Verdi speranza

Verdi speranza

verdi bologna

E’ Simone Verdi la vera grande novità di questa stagione: non un volto nuovo, certo, ma un calciatore ormai maturo e importante per il Bologna di Donadoni.

Questa estate sarà passata inosservata, in un primo momento, la notizia del suo acquisto direttamente dal Milan, che ne deteneva il cartellino, ma ad oggi quella operazione di mercato si è rivelata tanto importante quanto vincente. Simone Verdi è l’uomo in più di questo Bologna targato Donadoni. La sua speranza. Dopo le partenze di Brienza e Giaccherini c’era bisogno di trovare un calciatore dalle caratteristiche importanti: trequartista, piede buono, magari bravo con entrambi i piedi, adattabile anche da ala o seconda punta. Bigon ha preso appunti e a luglio ha bussato in casa Milan: “Mi interessa Verdi, siete disposti a cederlo?”. La trattativa si apre e conclude felicemente, con i rossoneri che liberano il ragazzo a titolo definitivo dopo comproprietà, prestiti e la possibilità in rossonero che non è mai arrivata, se non in quelle due apparizioni a 17 anni in Coppa Italia nel lontano 2010.

La scommessa vincente

Insieme al classe ’92 il Bologna acquista anche Di Francesco e Krejci: scommesse più che calciatori rodati e dal sicuro rendimento. Il figlio d’arte ex Lanciano parte spesso dalla panchina in questo inizio di stagione, ma ha già trovato la rete in massima serie, il biondo nazionale ceco con il suo mancino sforna assist a ripetizione, mentre l’ex Eibar dopo la titolarità in campo ha ottenuto, meritando, anche fiducia e leadership in una squadra che sta regalando gioie ai propri sostenitori. Contro il Crotone, alla prima di campionato, Simone Verdi riassapora la Serie A dopo l’amara retrocessione del suo Carpi e l’emozione lo tradisce, in parte, anche se qualche spunto interessante si è subito intravisto e non è sfuggito agli occhi attenti di chi ha saputo osservare. Rinnovandogli la fiducia.

La gara dell’Olimpico di Torino non fa testo, Belotti è un uragano e la sua tripletta (con tanto di rigore sbagliato) stende i rossoblu che si ritrovano subito, dopo due giornate, a porsi degli interrogativi. E’ Verdi, però, dopo soli pochi giorni a fornire tutte le risposte alle domande di addetti ai lavori, tifosi e società stessa. Non a Roberto Donadoni, che in lui ha creduto sin dall’inizio e che ora raccoglie i frutti.

Il sinistro, il destro, le punizioni e le dritte di Maccarone

verdi maccaroneBologna-Cagliari, terza giornata di campionato. Calcio di punizione dalla distanza, Simone stringe a se la palla e la mette a terra. Uno sguardo alla barriera, uno all’angolo lontano, quello del portiere. E’ lì che finirà la sfera, per il suo primo gol con la maglia del Bologna. Una esecuzione particolare, di destro, lui che nasce mancino: “Nemmeno Simone sa bene se è destro o sinistro”, ha esclamato papà Verdi in una recente intervista. Frustata di destro, palla che si alza e scende veloce a fil di palo, Storari non ci arriva. Bologna-Cagliari terminerà 2-1, la sua magia è da stropicciarsi gli occhi. Specialista? Non proprio. Al Milan ha osservato calciare i grandi, ma è stato Massimo Maccarone a dargli le dritte giuste durante l’esperienza all’Empoli.

“Ho sempre avuto questa passione, fermarmi a fine allenamento e calciare le punizioni. Al Milan mi sono allenato con gente importante. Però l’unico che si è fermato e mi ha spiegato le dinamiche e ciò che bisogna fare per poter calciare in una certa maniera è stato Maccarone. Mi ha detto una cosa che mi ha colpito molto: ‘Se tu guardi le foto degli specialisti mentre calciano la palla, ti accorgi che sono tutte uguali’. E’ vero. Se guardi, ad esempio, più foto di Del Piero mentre sta calciando, la postura è sempre la stessa. La punizione è meccanica, devi trovare i tuoi passi, il modo di colpire il pallone. Poi cercare di eseguire il movimento sempre nella stessa maniera. E’ quello che sto cercando di fare”. Contro il Cagliari ci è riuscito: 1-0, palla al centro. E non è finita qui.

https://www.youtube.com/watch?v=J0e3-jK1wnE

Il gol al maestro Sarri

Dopo la punizione al bacio, per la gioia di Big Mac, Verdi si ripete al San Paolo. L’avversario è di quelli tosti, il Napoli di una sua vecchia conoscenza, Maurizio Sarri. E’ con il maestro di Figline Valdarno, infatti, che il classe ’92 ha la possibilità di crescere tecnicamente e tatticamente, di affacciarsi al mondo del grande calcio. Di giocare in un certo modo dopo i primi approcci al calcio professionistico con il Torino di Ventura. Empoli, la Serie B, una promozione conquistata e Sarri sul suo cammino ad insegnargli cos’è il calcio. In modo semplice, divertente. E lui, con la stessa semplicità, lo “ringrazia” con qualche anno di ritardo con una staffilata dalla distanza, ancora di destro, per il momentaneo pareggio del Bologna al San Paolo.

Reina beffato, Sarri pure. Dal suo piccolo, vecchio alunno. Lui che in quello stadio con la maglia dell’Empoli, e con il tecnico ancora sulla panchina dei toscani, aveva segnato la sua prima rete in A. “Ad Empoli mi avevano preso per fare il trequartista. Sono stati gli anni in cui ho fatto meglio e sono venute fuori le mie qualità. Tutti gli allenatori che ho avuto mi hanno insegnato qualcosa. Però quello che mi ha fatto fare il salto è stato proprio Sarri. C’era un rapporto speciale tra di noi e davvero mi ha insegnato tanto”, parola di Verdi.

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Il capolavoro contro la Samp, la solitudine e la crescita all’Eibar

Contro la Sampdoria Simone realizza la sua rete più bella. Finale di primo tempo, cross dalla sinistra, inserimento veloce e tiro al volo che trafigge Viviano. Gol capolavoro, tentativo coraggioso, intuizione da leader. Esecuzione di chi ha il piede buono, anzi due. Perché Simone Verdi finora ha realizzato tre reti, tutte di destro, lui che nasce mancino. Con quel piede ha disegnato l’assist al bacio per la rete di Destro e il vantaggio del Bologna contro l’Inter. Coast-to-coast, dribbling e filtrante mancino, ma non solo. Se i rossoblu riescono in quest’altra piccola impresa, strappando un punto ai nerazzurri in casa propria, è anche merito di un talento che non è più solo promettente, ma ormai chiaro agli occhi di tutti. Luminoso.

Carattere, responsabilità, leadership e tante giocate a servizio del Bologna e di Donadoni. Una crescita che passa per una tappa poco importante a livello tecnico, ma fondamentale per altri aspetti: “All’Eibar ho vissuto uno sviluppo strano della mia carriera. Nell’anno in cui ho giocato di meno sono cresciuto di più. Quei sei mesi fuori mi sono serviti tantissimo per crescere come persona e come calciatore. Un’esperienza che mi ha cambiato tanto, la prima volta in cui sono davvero andato via da solo”.

https://www.youtube.com/watch?v=C7fEF_Cvkx0

Verdi speranza e il sogno azzurro

Ora, al Bologna, solo non lo è più, ma protagonista sì. Dieci punti in classifica, idee chiare e tanta voglia di stupire. Con un sogno, la Nazionale. “Ho 24 anni, penso che ogni giocatore a questi livelli debba ambire al massimo che questo sport può offrire. Quindi arrivare in un grande club e, se si può, indossare la maglia della Nazionale”, ambizioni importanti quelle di Simone, che in azzurro ritroverebbe un’altra vecchia conoscenza, mister Ventura. Lui lo conosce bene, impiegato spesso largo nel suo “vecchio” 4-2-4 tutto cuore e corsa granata. L’Italia, però, ha basi solide, ma tante idee ancora in evoluzione. Ventura potrebbe farci un pensierino. Simone Verdi per ora si gode il suo momento di gloria e di crescita. Importante. Sognare costa nulla e Simone allora sogna: Verdi speranza, per il Bologna, per sé stesso e per un sogno tutto azzurro.

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