Argentina, Maradona difende Messi e attacca la federazione

Argentina, Maradona difende Messi e attacca la federazione

Diego Armando Maradona - Fonte: account Facebook ufficiale di Maradona
Diego Armando Maradona – Fonte: account Facebook ufficiale di Maradona

Qualche settimana fa gli riservò l’ennesima stoccata, ora Diego Armando Maradona difende a spada tratta Leo Messi e lo invita a non lasciare la Selecciòn. Gli fa eco il presidente Macri.

I giorni di quel conciliabolo con Pelè a microfoni accesi non sono lontani. In quel breve scambio di parole con O’Rei, Diego Armando Maradona espresse la sua opinione su Leo Messi, da lui ritenuto senza la giusta personalità per guidare la Selecciòn argentina, dose poi rincarata puntualmente alla vigilia della finale: “Se non vinceremo, è meglio che non tornino a casa”. Ora che quella finale l’Argentina l’ha persa per davvero, Maradona fa un piccolo passo indietro, soprattutto nei confronti di Messi, che subito dopo la partita ha annunciato il proprio addio alla nazionale. Secondo Maradona la Pulce deve assolutamente continuare ad indossare la maglia dell’Albiceleste, con l’obiettivo di vincere il mondiale in Russia tra 2 anni: “Messi deve continuare con la Seleccion. Deve continuare! Perché arriverà in Russia nelle condizioni per diventare campione del mondo”.

Maradona ha anche un consiglio per Messi, che a suo dire ascolta le persone sbagliate: “Si deve appoggiare più su coloro che lo possono aiutare a portare avanti la squadra e meno su quelli che gli dicono di andarsene. L’hanno lasciato solo, ma io non voglio lasciarlo solo. Voglio parlargli”. Il discorso concede al Diez di scagliare una bordata nei confronti della federazione argentina, in pieno stile Maradona: “Gli fanno mettere la faccia per coprire tutti i disastri che hanno commesso”. Per quanto riguarda Leo Messi, è della stessa opinione anche il presidente argentino Mauricio Macri, che ha definito in questo modo l’attuale numero 10 e capitano della Selecciòn: “Messi è il più grande che abbiamo in Argentina, dobbiamo prenderci cura di lui. È una fortuna, una allegria della vita, un regalo di Dio avere il miglior giocatore di calcio del mondo in un Paese tanto calciofilo come il nostro”.