De Laurentiis: “Non ho rimpianti per Lavezzi e Cavani”

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Il presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis, in un’ intervista rilasciata a Monaco Hebdo, afferma di non avere rimpianti su Lavezzi e Cavani. Per lui i contratti senza tutti i diritti d’immagine non hanno senso di esistere.

CONTRATTI INFINITI –  Aurelio De Laurentiis, presidente del Napoli, ha spiegato in un’intervista rilasciata al settimanale “Monaco Hebdo” le modalità contrattuali per ogni nuovo acquisto: “Vero, faccio firmare ai miei calciatori contratti di 120 pagine. Non penso a come è stato fatto in passato, io penso che ogni cosa si possa cambiare. Non comprerei un calciatore che non mi cede tutti i suoi diritti d’immagine, anche con gli attori faccio allo stesso modo. Qualcuno mi prendeva per pazzo”. Nei contratti i diritti d’immagine giocano un ruolo fortissimo: l’esempio più lampante fu quello di Cavani che lasciando il Napoli, club che segue fin dai tempi della serie C la linea intransigente dell’acquisizione del 100% dei diritti d’immagine dei propri tesserati, e passando al Psg (club in cui i diritti d’immagine sono “free”), triplicò i propri guadagni. Inoltre, il presidente azzurro ha dichiarato che nell’affare Lavezzi e Cavani non ha avuto nessun tipo di rancore: “Non ho rimpianti per Lavezzi e Cavani. Ho venduto il primo a 33 milioni ed il secondo a 65, credo sia stato un buon affare. Cos’è la napoletanità? E’ come il sale ed il pepe che danno sapore a tutti i piatti”.

SUPERARE I LIMITI – Il Napoli, forte del centravanti Gonzalo Higuain, non si pone limiti per l’anno prossimo anche se sarà difficile ridurre il gap con la Juventus: dopo l’arrivo di Pjanic e Dani Alves i bianconeri sembrano sempre più irraggiungibili. Inoltre, lo stadio di proprietà garantisce molti fondi-extra alla società di Agnelli e, proprio su quest’ultimo punto, De Laurentiis ha concluso la sua intervista: “E’ difficile battere la Juve per la sua grande stabilità economica. Possono spendere tre volte quanto spendiamo noi, mentre a Napoli io sono dovuto ripartire da zero. Di cosa da fare ce ne sono tante, a partire dallo stadio che mi viene dato un giorno prima della partita. Sono quarant’anni che non viene effettuato un lavoro dal Comune, che è proprietario dell’impianto”.