José Mourinho, il vincente che cura i dettagli: mentalità, meritocrazia e gruppo

Importante e decisivo l’impatto di José Mourinho nel mondo Red Devils: gruppo, meritocrazia e mentalità vincente.
Che fosse Special è cosa ormai nota, risaputa. Che fosse un condottiero, anche. Ciò che sta creando sulla panchina del Manchester United, però, sta facendo riscoprire un José Mourinho forse diverso, nuovo, agli occhi di chi lo ha conosciuto come burbero, distaccato e “antipatico”. E sono proprio i calciatori a parlare dell’impatto del portoghese in casa Red Devils e in una Premier League che lo aveva già visto protagonista in passato. La rivoluzione, silenziosa, che ha portato in casa United passa tra le stanze segrete dell’Old Trafford, più che tra le scrivanie degli uomini mercato del Manchester. Certo, Mourinho qualche bel regalo se lo è concesso. Tutto normale per una squadra come quella inglese e per un allenatore vincente che vuole continuare a trionfare. Il suo operato, i suoi modi, il lavoro, ma soprattutto la mentalità inculcata dal portoghese al suo nuovo gruppo, sono questi i punti che stanno facendo la differenza al Manchester United. Si vede, in campo e fuori. Lo ammette lo stesso Wayne Rooney, il capitano di mille battaglie.
La meritocrazia e il gruppo “Special” di Mou
“Credo che la differenza quest’anno sia proprio questa, ognuno di noi sa che lavorando sodo alla fine avrà l’opportunità di mostrare il proprio valore. Lo scorso anno molti giocatori sapevano di partire dalla panchina già in settimana. Altri addirittura non viaggiavano neanche con la squadra. Quest’anno siamo più gruppo ed è questa la nostra vera forza”, ha parlato così capitan Rooney. Il gruppo, parola fondamentale. Vincente, se si ha l’abilità e la fortuna di crearlo. José Mourinho ci sta riuscendo, forse ci è già riuscito. Impresa non facile, ardua, se si pensa agli elementi che fanno parte di quello spogliatoio: Zlatan Ibrahimovic, per citarne uno, ma anche Paul Pogba, lo stesso Rooney, Mata, Fellaini, Valencia ed altri ancora. Inculcare a giocatori navigati lo spirito di gruppo, chiarire agli elementi poco impiegati durante l’anno che per ognuno di loro ci sarà una possibilità, che per tutti sarà riservato un posto nella storia. Gloria eterna, o oscuro baratro. Saranno loro gli artefici del proprio destino, i calciatori. Impegno e dedizione, lavoro e sacrificio. Meritocrazia. Così si costruisce la mentalità, quella vincente. Ed il sorriso, che non guasta mai.
Mentalità vincente
“Se pensate agli anni in cui ha vinto il titolo con il Chelsea, è sempre partito bene. Questo è buono per noi come squadra, ci sentiamo più sicuri delle nostre capacità. José ha portato nello spogliatoio la sua mentalità vincente e i giocatori lo hanno percepito, una cosa che probabilmente ci è mancata negli ultimi due anni”, e se lo dice Wayne Rooney diventa tutto così attendibile. Chiaro. E il lavoro dello Special One diventa, d’un tratto, ancora più rilevante e significativo. Una piccola impresa, una rivoluzione. Silenziosa. Una rinascita dalle ceneri, partire dal basso, dalle piccole cose. Dai dettagli. Per elevarsi, migliorare. Vincere e sorridere, con mentalità e fame. Quella che a Mourinho mai è mancata durante la sua lunga carriera sulle panchine d’Europa.
In attesa dell’impresa
Non ha impiegato tanto tempo ad integrarsi allo United lo Special One. Tre vittorie di fila in Premier League, l’ultima contro l’Hull City, e la Community Shield conquistata. Il primo trofeo alzato al cielo con il Manchester United. Con il suo gruppo, vincente. E chi ben comincia è a metà dell’opera. Nemmeno Alex Ferguson aveva fatto tanto, vincere le prime tre partite di campionato da neo allenatore dei Red Devils. Nell’ultima giornata di campionato Mourinho ha eguagliato il record di Sir Matt Busby, mai battuto dal 1946. E il 10 settembre c’è il Manchester City di Pep Guardiola. Lo Special One proverà l’impresa, doppia, quella di vincere il derby e conquistare la quarta vittoria consecutiva da nuovo tecnico del Manchester United. Una partita che non sarà certo decisiva per la stagione, ma interessante quello sì. Il gruppo c’è, la rivoluzione silenziosa di Mourinho va avanti. Continua, incessante. Senza sosta. Attenzione ai piccoli dettagli, meritocrazia, sorrisi e lavoro. E mentalità, da trasmettere ai propri giocatori. Ce l’ha innata il tecnico portoghese, quella davvero non si insegna.
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