Curtis Davies, l’usato sicuro è tra i migliori difensori inglesi

Curtis Davies, l’usato sicuro è tra i migliori difensori inglesi

Curtis Davies, Hull City
Curtis Davies, Hull City

I numeri parlano chiaro: Curtis Davies è tra i migliori centrali di difesa d’oltremanica. Grande avvio di stagione per il capitano dell’Hull City, meglio di Stones e Cahill.

31 anni e non sentirli. Curtis Davies è così: faccia pulita, fisico mastodontico e pochi fronzoli per la testa. La sua storia attuale, fatta di numeri e statistiche, racconta di un tassello difensivo eccezionale, capitano ed emblema dell’Hull City. Quella passata di un talento che ha dovuto abbandonare la metropoli per trovare la sua giusta dimensione in provincia. Da Londra fino alla consacrazione definitiva nello Yorkshire – proprio tra le file dei Tigers –  nel mezzo il tempo di imporsi anche all’Aston Villa e al Birminghan City.

Avvio da leader

Davies ha iniziato la stagione alla grande, da vero leader dello spogliatoio della formazione allenata da Mike Phelan. 7 punti in quattro incontri di Premier League – unica sconfitta contro i Red Devils targati Ibra&Mou – e una bella vittoria in Coppa di Lega contro l’Exeter. In una formazione in cui non spiccano nomi di rilievo (i più conosciuti al grande pubblico sono Abel Hernandez e Tom Huddlestone), a fare la differenza è proprio il centralone originario di Leytonstone tutto carisma e coraggio, senza dimenticare l’attenzione per i dettagli.

I numeri parlano chiaro: 4 apparizioni in Premier League per lui, 360 minuti in totale, 88% di passaggi riusciti (la metà dei quali ha trovato un compagno libero a oltre 40 metri di stanza), 70% di duelli individuali vinti (63% palla a terra, 72% aerei), una media di 8 palloni intercettati a gara. Shakerare, agitare bene et voilà il gioco è fatto. Davanti a noi abbiamo, al momento, il miglior difensore inglese, con colleghi di livello come Gary Cahill, John Stones e Chris Smallin decisamente staccati. Se è vero che i parametri dei tre sopracitati possano essere migliori – ma non di molto – di quelli di Davies per quanto concerne il gioco con la sfera, a fare le differenza è la capacità del capitano dell’Hull di sbrogliare le matasse difensive, il tutto in una squadra che si ritrova spesso e volentieri a boccheggiare davanti ai Top Player presenti in terra d’oltremanica.

Curtis Davies, Hull City
Curtis Davies, Hull City

Curtis Davies, pane per Big Sam

Nella ricostruzione della Nazionale di Sua Maestà, “Big” Sam Hallardyce potrebbe finire per pensare proprio a lui. Curtis Davies ha già avuto la possibilità di vestire la casacca dei “Leoni” ai tempi di Capello (prima apparizione sulla panchina britannica), salvo poi ritrovarsi escluso nonché lontano dai riflettori a causa di brutto infortunio al tendine d’achille che ne aveva arrestato la carriera. Servirebbe eccome un giocatore del suo carisma e dalla spiccata tempra morale per rifare grande l’Inghilterra. Proprio lui che ai tempi dell’esordio in Premier League, nel lontano 2008, spiegò:

“Prestazione soltanto spaventosa. Non ho contribuito alla partita. Ho sbagliato io, dicendo di essere pronto, ma ovviamente non lo sono. Io non sono ancora abbastanza bravo per arrivare in prima squadra. Sono onesto con me stesso in ogni prestazione e questa è stata spazzatura. Ho giocato come un calciatore da pub”

Curtis Davies, Hull City
Curtis Davies, Hull City

Attenzione però ad esaltarsi troppo. L’Hull City ha ritrovato la Premier League dopo un anno di sofferenze in Championship. Una cavalcata avvincente quella dei Tigers culminata lo scorso fine maggio con la vittoria nei playoff che ne hanno decretato la promozione. Quel giorno, fu proprio Davies a stappare lo champagne – nel vero senso della parola – con tanto di medaglia al collo. Adesso che la cima è stata nuovamente raggiunta, non è di certo il tempo di mollare, tutt’altro è quello di crescere e confermarsi.

Stefano Mastini