Accerchiato, ma la strada è quella giusta

Accerchiato, ma la strada è quella giusta

Frank De Boer, Inter - Serie A
Frank De Boer, Inter – Serie A

Presuntuoso, impacciato, genio, incompreso. Due mesi dopo il suo insediamento sulla panchina dell’Inter, De Boer ha provato sulla sua pelle cosa vuol dire essere un allenatore straniero in Italia.

De Boer ha superato l’iniziale diffidenza di un ambiente poco avvezzo ai cambiamenti e l’invidia di parte della categoria. L’ex tecnico dell’Ajax ha dimostrato di essersi calato alla perfezione nella nuova e stimolante avventura a tinte nerazzurre. Imponendo il suo modus operandi in uno spogliatoio da sempre parecchio complicato da gestire – forte del totale appoggio della società, la stessa che dopo la sconfitta con la Roma sembra avergli presentato il conto -, avanzando dubbi su alcune scelte tecniche e sottolineando una volta di più il deficitario approccio alla partita della squadra, costretta all’ennesima partenza ad handicap in questo inizio di stagione (per l’ottava volta in 9 gare l’Inter è andata sotto nel punteggio).

Il gioco prima di tutto

Possesso palla continuo e mai fine a se stesso, costante ricerca dell’ampiezza e pressing alto sui portatori di palla avversari. Queste sono le linee guida del calcio di De Boer. Capace di imbrigliare la Juventus soltanto due settimane fa, costringendola al primo stop stagionale. Quando il motore a disposizione viaggia a pieni giri, l’Inter è in grado di mettere in difficoltà qualsiasi avversario. Così facendo si limitano anche i rischi in fase difensiva, il difetto più evidente di una squadra alla ricerca dell’equilibrio. Anche all’Olimpico, i nerazzurri hanno dominato nel possesso palla (61% contro 39%), questa volta meno efficace che in altre occasioni, complici le tante palle perse in fase di impostazione (49) che hanno puntualmente innescato le fulminee ripartenze dei giallorossi di Spalletti.

Sul banco degli imputati, proprio Ever Banega. Migliore in campo secondo gli addetti ai lavori, uomo di fantasia, costretto da Florenzi ad abbassarsi per ricevere palla. Saranno 9 alla fine i palloni persi dal tanguito argentino, indice di una serata difficile, partita male ma comunque raddrizzata fino alla sciocchezza di Jovetic in occasione dell’ingenuo fallo al limite dell’area da cui poi è scaturita la rete del definitivo vantaggio di Manolas.

Frank De Boer, Inter - Serie A
Frank De Boer, Inter – Serie A

Joao (non) meravigliao

Joao Mario sembra essere oggi il vero giocatore indispensabile in mezzo al campo per poter impostare una gara d’assalto. La vittoria di misura sui campioni d’Italia in carica grazie ai gol di Icardi e Perisic ne è un esempio. Per qualcuno il portoghese non era in grado di scendere in campo, non al cospetto di autentici guerrieri come Strootman e De Rossi, il cui dinamismo ha finito per imbrigliare l’ex giocatore dello Sporting Lisbona. Più che le 7 palle perse, ha sorpreso in negativo l’atteggiamento troppo remissivo, segno evidente di una condizione fisica ancora non ottimale dopo l’infortunio di una settimana fa. Eppure De Boer non ha voluto rinunciare all’acquisto più costoso della campagna estiva. Finendo per tenere ancora in castigo Kondogbia, e affidandosi a Gnoukouri quando Joao Mario ha definitivamente finito la benzina.

Dzeko decisivo

La troppa frenesia in campo, capace di produrre 31 occasioni da rete, ha esposto l’Inter ai contropiedi giallorossi. A fare la differenza però, è stato soprattutto Edin Dzeko, mai così decisivo e incisivo nella partita. Il bosniaco è stato un vero e proprio fattore nel prezioso successo della Roma, che si è ripetutamente “poggiata” sul suo centravanti, dopo averne intuito l’ottima vena. A farne le spese è stato Miranda, sempre sovrastato dalla stazza del giallorosso, abile ad aprire varchi per i compagni. Di qui, la provocazione: non sarebbe stato più opportuno puntare sulla fisicità di Ranocchia, a uomo su Dzeko, lasciando al capitano della Selecao il compito di guidare la retroguardia?

Ennesima prova incolore di Murillo. Svagato e spesso fuori tempo, avrebbe suggerito l’utilizzo del centrale italiano, rinfrancato dalla buona prestazione con il Bologna. Dal turnover esasperato proposto in Europa League, all’accusa di insistere troppo sugli stessi uomini. De Boer resta nell’occhio del ciclone. Il tecnico dovrà trovare il modo di risolvere in fretta i tanti, troppi interrogativi che ancora gravitano attorno alla sua Inter, squadra che ormai da troppo tempo prescinde dal proprio tecnico.