Euro 2016: Francia, i calciatori musulmani non osserveranno il Ramadan

La questione è delicata, interiore, personale. Il rapporto tra gli atleti e la religione ha assunto in questi ultimi una valenza sempre maggiore che va al di là di ogni tipo di semplice strumentalizzazione e che aiuta a percepire come umani anche grandi campioni dell’era moderna, quella in cui la perdita di valori morali rappresenta una piaga inesorabile a tutte le latitudini. Da “Gli atleti di Cristo” caldeggiati dall’ex bianconero Nicola Legrottaglie, all’ “I belong to Jesus” mostrato da Kakà in mondovisione dopo i suoi gol, fino al modo in cui i tantissimi calciatori musulmani approcciano e vivono uno dei periodi più importanti della loro fede religiosa: il Ramadan.
“Il Ramadan conta più del calcio” disse Ishak Belfodil durante il suo primo ritiro estivo con la maglia dell’Inter quando, senza poter mangiare nè bere dall’alba al tramonto, si era trovato in difficoltà con i duri carichi di lavoro imposti da Walter Mazzarri alla truppa nerazzurra. Un digiuno che i giocatori della nazionale francese padrona di casa a Euro 2016, sacrificheranno in nome di un’impresa da conquistare nel pieno delle forze fisiche e mentali, recuperando in altri giorni dell’anno l’astinenza da cibo e bevande, come dichiarato da alcuni imam. Pogba, Sagna e Kantè saranno dunque a completa disposizione del ct transalpino Didier Deschamps per tutto l’arco del torneo continentale, nonostante si sia già entrati nel periodo del Ramadan (che si concluderà il 5 luglio, a cinque giorni di distanza dalla finale del Saint Denis). A differenza di quanto accadrà con i colleghi di Albania e Turchia, che saranno lasciati liberi di decidere se osservare o meno il periodo di digiuno, la Francia ha comunque garantito la presenza a tavola di piatti halal, leciti nella tradizione musulmana. Stessa decisione concordata anche durante l’ultimo Mondiale brasiliano, dove Deschamps aveva trovato il giusto compromesso con i calciatori di professione musulmana, senza imporre nè abolire del tutto (esattamente come avevano fatto Domenech e Blanc) i piatti halal.