INTERVISTA – Genuino e pragmatico, alla scoperta di Andrea Barzagli
Abbiamo incontrato Andrea Barzagli, giocatore della Juventus e della Nazionale. Breve chiacchierata per carpire i segreti di uno dei più forti nel suo ruolo. Pragmatico e allo stesso tempo umile. Genuino come chi viene da Fiesole, saggio e prodigo di consigli come solo un buon padre sa fare. Presso il Campo Sportivo “Piccolo Stadio Scarioni 1925”, abbiamo incontrato Andrea Barzagli. Il difensore bianconero, insieme a Leonardo Bonucci, ha guidato i ragazzi iscritti alla Nike Academy in un allenamento basato sulla difesa. Un’occasione per i tanti presenti di chiedere suggerimenti e carpire i segreti di due dei migliori esponenti moderni del ruolo di difensore. La possibilità ineguagliabile di migliorare un aspetto del gioco tanto difficile quanto fondamentale per il successo di una squadra. Nell’ora passata a Milano abbiamo osservato Barzagli consigliare i ragazzi, spronarli ed accompagnarli in ogni movimento. Con entusiasmo e passione, come solo chi ama questo sport. Dopo aver guidato l’allenamento, subito dopo con garbo e cordialità si è messo a disposizione per ogni tipo di domanda. Ci abbiamo pensato e ripensato e non abbiamo potuto fare a meno di iniziare parlando del suo passato da centrocampista e di come sia importante per un ragazzo avere una guida che lo sappia capire ed indirizzare.
“Lasciare liberi i ragazzi”, le parole di Andrea Barzagli
“Forse mi farò molti nemici ma non è solo un discorso di livello tattico, si tratta di trovare quelle persone giuste che ti sanno stimolare e ti spingono a dare il massimo. Per arrivare ai massimi livelli ci sono tante componenti: dalla bravura alla personalità passando all’immancabile pizzico di fortuna. Magari può bastare catturare “solo” il momento giusto e avere la testa giusta. Ci sono tanti fattori ma per me durante la crescita è fondamentale trovare dei bravi allenatori che ti sanno indirizzare per ciò che sei e per quello che puoi fare. Non solo tatticamente, solo in Italia abbiamo questo tipo di necessità. Non è solo tattica, esiste il bel gioco e soprattutto la necessità di lasciar libero il ragazzo se vuole essere più fantasioso”. 35 anni compiuti a maggio e ancora imprescindibile per la Nazionale e la Juventus. Il segreto della sua longevità? Barzagli ci risponde con semplicità: “In questi ultimi anni il segreto è semplicemente lavorare di più. Vado al campo prima, faccio una vita sana, cerco di mangiare bene e allenarmi sempre bene per non lasciare niente al caso. E’ fondamentale, magari quando ero più giovane ero altalenante e ora non me lo posso più permettere. L’importanza di allenarsi più degli altri, non solo sul campo, ma anche in palestra ti può dare la spinta più restare meglio”. Ma quali sono stati gli attaccanti più difficili da marcare e i difensori più forti incontrati nella sua carriera? “Numeri uno al mondo Messi e Cristiano Ronaldo. Suarez anche è fortissimo e c’è Higuain che è veramente tosto da marcare. Gli attaccanti forti sono tanti e serve una bella mano da tutta la difesa perché altrimenti è veramente dura. Tra i difensori ci sono i miei compagni fedeli, ma anche in Nazionale c’erano Nesta, Cannavaro e Materazzi che erano veramente giocatori importanti. È stata una bella scuola solo vederli, perché già dall’atteggiamento in campo impari molto”.
Parentesi finale dedicate alle scarpe indossate durante la stagione. La vecchia scuola non si smentisce e Barzagli opta per un modello totalmente diverso rispetto alla moda attuale: “Preferisco colori più sobri. Sono difensore, non sono stato mai il massimo tecnicamente e quindi preferisco tenermi basso, avere diciamo scarpe “modeste”. Poi ho scoperto che il mio modello lo sta indossando anche Pirlo e così ad un tratto mi sono sentito anche io un po’ più tecnico. Purtroppo però ho capito subito che sono solo le scarpe e che per i piedi non c’è nulla da fare” (ndr ride)
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