Vardy corre, Mahrez trasforma: Leicester in Champions, cronaca di un esordio

Vardy corre, Mahrez trasforma: Leicester in Champions, cronaca di un esordio

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Le Foxes di Ranieri conquistano la vittoria nella prima storica gara in Champions: “Dilly-ding, dilly-dong”, è arrivato il Leicester.

Borsa in spalla, pullman pronto, direzione aeroporto. Si vola in Belgio. E giù con i pensieri, i ricordi. Da dove è partita la truppa di Claudio Ranieri forse non lo ricorda nessuno, ma tutti hanno ancora chiaro nella mente e negli occhi il miracolo Leicester: la Premier League conquistata, gli occhi stropicciati e gonfi di lacrime, la gioia di un popolo e non solo. Perché il Leicester è diventata la squadra di tutti, anche di noi italiani. Grazie a Claudio Ranieri, ovviamente. Un miracolo. Un titolo, il primo, e una Champions League tutta da giocare. Da vivere. “Dilly-ding, dilly-dong, we are in Champions League” mister Ranieri l’avrà ripetuto all’infinito. Una sveglia sempre accesa, un monito e uno scaramantico augurio, una campanella a moto perpetuo, continuo, che ricorda alle Foxes da dove sono partite e il posto in cui sono arrivate. Lo Stadio Jan Breydel di Bruges, per l’esattezza. Questo il teatro della prima storica partita del Leicester in Champions League.

Lo sguardo di Vardy e le scarpette di Danny

Sguardi tesi e risate nervose nella classica passeggiata sul campo, un pre-partita diverso dagli altri. L’aria non è certo quella di casa, i colori tutti nuovi, i primi tifosi che invadono le tribune e che urlano parole incomprensibili. Schmeichel sorride, Mahrez lo segue a ruota e osserva da lontano la porta. La scruta. Morgan riflette e si guarda intorno, pensa. Huth e Fuchs con ampi gesti delle mani disegnano traiettorie, movimenti di coperture e diagonali. Attenzione alta, concentrazione. Quella che non manca a Jamie Vardy.

Sorride l’inglese, poi lo sguardo diventa serio. L’operaio che ha vinto la Premier e ha conquistato la Champions. Per lui ora non c’è coprifuoco che tenga, non si dorme. “Dilly-ding, dilly-dong”, c’è da esordire in Europa. Mani dietro la schiena, sguardo sereno e fiero. Claudio Ranieri entra così negli spogliatoi dello Jan Breydel. Varca la porta, guarda i suoi ragazzi e sorride. Non c’è bisogno della campanella ora, sono già tutti attenti. Drinkwater ha ormai le scarpette ai piedi, forse le indossava già in aereo. C’è chi giura di averlo visto riscaldarsi già in pullman, a Leicester. Sguardo fisso sul mister, l’italiano sorride, china il capo. Sorride ancora.

Dilly-ding, dilly-dong, we are in Champions League

“Ascoltate bene l’inno della Champions stasera. Caricatevi a dovere. Dilly-ding, dilly-dong, we are in Champions League”. Perché aggiungere altro? Non servirebbe. Lavagna in mano, 4-4-2: Schmeichel in porta, Hernández a destra con Fuchs a sinistra. Capitan Morgan e Huth centrali. Mahrez parte largo a destra, come al solito. Amartey in mezzo al campo, Albrighton sull’out mancino. Drinkwater è già in campo. Il nuovo acquisto Slimani affianca l’operaio d’oro in avanti. Vardy. Le Foxes entrano nel rettangolo verde per il riscaldamento e da uno spicchio di gradinata ecco sbucare anche i tifosi inglesi. Sorrisi e saluti. Orgoglio. Ultimi scatti, un allungo e via di nuovo negli spogliatoi. Tutto pronto, finalmente. Capitan Morgan è lì davanti al gruppo, è il momento. Squadre schierate, parte l’inno e in un baleno gli occhi, emozionati e un po’ smarriti, si riempiono di lacrime ed orgoglio. Di ferocia e audacia. Le volpi sono pronte a mordere, ancora una volta.

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Storico Albrighton e l’artista Mahrez

Inizia la gara e il Leicester capisce subito che la Champions è cosa seria: minuto 4, Diaby trova Izquierdo che calcia di prima, ma la sfera termina a lato. Morgan urla qualcosa, Drinkwater richiama tutti all’attenzione. Testa bassa e si riparte, anche bene. Minuto 7, rimessa lunga di Slimani deviata, Butelle esce male e la palla arriva ad Albrighton per il primo storico gol del Leicester in Champions League. Ranieri predica calma, è ancora presto. Infatti il Club Brugge riparte a testa bassa, ma con intensità, creando non pochi grattacapi agli inglesi. Morgan sfiora la rete del raddoppio, ma poi ci pensa Mahrez. Vardy si invola verso la porta con una delle sue galoppate che trasudano ferocia e fame agonistica. Una di quelle alla Jamie, per intenderci. Capitan Simons non può far altro che stendere l’inglese, imprendibile e ormai lanciato a rete. Calcio di punizione dal limite, sulla palla ci va Mahrez ed è un lampo nel cielo blu di Bruges. Una pennellata decisa sul quadro della serata, dai colori accesi. Che diventa splendido, dopo quello schizzo algerino.

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Corri Jamie, corri!

Dilly-ding, dilly-dong, finisce il primo tempo. Ranieri nasconde il sorriso dietro la faccia preoccupata. Italian-style. Intanto Drinkwater non si trova, è ancora in campo. “Qualcuno chiami Danny, please”. Parte la ripresa, il Club Brugge ci prova, ma le Foxes hanno già morso. Vardy ancora no, ma è decisivo. Ancora. Al 60′ l’attaccante si fionda sull’ennesimo appoggio errato della difesa belga nel giro palla ed è una saetta. Controllo perfetto e scatto verso la porta, condizione atletica straripante, il gol sembra vicino ma Butelle lo abbatte. Vardy vola in cielo e atterra in area di rigore. Sidiropoulos indica il dischetto, Mahrez calcia forte e fa doppietta. “Grazie Jamie”, avrà pensato. Per la seconda volta.

Il triplice fischio finale è suono dolce, atteso, che ricorda la campanella di Ranieri. Ora ha smesso di suonare, il Leicester è sveglio: occhi sgranati, gli stessi che guardano e abbracciano i tifosi inglesi volati in Belgio per non perdersi lo storico esordio in Champions. Borse di nuovo pronte e in spalla, si torna a casa tra cori, sorrisi e foto. Con la consapevolezza di aver scritto una nuova pagina di storia delle Foxes. Leicester si è risvegliata col sorriso stamattina, con il faccione allegro di Ranieri in prima pagina su tutti i quotidiani. Qualche ora di riposo, poi però si riparte. C’è la Premier da onorare, dopo una partenza a rilento. E allora Dilly-ding, dilly-dong, sveglia, c’è il Leicester dei miracoli.

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