@MDC, Biasin: “Inter, Thohir non ha fallito. Destino Milan nelle mani di Berlusconi”
Mai Dire Calcio ha intervistato in esclusiva il giornalista Fabrizio Biasin: si parla della nuova proprietà interista e del destino rossonero.
Proprio nelle scorse ore l’Inter ha vissuto un cambio di proprietà, con l’ingresso del gruppo Suning in società e l’addio definitivo di Massimo Moratti: Suning ha messo le mani su quasi il 70% del club nerazzurro, con Erick Thohir che resta Presidente del club. Una svolta senz’altro importante ma di certo non priva di rischi per l’Inter, che anticipa probabilmente il percorso che sarà anche quello del Milan. Mai Dire Calcio ha contattato in esclusiva il giornalista di Libero Fabrizio Biasin per analizzare la questione nei suoi pregi e nei potenziali difetti.
Dopo l’acquisizione dell’Inter da parte del gruppo Suning cosa cambia in termini concreti rispetto alla gestione Thohir, con l’indonesiano che resta in società per ricoprire la carica di Presidente?
“Si, Thohir manterrà il 31% delle quote del club e probabilmente continuerà a controllare qualcosa. Nell’immediato comunque la sensazione è che l’Inter possa tornare a respirare dal punto di vista del bilancio: per prima cosa Suning proverà a mettere a posto la questione conti, che si è rivelata essere un po’ la spada di Damocle della gestione precedente e che ormai era presente da troppi anni. Questi debiti e questa mega rata da saldare impedivano poi di ragionare sul futuro. Quindi, a prescindere da quello che potrà essere il prossimo mercato, la prima cosa chiara è che Suning viene a tappare la voragine che si era creata negli ultimi anni e non è di certo poco”.
Su Thohir ci sono stati sempre pareri discordanti: ci sono stati errori nella sua gestione?
“In questo senso ci sono due correnti di pensiero: una che rinfaccia a Thohir le mille promesse fatte senza risultati e un’altra che guarda più al resto, cioè al fatto che lui è arrivato in un momento complicato con l’Inter in grande difficoltà ed ha in parte sistemato la gestione delle cose in casa nerazzurra, riorganizzando per esempio la società a livello gestionale. Ha preso e portato qualche giocatore magari non di primissimo piano ma comunque che potesse dare valore alla rosa, ora ha venduto a questo gruppo potendo promettere un futuro migliore. Io sono per questa seconda corrente di pensiero: a livello di promesse ci si doveva aspettare di più, però nell’ottica di un magnate che è venuto qui di certo non a buttare soldi, bensì a fare affari, bisogna ammettere come sia riuscito a dare quanto meno un’organizzazione e poi anche a fare un piccolo capolavoro della cessione al migliore dei compratori, nel momento in cui si rende conto di non poter andare avanti. Sono dell’idea che la sua gestione sia stata comunque positiva. Poi chiaramente qualcuno sia aspettava il ritorno in Champions League che non è arrivato, ma questo credo sia stato più per demeriti di Mancini che per quelli di Thohir”.
Situazione Milan: anche qui si parla di investitori cinesi ma tutto è rimasto spesso molto criptico rispetto al contesto interista. Quali sono le novità per il club rossonero?
“La situazione del Milan è davvero più complicata, ma non tanto per quello che succede dietro le quinte, poiché i compratori effettivamente ci sono e lo testimoniano i comunicati Fininvest. Il problema è che non si capisce quale sia la strada che si sta prendendo perché la decisione spetta a Berlusconi, il quale negli ultimi giorni cambia spesso idea e dà la sensazione di non avere tutta questa voglia di cedere. E tutti i paletti che mette per arrivare a una cessione non sono ammissibili da parte di chi vuole comprare. Dunque in questo momento è realmente difficile fare una previsione: o Berlusconi va incontro alla cordata che dovrebbe acquistare il Milan oppure toccherà vedere la squadra di nuovo ridimensionata come nelle scorse stagioni, quindi con una gestione non soddisfacente anche per i tifosi. La mia sensazione è che oggi sia stata una giornata cruciale per il futuro del Milan, perché a fronte di quanto è successo dall’altra parte del Naviglio probabilmente la famiglia Berlusconi avrà fatto pressioni nei confronti di Silvio per arrivare a questa cessione. In questo momento è tutto nella testa di Berlusconi, quindi è difficilissimo fare una previsione”.
E’ notizia recente il fallimento di un altro club lombardo, il Pavia Calcio, che solo due anni fa è stato ceduto ad un fondo di investitori di Shanghai. Si sono evidenziati problemi clamorosi, con i manager Zhu e Wang che dopo aver fatto mille promesse sono andati via lasciando il club nel baratro, con stipendi non pagati, scommesse anomale e altre questioni poco chiare. Dunque, un rischio del genere può diventare reale anche per Milan e Inter, oppure gli eventi di Pavia rappresentano una singolarità?
“Il rischio di finire in mani sbagliate non è strettamente legato all’acquisto da parte di un gruppo straniero: non andiamo troppo lontano guardando all’anno scorso e alla situazione del Parma, finito nei guai prima per la gestione sconsiderata dai Ghirardi e poi per via di Manenti, per cui è chiaro che a tutti i livelli ci sono persone affidabili ed altre meno affidabili. In questo caso nessuno conosce le reali intenzioni del gruppo Suning, la sensazione è che anche loro vogliano fare del business, anche se in termini diversi rispetto a quanto fatto dal fondo che è andato a prendere il Pavia piuttosto che quello di Thohir. Questo perché mentre Thohir aveva intenzione di esportare il marchio in Oriente per poi aumentare il fatturato, qui il percorso è inverso: sicuramente il gruppo Suning cercherà di fare affari in Cina e nel mercato orientale ma la priorità è diventata quella di far conoscere in Europa il suo marchio, tramite l’apertura di attività commerciali. Questa cosa minimamente dà più garanzie, perché nell’ottica generale c’è la volontà di pubblicizzare il gruppo tramite i successi legati all’Inter. Poi c’è anche la garanzia della solidità del gruppo adesso stiamo imparando a conoscere”.