Balotelli croce e delizia: gol ed espulsione, ma quell’esultanza dice tutto

Balotelli croce e delizia: gol ed espulsione, ma quell’esultanza dice tutto

Mario Balotelli in gol col Nizza ©Reuters
Mario Balotelli in gol col Nizza ©Reuters

E’ il più banale e scontato dei titoli, ma come sintetizzare ciò che Mario Balotelli sa essere e rappresentare?

Due episodi che hanno fruttato a Balotelli altrettante ammonizioni e quindi il conseguente cartellino rosso, per essersi tolto la maglia all’esultanza e per aver assunto una condotta antisportiva al pari del suo avversario. Sicuramente il tifo organizzato del Nizza lo avrà perdonato, vista anche la pregevole fattura che ha contraddistinto la sua rete decisiva (finta con la quale Balotelli ha sbilanciato due difensori per poi smarcarsi al tiro a girare all’incrocio sul secondo palo) arrivata in maniera inaspettata dopo una partita negativa, e non è la prima volta che accade da quando è al Nizza. ‘Balo’ ha trotterellato sul rettangolo di gioco per buona parte dell’incontro facendosi notare per la poca incisività, la lentezza nei movimenti e quella che è parsa essere una svogliatezza nel voler darsi da fare. Atteggiamento già visto più e più volte anche in passato e che per fortuna la sua prodezza individuale stavolta ha cancellato. Per questo Balotelli è croce e delizia, cosa vuoi dire ad uno cui spesso basta una sola giocata per coprire la passività di una intera partita passata da spettatore in campo? E poi, l’avete mai visto esultare dopo un gol? A Nizza sembra stia davvero trovando la felicità, purtroppo però non potrà affrontare il Lione in quello che si prospetta essere un big match un pò inatteso al nuovo start della Ligue 1 fra due settimane, dopo la sosta per le Nazionali.

TESTA E VELOCITA’

Inutile dirlo comunque, Balotelli a Nizza è diventato presto un idolo, con la gente che impazzisce se lo vede per strada. E’ questo il classico esempio di giocatore rivitalizzato dall’ambiente: al ragazzo, che tra l’altro a 26 anni non è più nemmeno così giovanissimo, servivano la provincia (ma nel caso di Nizza che provincia, posto bellissimo per vivere) e la relativa lontananza mediatica: solo in questo modo sarebbe stato possibile tenere lontana la pressione e provare a risalire la china, anche se certi atteggiamenti restano come ha dato ad intendere l’allenatore del Nizza, Lucien Favre, dopo la scoppola rimediata dalla sua squadra in settimana contro il Krasnodar per 5-2 in Europa League: “Oggi tutto si muove velocemente, dai treni ad internet alle comunicazioni, e Balotelli dovrebbe fare lo stesso”. Ma a Mario evidentemente correre non piace: questione di testa, ne è convinto anche Mino Raiola, il suo procuratore, il quale ha parlato proprio di lui qualche giorno fa in una intervista a ‘Il Giornale’ sottolineando alcuni aspetti: “Mario è un grande calciatore ma è solo Balotelli. E’ stato fortunato ad essere stato adottato da due persone fantastiche, ma crescere in una città diciamolo pure, razzista, come Brescia, lo ha influenzato in certi comportamenti. La sua testa è sempre stata un pò così, se fosse venuto su con la mentalità di Ibrahimovic avrebbe già vinto 5 Palloni d’Oro”. Un punto di vista personalissimo quello del potente agente FIFA, che afferma ciò dall’alto di una conoscenza maturata da anni con lo stesso Balotelli, il quale ha sempre pagato per atteggiamenti controversi in tutte le squadre con cui ha giocato: dall’Inter al Manchester City fino al Milan. Non c’è una esperienza nella sua carriera che non si fosse contraddistinta per regolarità, con episodi dentro e fuori dal campo che presto o tardi hanno finito col minare il rapporto di Balotelli con la piazza. Ed è stato così anche a Liverpool, al punto che Jurgen Klopp aveva deciso prima del ritiro di inizio luglio (e molto probabilmente d’accordo con la società inglese) di non concedergli neppure una possibilità dopo il rientro dalla sua seconda parentesi milanista. Mandato via senza nemmeno conoscerlo, un’altra accusa mossa da Raiola, che poi ha pensato bene di provare a rivitalizzare Mario scegliendo una soluzione che evidentemente non molto tempo prima non sarebbe mai stata presa in considerazione.

E COME LUI, BEN ARFA

Ma Nizza non è nuova al recupero di talenti smarriti: chiedere per informazioni a Hatem Ben Arfa, che l’anno scorso ha letteralmente preso per mano la squadra trascinandola fino al quarto posto e sfiorando per soli due punti la seconda posizione finale in Ligue 1, risorgendo contro tutto e contro tutti dopo che pareva essere cominciata in maniera prematura per lui la fase di inevitabile declino della carriera. Non più giovanissimo invece, Ben Arfa a 28 anni ha trovato la giusta tranquillità e con essa anche le motivazioni necessarie per riprendersi le luci della ribalta, riuscendo ad assurgersi a leader della squadra e potendo contare sulla volontà del precedente allenatore, Claude Puel, di costruire tutto il gioco su di lui. Anche Ben Arfa (nel frattempo di nuovo sprofondato al Paris Saint-Germain) per certi versi ha molto da spartire con Balotelli, a causa soprattutto di quanto fatto fuori dal campo: il trequartista di origini maghrebine aveva dei contatti fin troppo sospetti con personaggi che nulla avevano a che fare col mondo del calcio e che si spacciavano per veggenti in grado di poter aiutarlo con le loro previsioni…succede anche questo. Invece un giocatore per stare bene e per fare altrettanto deve contare prima di tutto sulle proprie capacità. E questo a Nizza Balotelli lo sta capendo. L’espulsione subita ieri tra l’altro sembra anche molto severa, ma tutto ciò darà tempo e modo a Super Mario di poter pensare su certe cose ed ascoltare i veri consigli degli altri. Fattore questo che sembra stia già dando i suoi frutti.

LA STRADA PER IL PALLONE D’ORO

E magari in campo non si vede ancora del tutto, ma Balotelli il suo bel bagno di umiltà (anche se a modo suo) se l’è fatto, ammettendo lo scorso luglio: “In una scala da 1 a 10 io mi sono fermato a 5, ma piano piano arriverò al massimo perché è quello che voglio. Diventerò Pallone d’Oro. Posso non aver fatto tutto il necessario per essere il più forte ma l’importante è che io l’abbia capito e non è ancora troppo tardi. Non voglio finire la mia carriera con il rimpianto di non aver potuto fare ciò che dovevo per essere il migliore: fino a due anni fa mi accontentavo di ciò che avevo e la cosa mi rendeva felice. Non avevo la testa per migliorarmi, credevo bastasse. Invece nelle ultime due stagioni ho cominciato a darmi da fare seriamente, anche se i risultati non sono arrivati, ma resto tranquillo perché è questa la strada giusta”.

IL GOL DECISIVO DI BALOTELLI IN NIZZA-LORIENT 2-1 all’87’

L’ESPULSIONE DI BALOTELLI AL 90′