrosa per il terzo posto, ma quel giro veloce fatto segnare all’ultima tornata grida vendetta.
Andrea Dovizioso voto 5 – Condizionato da qualche problema fisico, il buon Andrea questa volta viene bastonato alla grande dal compagno di box. Qualifiche disastrose, grandissima partenza che lo riporta nelle posizioni di testa. Perde il corpo a corpo con Iannone e poco dopo si arrende anche a Pedrosa, chiudendo 5° un week end da dimenticare in fretta. A Barcellona servirà una scossa, per non far venire a Ducati qualche dubbio sulla decisione presa in ottica 2017.
Maverick Viñales voto 6 – Vale quanto detto per Iannone. Week end da incorniciare fino alla partenza della gara: poi semplicemente non lo si vede più, diventa un fantasma dimenticato anche dalle telecamere. Peccato perchè in qualifica si era messo in mostra alla grande e il passo gara sembrava niente male. I numeri li ha, l’impressione è che per Valentino via una gatta da pelare, ne arrivi subito un’altra.
Dani Pedrosa voto 5 – Il guasto di Valentino a momenti gli regala un podio, ma il confronto con il compagno di box è imbarazzante. La moto non gli piace e non è adatta a lui, è evidente, ma allora perchè restare? Il faro all’interno del team è ormai Marquez, inutile perseverare se si ha la quasi totale certezza di avere un ruolo da comprimario.