Il Chievo Verona non muore mai
Come ogni anno il campionato è iniziato con molte incognite. E come ogni anno una delle più grandi incertezze è il Chievo. Ti domandi cosa possa offrire di nuovo, ti interroghi sui possibili schemi di gioco e sui nuovi acquisti. Ma analizzi la scheda del mercato e vedi che nella rosa dei clivensi è cambiato poco o nulla. “Questo è l’anno buono. Quest’anno retrocedono” pensi. Eppure ogni anno rimani fregato, e stregato, dalla squadra veronese. Pensavi che le motivazioni potessero mancare in una squadra anziana; pensavi che una squadra composta da calciatori sulla via del tramonto non potesse fornire certe prestazioni. Ma ti sbagliavi. I pochi interventi attuati dalla società nel mercato estivo non ti avevano convinto, e la mancanza di prospettive future ti faceva pensare al peggio. Il Chievo, però, non muore mai, e ormai dovremmo averlo imparato.
Dalla Coppa Uefa ad oggi: una sorpresa continua
Che il Chievo sia una sorpresa non lo possiamo dire. Dalla sua prima stagione in Serie A, la squadra veronese ci ha abituato a questo tipo di campionati. Si era presentata agli occhi del grande pubblico calcistico come un miracolo sportivo, e come tale, per molti, sarebbe dovuto rimanere. Invece, il Miracolo Chievo fu la più grande sorpresa della stagione. Le 14 vittorie, i 12 pareggi e le 8 sconfitte consentirono ai veronesi la qualificazione alla Coppa Uefa. Negli anni seguenti un’altalena di risultati positivi e negativi ha caratterizzato i clivensi. Capaci un anno di qualificarsi alla Champions League ed un anno di lottare per non retrocedere.
Il passaggio nella serie cadetta nel 2008 sembrava potesse aver affondato il Chievo. Per una società così piccola era impensabile tornare nuovamente nella massima serie. Ancora non avevamo capito. E i veronesi, la stagione successiva, erano nuovamente in Serie A. Da quel momento i gialloblu non hanno più abbandonato la prima divisione del campionato italiano, continuando a stupire appassionati e tifosi. L’incredulità degli amanti di questo sport continua a caratterizzare le stagioni del piccolo Chievo, capace di ben figurare anche dopo un mercato privo di colpi.
Il mercato a costo zero e la bravura della società
La società clivense durante l’ultima sessione di mercato sarebbe passata all’oscuro, se solo De Guzman non avesse scelto di prendere la maglia numero uno. La bizzarra decisione dell’ex Napoli ha posto l’attenzione sui veronesi, mai nominati fino a quel momento in chiave mercato, suggestione Balotelli esclusa. Ed è proprio in quel momento che ti chiedi: “Ma chi ha comprato il Chievo?”. Dai un’occhiata alla probabile formazione e ti accorgi che l’unico cambio è il ritorno in porta, a costo zero, di Sorrentino. Un po’ poco per poter essere all’altezza del campionato. Dopo sette giornate, però, la squadra di Maran è in quinta posizione. Dainelli e compagni danno del filo da torcere a qualunque squadra del campionato. Merito, questo, dell’allenatore, abile a schierare in campo gli uomini a sua disposizione.
E’ evidente, quindi, come tutto questo non sia frutto solamente della fortuna, ma di un lavoro oculato e costante. Gli ultimi due anni della gestione di Maran hanno messo in mostra le qualità del tecnico e della società in generale. Gli uomini scelti dal presidente Campedelli, seguendo le indicazioni del tecnico, sono andati a coprire i buchi presenti nella rosa facendo investimenti mirati e a poco prezzo. I colpi Sorrentino e De Guzman ne sono la testimonianza. La lungimiranza con la quale i dirigenti della società sono intervenuti sul mercato è uno dei punti alla base del lungo percorso del Chievo Verona. Da anni la società veronese interviene apportando nuove e piccole modifiche, ma mantenendo comunque un forte scheletro. Uno zoccolo duro, insomma, che possa garantire affidabilità e sicurezza.
Il merito di Maran
La gestione di Rolando Maran negli ultimi due anni ha messo in luce la bravura e le caratteristiche di una società che, ormai da anni, opera ad alti livelli. Il tecnico trentino ha preso in mano una rosa non formidabile consegnandoli un’idea di gioco ben precisa. Silenzio e lavoro sono le parole chiave dell’ex allenatore del Catania. Dal 2014 Rolando Maran svolge un attento lavoro sulla preparazione fisica e sull’approccio mentale dei suoi ragazzi. Le partenze sprint ad inizio campionato non sono una novità per i giallo blu. Anche lo scorso anno i veronesi erano partiti molto forte, registrando alcuni risultati eclatanti.
Frutto di una preparazione estiva mirata a raccogliere una buona dose di punti nelle prime giornate di campionato. Un tipo di lavoro, quello di Maran, che alla lunga può risultare poco proficuo. Si corre il rischio infatti che finisca la benzina prima del dovuto. Il merito del tecnico trentino sta proprio nella capacità di saper gestire una rosa dall’età media molto avanzata, e di saper mantenere una buona condizione fisica grazie ad un lavoro costante. Inoltre l’ottimo rapporto di fiducia e di stima con lo spogliatoio è fondamentale per l’ex allenatore del Catania. La stima di un organico di esperienza, come quello del Chievo, consente a Maran di poter far affidamento nei momenti più critici anche ai veterani. Un aiuto molto importante per qualsiasi allenatore che sa di poter sempre contare sui senatori del gruppo.