Moratti: “Con Thohir ho faticato, non potevo intervenire”
Massimo Moratti parla al “Corriere della Sera” dopo la sua uscita di scena dall’Inter: “Ho fiducia nei cinesi perché sono molto concreti, ho faticato a diventare socio di minoranza”.
Nell’acquisizione dell’Inter da parte del gruppo cinese Suning, una delle notizie principali è quella che ha visto l’uscita di scena di Massimo Moratti dopo oltre vent’anni nella dirigenza dell’Inter. L’ex presidente nerazzurro aveva già ridotto notevolmente la propria partecipazione azionaria dopo l’arrivo di Thohir scendendo al 30% della proprietà che corrisponde all’attuale quota detenuta dal magnate indonesiano.
All’indomani dell’ufficialità della cessione del club, Moratti ha parlato con fiducia dei nuovi proprietari al Corriere della Sera: “Mi hanno regalato un’impressione di serietà anche se non è detto che la prima impressione sia quella corretta. Quando sono venuti per la prima volta a Milano, ho subito notato in Zhang Jindong grande concretezza e capacità di tenere a bada la propria delegazione. Anche il figlio mi ha fatto un’ottima impressione e da quest’incontro ho tratto un giudizio positivo”. In realtà, il presidente più vincente della storia dell’Inter si riteneva già fuori dai giochi societari dal momento in cui ha venduto le quote di maggioranza: “La mia vera uscita di scena è stata quando ho venduto l’Inter a Thohir. Questa tappa fa solo parte di un cammino al quale ero già pronto da diverso tempo e a cui mi ero già preparato psicologicamente quindi non posso vederla come un trauma”.
Moratti parla del suo rapporto con Thohir e ammette di aver incontrato delle difficoltà: “Ammetto che ho fatto fatica a diventare socio di minoranza dopo tanti anni in cui ero stato alla guida del club. Thohir è molto cortese, disponibile e sensibile verso di me, ma io potevo fare poco. La gestione e le responsabilità erano le sue e quindi dovevo limitare al massimo i miei interventi perché questi avrebbero potuto creare imbarazzo ed equivoci”. Con il passaggio ai cinesi, l’Inter perde totalmente la sua anima italiana, e su questo punto e sulla situazione attuale del calcio italiano, l’ex presidente ha una sua idea: “Bisogna dare certezze a chi investe, da noi manca qualcosa di definitivo per il futuro. La cosa peggiore è quando non si ha davanti a sé una strada certa”. La nuova proprietà ha intenzione di confermare Roberto Mancini nel ruolo di allenatore e Moratti apprezza questa scelta: “Credo proprio che resterà lui l’allenatore dell’Inter. Questa è stata una stagione difficile e tormentata con tanti problemi e poche soluzioni. Con quest’altro cambio di società, Mancini può rappresentare un punto fermo ma nella prossima stagione deve esserci una svolta a livello di risultati“. Non mancano dei consigli riguardo alla nuova dirigenza e al nuovo organigramma: “La responsabilità dirigenziale dovrà essere affidata ad un uomo collaudato e di esperienza che conosca molto bene il campionato italiano, il territorio, i tifosi, la città di Milano e l’Inter”.
Alla conclusione dell’intervista, Moratti ripercorre il suo passato ed esprime le sue preferenze riguardo ai tanti giocatori e allenatori che sono passati dal club nerazzurro scegliendo i suoi tre preferiti: “Come giocatori, i miei preferiti erano Ronaldo, Ibrahimovic e Recoba con l’ultimo in particolare che mi emozionava con quei colpi fantastici anche se ero consapevole che mancava di continuità. Riguardo ai tecnici, il preferito è Mourinho che ha vinto tutto, ma anche Mancini è stato fondamentale per riportare l’Inter alla vittoria e non mi dimenticherei di Leonardo, un uomo di grande intelligenza”.