Spagna, la sconfitta è silenziosa: ecco cosa sarebbe accaduto in Italia

La Spagna cade clamorosamente contro la Georgia, ma nessuno in patria ne parla. Cosa sarebbe successo se al posto delle Furie Rosse ci fosse stata l’Italia?
IL SILENZIO – A due giorni dall’inizio degli Europei, la Spagna cade contro la modesta Georgia. Una sconfitta che dovrebbe fa preoccupare Del Bosque e i tifosi spagnoli ma che, a quanto pare, passa quasi del tutto inosservata in terra iberica. Questa notte le “Furie Rosse” sono andate a letto con le immagini della sconfitta appena subita vive e fresche nella mente. Immagini che dovrebbero far riflettere sia giocatori che tifosi, ansiosi di tornare a dominare la scena internazionale, oltre che con i club, anche con la nazionale. Tra pochi giorni la Spagna farà il suo esordio nel campionato europeo in Francia, e perdere l’ultima amichevole di preparazione non è certo il modo migliore per approcciare alla competizione. La rete di Okriashvili, che ha consentito ai crociati di portare a casa la vittoria, non è certamente l’unico problema della formazione di Del Bosque. La mancanza di idee a centrocampo, le troppe occasioni sprecate e le disattenzioni difensive, frutto forse della presunzione, sono problemi che l’ex tecnico del Real Madrid dovrà risolvere al più presto. La domanda che sorge spontanea a noi italiani però è un’altra: la Spagna ha perso con una nazionale molto inferiore appena prima della partita d’esordio all’Europeo, ma perché nessuno ne parla in patria? E se questo fosse successo in Italia?
CRITICHE E UNIONE – Nel nostro paese, si sa, alla Nazionale non viene perdonato mai niente. Basta un piccolo passo falso, una rete in meno del previsto o una partita sbagliata e il trend della settimana è servito. Le “chiacchiere” da bar, i “tuttologi” e gli allenatori di quartiere sono sempre in allerta, pronti a bacchettare e a concedere perle di saggezza calcistiche o soluzioni da ogni parte, sicuri che il loro è l’unico metodo giusto per fotografare la situazione. Certo, forse non è la soluzione migliore per risolvere le cose e per essere d’aiuto a chi di dovere, ma almeno se ne parla. Einstein diceva: “Il mondo è un posto pericoloso, non a causa di quelli che compiono azioni malvagie ma per quelli che osservano senza dire nulla“. L’indifferenza per lo scienziato è il peggiore dei mali, e sicuramente in Italia siamo quasi tutti salvi. Cosa, però, che non succede in Spagna. Sui maggiori quotidiani spagnoli oggi regna il silenzio riguardo alla figuraccia delle “Furie Rosse” di ieri sera e si cerca di evitare di ricordare quello che è successo. Una cosa impensabile in Italia. Se tutto questo fosse successo alla nazionale di Antonio Conte, oggi gli azzurri sarebbero stati messi alla gogna mediatica: chiunque avrebbe avuto da dire sulla partita appena finita, e già in molti si sarebbero recati nelle agenzie di scommesse, fiutando l’affare e puntando sull’uscita di scena di Buffon e compagni alla fase a gironi. Ormai lo sappiamo, è così. E forse ci va bene. Il “metodo” italiano di affrontare i problemi calcistici non sarà mai il migliore, ma ormai ci abbiamo fatto l’abitudine. Le difficoltà, le critiche ed i passi falsi ci hanno sempre unito, ci hanno sempre fatto tirare fuori quel qualcosa in più. I ricordi del Mondiale del 2006 sono ancora vivi in ognuno di noi. Nelle difficoltà l’Italia si unisce, è una caratteristica che ormai ci appartiene. Forse ci divertiamo a creare le critiche per renderci più forti, ma almeno non facciamo finta di non aver visto niente, esattamente come accaduto in Spagna.