Milan “interista”, Shevchenko: “Magari gli cambieranno nome”
Milan “nerazzurro”? Il timore di diversi illustri ex giocatori del ‘Diavolo’ prende sempre più sostanza. C’è perplessità per i recenti ingressi nel nuovo organigramma societario voluto dai cinesi di figure in passato attive nei quatri dirigenziali dell’Inter. A diversi mostri sacri del passato rossonero non è piaciuta molto la nomina di Marco Fassone a nuovo ad milanista. Demetro Albertini aveva twittato con fare orgoglioso qualche giorno fa: “Io non sono interista”. Più duro Billy Costacurta: “Che il Milan non si azzardi nemmeno a chiamarmi”. Paolo Maldini si era autoescluso da qualsiasi eventualità di entrare a far parte del club per il quale ha dato tanto nel corso degli anni. Oltre a Fassone, nel Milan c’è un altro ex dell’Inter: si tratta di Massimiliano Mirabelli, ex capo degli osservatori del ‘Biscione’ e futuro direttore sportivo dei rossoneri.
“MILAN? ORA GLI CAMBIANO NOME”
A proposito di ciò si è espresso anche Andriy Shevchenko: “Sono venuto a conoscenza del fatto che alcuni dirigenti in passato all’Inter stanno confluendo nel Milan. Magari adesso cambieranno anche nome al club. Sono curioso di vedere le mosse della nuova proprietà, le scelte che faranno e gli uomini ai quali intenderanno affidarsi. Si è parlato molto negli ultimi anni di una svolta necessaria ma adesso il tempo delle chiacchiere è finito ed occorrono subito i fatti. Ci vorrebbe uno come Maldini, ma anche Albertini e Costacurta sarebbero perfetti. Tassotti? Sta bene dove sta, ovvero al mio fianco come mio vice”. Shevchenko lasciò il Milan dopo 175 gol segnati in tutte le competizioni dal 1999 al 2006 e nel 2008/2009. Attualmente ‘Sheva’ è il commissario tecnico dell’Ucraina. Con lui in panchina c’è Mauro Tassotti, altra figura di rilievo della storia del Milan, in cui è rimasto come collaboratore tecnico ed allenatore in seconda di vari tecnici che si sono avvicendati negli ultimi 15 anni sulla panchina rossonera.
SERVE UNA LEGGENDA
Lo stesso Tassotti ha commentato senza troppi drammi la sconfitta contro l’Udinese: “Non bisogna abbattersi. Sono fuori dal Milan da appena un mese e dare un giudizio adesso sarebbe affrettato, sia nel bene che nel male. La mia convinzione comunque è che si tornerà a vincere. Serve però una leggenda in organico ed il nuovo Milan farebbe bene ad avvalersi di una figura carismatica, competente ed amata da tutti”. Il più papabile attualmente potrebbe essere Massimo Ambrosini, ad oggi commentatore tecnico per Sky Sport. Il Milan dei cinesi, pur essendo ancora in fase embrionale, non sembra essere partita con il piede giusto. Non si discute la professionalità di Fassone e Mirabelli, ma l’esperienza all’Inter pesa ancora. Nel calcio l’appartenenza è qualcosa che resiste sempre fra tifosi e personalità illustri ormai appartenenti al passato. Stona quindi la decisione di assumere due figure che fino a poco tempo fa si trovavano sull’altra sponda dei Navigli.
ALLA FINE NON CAMBIERA’ NULLA?
In questo senso il nuovo Milan sembra percorre le orme di quello vecchio in termini di progettualità. Negli ultimi anni tale componente è mancata, mentre adesso sembra voler partire senza una identità precisa. Si ripete a parti inverse quanto capitato con Leonardo. Passato dai quadri dirigenziali rossoneri alla panchina milanista, approdò su quella interista l’anno dopo nonostante le numerose critiche. Idee poco chiare dunque per il nuovo corso rossonero. Manca una figura in grado di catalizzare consensi e competenza, forse per il timore che una celebrità vintage possa risultare dannosa sul medio-lungo periodo.