Sacchi contro tutti: “Atletico e Leicester? Quello non è calcio”

Sacchi contro tutti: “Atletico e Leicester? Quello non è calcio”

Arrigo Sacchi commenta
Arrigo Sacchi commenta la finale di Champions League

Arrigo Sacchi bacchetta Simeone: “Ammiro l’Atletico ma non mi piace. Il Real Madrid? Il calcio non è il cinema, le stelle non garantiscono un buon film”.

Con la finale di Champions League alle porte, il giornale spagnolo “El Mundo Deportivo” ha intervistato uno che di finali e di Champions League se ne intende: Arrigo Sacchi. La finale si giocherà proprio a San Siro, stadio che l’ex allenatore del Milan conosce benissimo e nel quale ha vinto numerose partite. L’atto finale della coppa europea vedrà di fronte due squadre spagnole: Real Madrid e Atletico Madrid che si giocheranno la “Coppa dalle grandi orecchie”, e per il tecnico di Cesenatico le finali tra due squadre della stessa nazione sono sempre molto complicate: “Si tratta di una finale molto incerta. Le partite tra club della stessa nazione o città sono piene di tensione e paura. Mi ricordo di una finale di Champions League tra Juventus e Milan che si è conclusa ai rigori. E come dimenticare di Lisbona 2014? Sarà una partita al limite. Una squadra carica di qualità individuale contro la forza e l’armonia di una squadra che ha grande volontà”.

Arrigo Sacchi, però, non è soddisfatto dal gioco espresso dalle due squadre: “Il Real Madrid ha il merito di continuare a vincere con quel modello. Ma il calcio non è il cinema, dove molte stelle garantiscono un buon film. Quando ero lì, con i Galacticos, era così. Di Stéfano a volte usciva dal campo arrabbiato perché insoddisfatto dal gioco. Atletico? Lo ammiro ma non mi piace. Senza palla è sorprendente quello che fanno, ma con il pallone… Se tutti giocassero così, le partite finirebbero con due tiri in porta”. Il gioco per l’ex allenatore del Milan è una componente fondamentale per poter rimanere e poter scrivere la storia del calcio: “Si ricorda anche il modo di vincere, il livello di gioco. Per me il calcio è poesia ed emozione. Vincere, divertire e convincere. Il Chelsea ha vinto la Champions League e nessuno si ricorda. O Leicester, per esempio. Si merita tutti i riconoscimenti, ma così, con quello stile di gioco, non si ha cura del calcio”.