Lo sciagurato Manolo

Lo sciagurato Manolo

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Non è iniziata nel migliore dei modi la nuova stagione azzurra di Gabbiadini: l’esplosione di Milik, i soliti problemi in un ruolo non suo e il gol che non arriva.

Sciagurato, sfortunato, triste. Eppure la tristezza accumulata di partita in partita nella scorsa stagione alle spalle di uno straordinario Gonzalo Higuain, un marziano in stato di grazia, quest’anno avrebbe dovuto lasciare spazio ad ampi sorrisi sul volto di Manolo Gabbiadini. E invece no. Non trova pace all’ombra del Vesuvio l’attaccante bergamasco. Non capita spesso di ritrovarsi in squadra un compagno di reparto famelico come l’argentino azzurro dell’ultimo anno, non uno che realizza 36 gol in una sola stagione. Venduto Higuain, in cuor suo Manolo ha tirato un sospiro di sollievo e abbozzato un mezzo sorriso, lui che di mostrare le rughe e i denti, felice, non è davvero abituato. È fatto così Gabbiadini: introverso, riflessivo, solitario. Sfortunato. Certo, perché quando l’estate era più calda e gli azzurri si ritrovavano a sgobbare tra le montagne di Dimaro, Manolo Gabbiadini si è fatto notare da tifosi e addetti ai lavori per gol realizzati e ritrovata verve. In campo e fuori. Un fiume in piena il triste Manolo, che già pregustava titolarità e un campionato da protagonista.

E poi c’è Milik

Il Napoli, però, cerca un bomber. Prima Icardi, poi Kalinic, un rinnovo che tarda ad arrivare e i primi mugugni. Il Napoli decide di trattenere l’ex Sampdoria e Manolo ritorna a segnare in amichevole. Non è una prima punta, in campo non è solitario come nella vita, sul rettangolo verde cerca compagnia e assistenza. Il suo miglior amico, però, è il suo sinistro: un lanciarazzi di inaudita potenza e rara precisione, ma giocare spalle alla porta lo disinnesca prima ancora di poter premere il grilletto. Punta spuntata, un bombardiere senza arma. Gabbiadini è pero ragazzo d’oro e professionista serio. Sa cosa chiede Sarri e si impegna, pur snaturandosi, per dare al suo allenatore quello che cerca. A Pescara parte titolare, ma delude.

Poi c’è Milik, che già all’Adriatico aveva lasciato intravedere buone giocate. Contro il Milan tocca a lui: un tap-in maldestro, errato, finisce in rete mettendo fuori causa Donnarumma per il primo gol azzurro del polacco in Serie A. Il secondo è potenza pura, colpo di testa sul palo lontano. Gabbiadini osserva dalla panchina, Insigne lo chiama e sembra dire: “Manò, Mertens sta andando alla grande e lo spilungone ha segnato. Qui non giochiamo più”. Gabbiadini annuisce, quella sera non vedrà il campo.

L’inopportuno Posavec e il Bologna al San Paolo

A Palermo c’è ancora Milik in avanti, stavolta con Insigne. Manolo entra solo nella ripresa: corre, si impegna, al 76′ si insinua anche tra le maglie rosa della difesa di casa e di sinistro per poco non trova la prima gioia personale. Palla fuori, Posavec è l’incarnazione della sfortuna, quella dell’attaccante azzurro. Male il croato sul primo gol di Callejon, malissimo sul secondo, ma a Gabbiadini quel diagonale lo para. Di coscia. Lo sciagurato Manolo. Grido di gioia strozzato in gola, l’attaccante prende posto in area per il calcio d’angolo. Intanto pensa. Alla prossima gara, Napoli-Bologna.

E’ titolare Gabbiadini, di fronte la sua ex squadra, nella testa la voglia di fare bene e di trovare il suo primo gol in campionato. Minuto 11′, contropiede, Insigne porta palla: movimento ad andare al centro, poi rapido cambio di direzione verso l’esterno, Insigne lo guarda, poi avanza e calcia. Fuori. Prima occhiata tra i due, l’attaccante di Frattamaggiore sorride, il bergamasco un po’ meno. Minuto 13′ Insigne controlla palla sull’out di sinistra, Gabbiadini finge di attaccare la porta e poi si defila, portando con sé un difensore: Callejon sfrutta lo spazio, arriva veloce sul secondo palo, assist di Lorenzo e vantaggio azzurro. Sorride Manolo, Callejon lo stringe forte. Il momento è arrivato, energie positive. Il gol è nell’aria. Raccontatelo ad Insigne.

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Un “cinque” non reso e un “Armadius” devastante

Per il biondo napoletano è troppo ghiotto l’assist di Hamsik e la posizione in area di rigore per non calciare al 19′, Gabbiadini al centro non c’era, poi al 24′ l’ennesimo scatto in profondità dell’attaccante, ma Lorenzo calcia ancora da lontano. L’ex Atalanta, allora, ci prova dalla distanza, ma Da Costa si fa trovare pronto. All’ennesima palla chiesta e non ricevuta, però, Manolo esce dal silenzio e qualcosa deve averla detta al ragazzo di Frattamaggiore, il quale non si è lasciato poi pregare per la risposta. Scaramucce da campo, certo, ma a Gabbiadini proprio non va giù. Milik pronto, entra lui al suo posto: il San Paolo incoraggia il bergamasco tributandogli un caloroso applauso, Gabbiadini ricambia con le mani al cielo, ma non risponde al “cinque” chiesto da Insigne. Sfortunato lo è, arrabbiato pure.

Esce a testa bassa, alza il capo solo per ricambiare l’applauso dei suoi tifosi, poi ancora testa bassa. In panchina. Milik entra, l’assist che Manolo ha chiesto per tutta la partita lo sforna Hamisik, regalandolo al polacco per il gol del vantaggio. Attacco della profondità e tocco morbido a scavalcare il portiere, non certo uno scatto da “Armadius” d’area di rigore. Un movimento alla Gabbiadini, così segna e decide la partita Milik. Quanto è strano e beffardo il destino. Manolo guarda, registra, pensa e china il capo. Di nuovo. Lo rialza solo per ammirare la bordata di mancino dalla distanza per il secondo gol di serata del neo-entrato. Un’altra rete alla Gabbiadini: sinistro preciso e potente. Sembra un film, uno di quelli comici, ma che non fa certo ridere. Figuriamoci uno come lui. Risate amare.

Ritrovare gol e sorriso

“Manolo ha bisogno solo di trovare la rete. Come sempre, ad inizio stagione, non è ancora in condizione.  Ha bisogno di gol e non di parole”, ha tuonato mister Sarri nel dopo gara. Uno che in Gabbiadini, malgrado il minutaggio della scorsa stagione, ci crede eccome. “Purtroppo Manolo non ha ancora segnato,  gli ho detto di aspettare perché arriverà il suo momento. Non mi ha dato il cinque, ci sta. Stava uscendo ed era un po’ triste, ma tra di noi non è successo niente”, chiude così la questione Insigne. Eppure qualcosa nell’animo e nella mente di Gabbiadini è successo: una stagione intera dietro ad un marziano argentino, nonostante ciò 9 reti in poco più di 900 minuti totali, 20 gol tra Napoli e Sampdoria due stagioni fa, ora l’esplosione di Milik e l’oblio. L’ennesimo. Lo sciagurato Manolo.

Ma, se è vero che la fortuna la si crea da soli, allora l’attaccante azzurro può essere il primo alleato di sé stesso. “Momento difficile, ma grazie al vostro affetto tutti insieme lo supereremo. Forza Napoli sempre”, è il primo passo social verso una rinascita che tarda ad arrivare. Gabbiadini serve al Napoli come il Napoli serve a Gabbiadini. Lui insieme a Milik. Il bergamasco non sarà una vera prima punta, ma il gol gli scorre nel sangue e nel sinistro, e quello sì che è il suo più grande amico. Più forte della sfortuna, più potente del destino. Spesso beffardo. Allo sciagurato Manolo occorre serenità e calma, il sostegno di tutti ed un gol. Per regalare e regalarsi un sorriso, quanto mai atteso. Anche da uno come lui: introverso, riflessivo, solitario. Sfortunato.

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