Un atteggiamento molto italiano

La tematica principale di Roma-Inter riguarda un possesso palla che rispecchia in pieno esigenze e possibilità di due squadre che vivono momenti agli antipodi.
Roma-Inter è un gioco di sguardi nei confronti di una medaglia in stile Due Facce: ai giallorossi il posticipo ha regalato la seconda vittoria di fila in casa, mentre per i nerazzurri è arrivata la seconda sconfitta consecutiva lontano da San Siro. Tre punti che proiettano la banda Spalletti al secondo posto in classifica e che regalano una sosta più che positiva in zona Capitale. Uno stop che potrebbe regalare un punto di svolta anche per quanto concerne il gioco. Perché a volte, che ci si creda o meno, “brutto è meglio.
“Dai dai dai!”
Nella serie tv “Boris” uno dei protagonisti, l’attoruncolo Stanis La Rochelle del bravissimo Pietro Sermonti, accusa molto spesso i suoi colleghi di lavoro di avere un atteggiamento “molto italiano”. Il leitmotiv di Stanis è strettamente legato alla lamentela e alla mancanza di qualità nella fiction. Calcisticamente parlando la Roma di stasera ha avuto un atteggiamento fin troppo nostrano, che però ha pagato.
Progettata per essere una squadra “europea”, con un gioco affascinante e scoppiettante, la Roma ha attirato l’Inter nella trappola più vecchia del nostro mondo pallonaro. Difesa-contropiede: i giallorossi hanno lasciato praticamente per tutta la partita il pallino del gioco all’Inter, come testimonia il dato del possesso palla citato dal sito della Lega di Serie A, il quale recita un 61% per i nerazzurri e un risicato 39% per i capitolini.

Una tattica che ha pagato: Dzeko tocca pochi palloni ma buoni. Salah molto spesso viene lanciato davanti alla porta, la Roma produce ben 18 tiri offensivi. Si soffre un po’ di più, non ci si trucca bene per i tifosi dell’Olimpico ma l’importante è portare a casa la giornata. E la Roma ci è riuscita benissimo, scoprendosi forse meno bella del solito ma di sicuro più efficace.
La partita di Napoli, crocevia per il secondo posto di un campionato probabilmente già deciso in partenza, darà altre indicazioni a riguardo. Contro una squadra che ama giocare a calcio Spalletti dovrà decidere se battersi alla pari all’insegna dello spettacolo oppure badare al sodo per aumentare le chances di risultato positivo.
Non è tutto da buttare
D’altro canto l’Inter di De Boer, un cantiere ancora aperto, ha dimostrato di avere un piglio più che discreto nell’impostazione del gioco. La manovra, anche se confusa, si mostra spesso positiva e con la mentalità si prova ad ovviare ad una mancanza di qualità che pare ancora atavica.
In tal senso, un giocatore come Ever Banega sembra realmente il faro del possesso palla nerazzurro. Intelligente, attento, a volte persino elegante e dunque capace di spiccare anche all’occhio più critico. L’argentino si dimostra essere il vero regista di una squadra che combatte più con sé stessa che contro gli avversari.
I grandi problemi dell’Inter continuano ad essere sostanzialmente due: una difesa poco granitica e una discontinuità allarmante che rischia di regalare solo confusione e rimpianti. I nerazzurri non vincono ormai da tre partite ufficiali. Momenti del genere danno l’impressione di poter esistere anche nell’immediato futuro, nonostante il bel gioco. A meno che, come il suo noto collega, il rampante De Boer non decida di essere anche lui “molto italiano”.
Tabellino Roma-Inter
FORMAZIONI
ROMA (4-3-3): Szczesny; Bruno Peres, Manolas, Fazio, Juan Jesus; De Rossi, Strootman; Salah (25’st El Shaarawy), Perotti (34’st Paredes), Florenzi (44′ st Nainggolan); Dzeko.
INTER (4-2-3-1): Handanovic; Ansaldi (17’st Nagatomo), Miranda, Murillo, Santon; Joao Mario (15’st Gnoukouri), Medel; Candreva (24’st Jovetic), Banega, Perisic; Icardi.
AMMONITI: Juan Jesus (R) – Ansaldi, Santon (I)
MARCATORI: 5′ pt Dzeko (R), 27′ st Banega (I), 31′ st Manolas (R)
ARBITRO: Banti di Livorno