Del Piero ci crede: “Nessuna crisi, Conte punta su di un gruppo e non sui singoli”

Del Piero ci crede: “Nessuna crisi, Conte punta su di un gruppo e non sui singoli”

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La leggenda azzurra Del Piero crede nell’Italia in vista di Euro 2016: meno individualità e maggior coesione di gruppo, questa è la chiave

Gli Europei di Francia 2016 sono ormai alle porte con la nazionale padrona di casa che darà il via alle danze nel match inaugurale contro la Romania questa sera alle ore 21. Pogba e compagni partono certamente da favoriti, ma a dire la sua ci pensa anche Alex Del Piero che di europei contro i transalpini se ne intende, avendone perso uno proprio ai tempi del famoso golden gol nel 2000. Secondo la stella azzurra, ora commentatore per Sky, i favoriti per vincere la competizione però potrebbero essere i tedeschi, campioni del Mondo in carica come riferito ai microfoni de La Gazzetta dello Sport: “La Germania tornerà protagonista. La Francia gioca in casa e 2 anni fa ho visto tante indicazioni positive: i giovani ora hanno più esperienza. Loro sono molto patriottici, conterà anche il momento particolare di Parigi per gli attentati. Poi la Spagna, perché ha alle spalle una grande storia. Un gradino più sotto metto l’Italia con Inghilterra e Belgio. Essendo un torneo corto non escluderei sorprese, come la Grecia 2004 e la Danimarca 1992″.

Per quanto concerne la Nazionale italiana invece, Conte e i suoi uomini si presentano alla competizione continentale appesantiti da critiche piuttosto rilevanti, a partire da quella riguardante l’assegnazione della maglia numero 10 a Thiago Motta: “Ho vissuto in azzurro momenti in cui le maglie venivano date in ordine alfabetico, a seconda dei ruoli: in Inghilterra avevo il 14 e Albertini il 10, io ero tra i centrocampisti perché Sacchi mi vedeva così… A volte invece ci si trovava tutti insieme e si sceglieva ma non c’è mai stato un litigio, con Totti ci siamo alternati con la 10. La scelta deve essere vissuta bene dal gruppo, il 10 a Thiago non mi crea problemi. E in quanto alle critiche, tutte le volte che prima abbiamo fatto pessime partite, dopo abbiamo disputato un gran torneo. Conoscendo il c.t. staranno lavorando tantissimo: sarà un Europeo vissuto in maniera globale. Ho letto tante dichiarazioni positive e questo è un bel segnale”. Al di là delle scelte numeriche però i giocatori convocati dal commissario tecnico hanno convinto in pochi, soprattutto a causa di alcune esclusioni eccellenti, c’è però in atto una vera e propria crisi generazionale del nostro calcio? “A centrocampo mancheranno Verratti e Marchisio, due giocatori di grande spessore internazionale, ma il modulo di Conte prevede partecipazione da parte di tutti. Il talento davanti è relativamente importante. Mi auguro che le punte abbiano conservato i gol per la fase finale e ricordo a tutti la vecchia regola: l’attacco fa vendere i biglietti, la difesa fa vincere i campionati. Nel 2006 subimmo solo 2 gol. Davanti vedo buone potenzialità, ragazzi che sognano questo momento: avranno energia, entusiasmo e desiderio”.

La chiave di questa Nazionale quindi non dovrebbe essere la presenza di grandi individualità capaci di sostenere da soli il peso della squadra, ma bensì l’unione del gruppo costruito da Antonio Conte: “Abbiamo giocatori di grande spessore, Buffon è una presenza molto importante così come i ragazzi della difesa. Non è vero che non abbiamo fuoriclasse, però il gioco di Conte non si affida a uno-­due giocatori. Conta l’orchestra“. Infine su Ventura, designato come successore dell’attuale ct azzurro: “Ha le qualità necessarie, è un insegnante di calcio e darà un seguito al lavoro di Conte”.