Julio Baptista, una bestia ingabbiata nella discontinuità

Inevitabilmente, è tutta una questione di matematica: per un gruppo di calciatori brasiliani che si impongono in maniera determinante per le sorti del pallone, ce ne sarà un altro che non riuscirà mai a raggiungere livelli di beltà e splendore durevoli nel corso della carriera. Non pare neanche una questione di destino: semplicemente, qualcuno è “programmato” per fallire. Poi, se quel qualcuno si dovesse chiamare Julio Baptista, allora il rumore delle fondamenta crollate a suon di delusioni si farebbe sentire anche sulla luna. Il soprannome non fa il calciatore, l’abbiamo spesso visto e altrettanto spesso ricordato. Di soprannomi, però, Julio Baptista ne aveva addirittura due. Nonostante ciò, la tendenza non è cambiata. La saudade calcistica di non poter tornare indietro, invece, resiste.

Julio Baptista aveva tutto per sfondare ma la discontinuità ha finito per inceppare tutte le sue armi

“La Bestia” e “Il Carrarmato”. Julio Baptista sembra uno di quelli con cui in campo non vorresti mai avere a che fare: è fisicamente possente, è forte, è dirompente. Soprattutto, è brasiliano. E questo da sempre rischia di rappresentare un valore aggiunto per chi di mestiere vuole fare il calciatore. Così, quando era ancora “bestiolina”, Julio Baptista raccoglie la sfida per inseguire il sogno di ogni benedetto ragazzo del mondo ed esordisce da professionista nel 2000 in un club mica male: in patria il San Paolo è un’istituzione, lo sanno tutti e anche lui. Nel glorioso club carioca Baptista inizia dapprima come centrocampista ma la posizione in campo non gli compete: è troppo potente, ha bisogno di più spazio e raggio d’azione. Specialmente, fa gol in maniera anche più frequente di quello che si potesse pensare. Ergo, deve stare più vicino alla porta. Se ne accorgono facilmente al Siviglia, quando lo acquistano per fargli assaggiare l’Europa: è lì che il ragazzo si impone, con una fondamentale miglioria del suo repertorio, la rete, che diventa sempre più un’abitudine e sempre meno una questione di fortuna. Così, il ruolo muta prevedibilmente in quello di attaccante. Una scelta saggia, perché Julio Baptista segnerà 47 gol in 79 partite con gli spagnoli. La Bestia ha trovato la sua bella, ed è corrisposto. Il carrarmato spazza via ogni cosa e brucia le tappe, tanto è vero che aveva addirittura conquistato la maglia del Brasile dopo appena un anno da professionista. Il percorso sembra proprio quello del predestinato: bisogna solo trovare una squadra da chosen one. Quella squadra arriva sempre dalla Spagna, e si chiama Real Madrid.

julio baptista
La stagione all’Arsenal sembrava aver riproposto Julio Baptista come un futuro top player

Flop Galactico

Le prestazioni di Julio Baptista con la maglia del Siviglia non vengono ignorate dai Blancos, che lo portano all’ombra del Bernabeu con l’intenzione di farlo restare per almeno cinque anni. L’ingaggio è a peso d’oro, con il brasiliano che intasca 3,2 milioni all’anno. Un affare per tutti. Almeno così pareva all’inizio, visto che il campo sembra consegnare al Real un altro giocatore rispetto a quello visto precedentemente. La Bestia sembra mansueta, non in grado di spaventare gli avversari. Le gare giocate sono tante ma i gol sono pochi e la concorrenza è palese, d’altronde si tratta pur sempre di uno dei club più noti e desiderati al mondo. Inoltre, per la prima volta, il centravanti metterà in scena quello che si rivelerà essere il cruccio più problematico della carriera: una discontinuità cronica. In un tipico caso di “ha fatto il salto troppo presto”, finisce per regnare soltanto l’insoddisfazione tra le parti. Così la società cerca di mandare in prestito il calciatore per far sbollire la rabbia e, magari, cercare di comprendere se il bluff è totale o la caduta può essere evitata ancora asfaltando la strada.

Cannoni di nuovo carichi

Julio Baptista si mette nuovamente in gioco e finisce per andare in Premier League. All’Arsenal serve proprio una punta con le sue caratteristiche, con l’operazione che avrà luogo in virtù di uno scambio con Reyes. E tutto torna alla normalità.
Baptista, pur non mantenendo una grande regolarità di prestazioni, i suoi gol li segna eccome. Storica, in particolar modo, resterà per sempre una sua partita ad Anfield contro il Liverpool: il brasiliano segnerà addirittura quattro reti in una partita di Football League Cup contro i Reds, risultando essere ancora oggi il calciatore ad aver segnato più gol nella stessa gara in una coppa inglese e, soprattutto, l’unico ad aver timbrato il cartellino con un poker nello storico impianto. I dubbi potrebbero essere risolti: il carrarmato è tornato. A fine stagione l’Arsenal non può permettersi di riscattarlo, così arriva la seconda chance al Real Madrid: ironia della sorte, proprio nell’anno in cui è andato via, il Real ha vinto il titolo. Con la speranza di poter fare il bis, Julio Baptista riveste di nuovo la prestigiosa camiseta. La Liga è vinta di nuovo ma la magia personale stavolta non riesce: soli 4 gol in stagione e un’avventura che ormai sembra essere arrivata al capolinea.

From Hero to Zero

Il flop tra le merengues rischia di minare la credibilità del giocatore, che in Nazionale gioca e vince ma sembra infelice. I club italiani, però, fiutano l’affare: in particolare il Milan, che segue da anni il ragazzo, sembra essere pronto a fare la mossa decisiva da un momento all’altro, con le cronache sportive che parlano di un Galliani calcisticamente innamorato del brasiliano. Ed in effetti Baptista riuscirà proprio ad approdare in Italia. Ma non al Milan: l’affondo definitivo arriva dalla Roma, che si aggiudica l’attaccante offrendogli un quadriennale da più di 4 milioni lordi a stagione. L’esponente della Selecao, pagato circa 9 milioni, sembra ritrovare confidenza e prestazioni. Gol contro il Palermo, doppietta al Bordeaux in Champions League, rete in rovesciata contro il Torino, altra doppietta alla Sampdoria. La segnatura più bella, però, è quella che vale la vittoria nel primo derby della stagione. Il suo colpo di testa, su assist di Totti, consegna alla Roma la stracittadina ed impone di diritto Julio Baptista tra gli idoli dell’Olimpico. La prima stagione giallorossa si concluderà con 11 reti totali. Le premesse per fare meglio ci sono tutte. Ma come spesso capita a chi smarrisce la via maestra, dopo un momento di gioia arrivano subito i dolori.

“Nun te voglio più vedè”

La stagione successiva è davvero anonima per il brasiliano, che paga specialmente l’inizio di campionato molto travagliato con l’addio di Spalletti e l’arrivo di Ranieri: il nuovo tecnico sembra vederlo di meno e le prestazioni ovviamente calano. In generale, Baptista sembra non essere più uno dei privilegiati del progetto. Il brasiliano, comunque, sembra metterci del suo, risultando sempre svogliato durante i match a cui partecipa attivamente dal campo. Il conto dei gol, così, scende vertiginosamente a 4. Nonostante ciò, Julio Baptista si guadagna la riconferma: il problema, però, è che le cose sembrano non cambiare. O meglio, cambiano, ma solo in negativo. Le partite di Baptista sono sempre più sconcertanti, con il brasiliano che evidenzia una lentezza unica che fa il paio con una mancanza di freddezza clamorosa. Memorabile lo sfogo in diretta, durante la partita Parma-Roma, del telecronista tifoso giallorosso Carlo Zampa, il quale sarà protagonista di un autentico attacco alla punta dopo un contropiede fallito banalmente proprio per una scelta sbagliata da parte di Julio Baptista. Di fatto, è in questo momento che l’illusione romana del carrarmato inceppato termina definitivamente.

Julio Baptista
Julio Baptista esulta dopo un gol con la maglia del Cruzeiro: attualmente il brasiliano è svincolato

Predatore fallace

La Roma vuole sbarazzarsi subito del calciatore. Così, a gennaio, Julio Baptista torna di nuovo in Spagna, al Malaga, peraltro con una minusvalenza significativa per il club italiano che riceverà meno di tre milioni. L’approccio nostalgico suggerirebbe un pronto riscatto, nel campionato europeo dove il brasiliano aveva stregato tutti. Ed in effetti, almeno nella prima stagione, Baptista si fa notare con una media gol di altissimo livello: 9 segnature in 11 partite giocate, con un ottimo contributo nei confronti di una squadra che sta cercando di emergere come nuova realtà del calcio europeo. Il colpo di reni però ha vita brevissima: nelle successive due stagioni l’attaccante non incide quasi mai. E il Malaga finisce per svincolarlo ancor prima di dire addio al suo momento magico. Così, Baptista torna dove tutto era iniziato, ovvero in Brasile. Due stagioni di buon livello al Cruzeiro, con cui vincerà anche due campionati. Poi, una terza terribile e lo svincolo. Per mesi Julio Baptista ha cercato squadra, forse per andare all’assalto quella consacrazione alla quale mai arriverà, tanto è vero che si è allenato  per alcuni mesi con il Ponferradina, team spagnolo di Segunda Division. E’ arrivato l’Orlando City in suo soccorso, mentre adesso sembra che il brasiliano possa firmare con il Bolton, club di Championship inglese. Precedentemente, peraltro, Baptista aveva partecipato insieme ad altri ex calciatori al torneo londinese Star Sixes, dove appunto i sestetti di varie nazionali si scontravano tra loro, lasciando una buonissima impressione. Spossata dai fallimenti come calciatore, a quanto pare la Bestia è ormai andata in un perenne letargo. Difficile, se non impossibile, che a 35 anni suonati decida di risvegliarsi.

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