MotoGp, il mondiale un anno dopo: Valentino Rossi è da titolo

Dopo 7 gare il mondiale di MotoGP è più aperto che mai. Tante le similutidini con il 2015, ma tante anche le differenze: a cominciare dal rendimento di Valentino Rossi.
Il week end catalano di MotoGp è appena terminato con la seconda vittoria stagionale di Valentino Rossi che ha riaperto i giochi in ottica mondiale. Complice anche il ritiro di Jorge Lorenzo, centrato da Iannone mentre si trovava in quinta posizione, il Dottore ha accorciato sensibilmente il distacco dalla vetta della classifica, ora occupata da Marc Marquez con 22 punti di vantaggio. In molti si sono posti un interrogativo nel corso delle ultime settimane: “Quello formato 2016, è il miglior Valentino Rossi di sempre?”. Una domanda cui è molto difficile rispondere, anche e soprattutto parlando di un pilota che motociclisticamente parlando ha attraversato almeno 3 epoche. Nel corso di oltre 20 anni di carriera nel motomondiale Rossi ha avuto a che fare con moto e avversari profondamente diversi, dunque è molto più semplice restringere il campo alle ultime due annate. Lo stesso pilota di Tavullia ha più volte ribadito di sentirsi più convinto di lottare per il titolo rispetto allo scorso anno, nonostante la classifica non sia dalla sua parte. Confrontando la graduatoria 2015 con quella 2016 allo stesso punto della stagione si può notare come apparentemente le situazioni siano molto simili, ma ad un’analisi più attenta si scopre che a differenza dello scorso anno, la stagione in corso lasci spazio a scenari molto più aperti di quanto si possa pensare.
IL NUOVO MARQUEZ – Il primo tratto di discontinuità con la passata stagione è rappresentato dal rendimento di Marc Marquez. Il campione del mondo 2013 e 2014 sembra aver imparato dagli errori dell’anno scorso, quando dopo il week end di Barcellona era già praticamente fuori dalla lotta per il titolo. Nel 2015 infatti Marquez salutava la Catalogna al 5° posto nel mondiale con la miseria di 69 punti raccolti in 7 gare, esattamente la metà di quelli raccolti dall’allora leader Valentino Rossi. La leadership del Marquez 2016 è frutto soprattutto di un inedito spirito da ragioniere che lo ha portato a commettere un solo errore, che per inciso non gli è costato neanche il ritiro bensì un 13° posto. Lo scorso anno Marquez vinse 2 delle prime 7 gare mentre quest’anno solo una, ma a fare la differenza sono appunto i ritiri (3 nel 2015 – 0 nel 2016) e i podi conquistati (2 nel 2015 – 6 nel 2016). Il tutto con un mezzo tecnico che appare nettamente inferiore alla Yamaha: se, come l’anno scorso, la Honda dovesse progredire in termini di prestazioni, la sensazione è che per la coppia Yamaha la vita sarà ben più dura.
LORENZO IL PIU’ COSTANTE – Chi sembra avere il rendimento più costante è Jorge Lorenzo. Lo scorso anno a questo punto del campionato si trovava in seconda posizione ma con 137 punti, frutto soprattutto del clamoroso filotto di 4 vittorie consecutive con cui si riportò alle calcagna di Rossi. La differenza sostanziale con il 2015 è nel numero di ritiri (0 nel 2015 – 2 nel 2016). Pur avendo colto un successo in meno rispetto ad un anno fa (4 nel 2015 – 3 nel 2016), il Martillo ha ottenuto un podio in più (4 nel 2015 – 5 nel 2016). In generale però, il campione del mondo in carica sembra aver trovato la quadra più in fretta dello scorso anno, quando tra un problema e l’altro non ottenne neanche un podio nelle prime tre gare della stagione. Nel 2016 non solo ha vinto all’esordio in Qatar, ma in generale è apparso sempre competitivo sin dal primo giorno di gara. Il week end appena terminato merita un capitolo a parte, considerando che il rendimento di Lorenzo è stato fortemente condizionato dalle modifiche apportate al circuito dopo la morte di Salom ed il risultato finale dalla follia di Iannone. Il giudizio finale? Come l’anno scorso, la sensazione è che Lorenzo dirà la sua sino al termine della stagione, da favorito.
E VALENTINO ROSSI? – Quello del Dottore è certamente il caso più enigmatico. Rispetto al 2015 il rendimento in termini di risultati è peggiorato nettamente, ma al contempo si ha la sensazione che abbia più chance di vincere il titolo. Questo perché nel 2015 Rossi “approfittò” dei guai altrui ad inizio stagione, più che metterci del suo. Non che andasse piano, ben inteso, ma il divario con Lorenzo nelle 4 gare tra Jerez e Barcellona fece intendere che salvo accadimenti eccezionali per Rossi sarebbe stato molto difficile raggiungere il decimo titolo mondiale in carriera. Accadimenti eccezionali che effettivamente ci furono, prima del concitato finale che portò all’epilogo amaro di Valencia. Ciò che impressionò del Rossi 2015 fu la costanza di rendimento, con 7 podi in altrettante gare e ben 138 punti conquistati su 175 a disposizione. Le vittorie (2) sono le stesse nel 2016 ma i podi sono 4 (uno “regalato” da Iannone in Argentina) e ben due i ritiri, seppure uno vada attribuito al motore della sua M1. Nonostante i 35 punti in meno rispetto al 2015, Valentino Rossi arriva ad Assen con più convinzione nei propri mezzi, avendo trovato da 5 gare a questa parte un rendimento molto più vicino a quello del compagno di squadra rispetto alla passata stagione. Con un Marquez più in palla rispetto al 2015, le possibilità per assurdo aumentano invece di diminuire.
MOTOGP, IL 2015 ED IL 2016 DEI 3 BIG A CONFRONTO:
Marquez 2015 – 1 vittoria, 2 podi, 3 ritiri. 5° nel mondiale con 69 pt.
Marquez 2016 – 2 vittorie, 6 podi, 0 ritiri. 1° nel mondiale con 125 pt.
Bilancio: + 56 pt.
Lorenzo 2015 – 4 vittorie, 4 podi, 0 ritiri. 2° nel mondiale con 137 pt.
Lorenzo 2016 – 3 vittorie, 5 podi, 2 ritiri. 2° nel mondiale con 115 pt.
Bilancio: – 22 pt.
Rossi 2015 – 2 vittorie, 7 podi, 0 ritiri. 1° nel mondiale con 138 pt.
Rossi 2016 – 2 vittorie, 4 podi, 2 ritiri. 3° nel mondiale con 103 pt.
Bilancio: – 35 pt.
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