Più sono grandi, più fanno rumore quando cadono

Più sono grandi, più fanno rumore quando cadono

Inter Juve Banega Dybala

L’Inter vince, la Juventus perde. Sogno o realtà? Tutto vero, ma c’è da capire se è stato realmente solo merito dei nerazzurri o se anche qualche bianconero ci ha messo lo zampino. 

Una sconfitta in casa dell’Inter. Un match contro una rivale storica che talvolta può prescindere dalle “normali” regole del calcio. Ci può anche stare…ma non per la Juventus. Non la Juventus che ha speso 90 milioni per Higuain per poi lasciarlo in panchina. Non la Juventus che ha comprato Benatia, Pjanic e Dani Alves. Non la Juventus che deve vincere campionato e Champions League. La sconfitta ha fatto da subito partire una caccia alle streghe per individuare il colpevole della disftatta: Allegri? Dybala? Pjanic?

CACCIA ALLE STREGHE

La verità è che nessuno ha mai vinto nulla a parole. Tutto ciò che deve essere, va provato sul campo. E la prova del campo talvolta porta all’impronosticabile, proprio perché ogni partita fa storia a sé. L’Inter ha giocato una buona gara, difendendosi con ordine e sfruttando ciò che la Juventus gli ha concesso. I bianconeri, dal canto loro, non si sono espressi sui loro soliti standard ed il problema è stato, più che degli interpreti, dell’interpretazione del match da parte di allenatore e giocatori.
Partiamo da un presupposto. Dire che l’Inter ha vinto perché Allegri non ha schierato Higuain è totalmente sbagliato, ed è sbagliato per due motivi. Il primo è che il tecnico toscano conosce meglio di chiunque altro l’attuale condizione fisica del Pipita, reduce da tre match in una settimana. La seconda è che se anche la scelta fosse stata puramente tecnica, Mandzukic non è l’ultimo servo della gleba ed i bianconeri avrebbero potuto vincere in ogni caso. La scelta di Allegri che, osservando il match, fa più discutere è un’altra. E riguarda la posizione in campo di Miralem Pjanic.

QUESTIONE DI POSIZIONE

Il bosniaco è stato schierato da regista. Probabilmente con l’intenzione di creare un asse centrale con Bonucci e Dybala che garantisse costantemente un playmaker capace di creare gioco in ogni zona del campo. In realtà questa mossa è stata saggiamente sabotata da De Boer con il suo contro-asse Icardi/ Banega / Medel. I tre nerazzurri hanno costantemente prestato i registi di Allegri, sporcando le linee di passaggio ed impedendo ai campioni d’Italia di far girare la palla in maniera fluida come al solito.

Come se non bastasse, la non eccezionale propensione difensiva del bosniaco ha favorito a sua volta il gioco degli avversari. Banega è fondamentalmente l’unico uomo dell’Inter in grado di far girare palla e collegare tra loro i reparti e la marcatura di Pjanic nei suoi confronti è stata quasi totalmente inefficace. Dalle invenzioni dell’argentino sono dunque nate le maggiori iniziative della squadra di casa. Che ha saputo difendersi con intelligenza e sfruttare le falle intraviste nel quasi impenetrabile schermo bianconero.

CAMBIO IN CORSA

In partite come queste bisogna dunque avere l’elasticità di sapersi adattare ad un modo di giocare verso cui l’avversario ci sta spingendo. Se dal punto di vista fisico ai difensori dell’Inter c’è poco da dire, molto si può criticare sulla loro capacità di posizionamento e marcatura. Proprio per questo, al gioco centrale e nello stretto risultato inefficace, era preferibile cercare con più costanza i cross dal fondo. Per sfruttare le mancanze dei nerazzurri e le caratteristiche da ariete di Mandzukic. La dimostrazione di ciò è anche pratica. Il gol e le occasioni migliori dei bianconeri sono arrivate proprio in queste situazioni di gioco.

Ergo: cosa poteva fare Allegri? Inserire un marcatore puro davanti alla difesa per cancellare Banega (e così il gioco dell’Inter). Sfruttare la fantasia di Pjanic in una zona di campo più avanzata. A quel punto il baricentro dell’Inter sarebbe arretrato ancor di più, Dybala avrebbe avuto un supporto più vicino con cui duettare ed allargare il gioco sulle fasce sarebbe stato più semplice.

ECCESSO DI UMILTÀ

E’ molto facile parlare con il senno di poi. Criticare scelte e ragionare su cosa poteva essere. Fatto sta che la Juventus non è stata la Juventus semplicemente per non aver fatto la Juventus. Detta così sembra uno scioglilingua ma l’affermazione ha il suo senso. I bianconeri sono scesi in campo forse rispettando eccessivamente l’avversario, autore sì di un’ottima partita ma che non avrebbe avuto scampo contro la solita Vecchia Signora. La squadra di Allegri non ha mai rischiato la giocata. Mai forzato un pressing. Mai azzannato al collo la preda barcollante come fa di solito. L’avversario ha intravisto uno spiraglio e ci si è inserito di forza, portando a casa tre punti importantissimi e minando le certezze di chi avrebbe dovuto asfaltare tutto e tutti.

Si riparte dunque da zero. Con un Napoli sorprendentemente in testa. E la consapevolezza che anche i potenziali immortali possono in qualsiasi momento sanguinare.