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Lewis Hamilton e Nico Rosberg, da tre anni in lotta per il titolo mondiale in F1

Lewis Hamilton e Nico Rosberg, da tre anni in lotta per il titolo mondiale in F1

La  Formula 1 è sbarcata in Giappone e si appresta a vivere uno dei week end più caldi della storia. A 5 gare dalla conclusione Nico Rosberg guida la classifica con 23 punti di vantaggio su Lewis Hamilton. L’impressione è che questa, per il biondo tedesco, possa essere veramente la volta buona.

In Australia la prima vittoria stagionale

In Australia la prima vittoria stagionale.

INVERSIONE DI TENDENZA

C’è una lunga lista di motivi per cui Rosberg sarebbe vicino al primo titolo mondiale in carriera. Ma a far pensare che si tratti finalmente dell’anno buono per il tedesco è la netta inversione di tendenza rispetto alle passate stagioni. Al netto di sfortune e problemi che accomunano più o meno qualunque pilota nel corso di un stagione, Rosberg sembra aver definitivamente rotto con il passato. Il figlio di Keke per la prima volta negli ultimi tre anni arriva a poche gare dalla conclusione con grandi velleità mondiali.

Per capire la portata del cambiamento avvenuto nella testa (e nel piede) di Rosberg, basta un raffronto con le stagioni 2014 e 2015. Nel 2014, nonostante un avvio incoraggiante, il titolo mondiale è rimasto aperto più a lungo solamente per l’assurda regola dei punteggi doppi assegnati ad Abu Dhabi. Trionfo finale di Hamilton con 11 successi a fronte dei 5 di Rosberg. Ancora più umiliante, se possibile, il 2015. Dieci a sei il conto delle vittorie, con il britannico questa volta capace di un ottimo avvio di campionato e di fatto campione con 3 gare d’anticipo.

Il finale della passata stagione può essere visto come la molla che ha fatto scattare la reazione veemente di Rosberg. Tre vittorie consecutive, prima delle 4 in apertura di 2016. Ma soprattutto, un bilancio che a tre gp dalla conclusione segna già 8 successi, contro i 6 del compagno-rivale. Non fosse per il calendario, cui sono state aggiunte due gare, oggi si parlerebbe di un Rosberg ancora  più vicino all’alloro mondiale. Con questa situazione di classifica nei due anni precedenti avrebbe conquistato il titolo con 3 secondi posti alle spalle di Hamilton.

Rosberg canta con i tifosi sul podio di Monza

Rosberg canta con i tifosi sul podio di Monza.

IL NUOVO NICO

Con il sorpasso operato da Hamilton prima della pausa estiva tuttavia, si era pensato all’ennesimo fuoco di paglia. L’ennesima stagione dalle grandi premesse ma destinata a concludersi all’ombra del compagno già 3 volte campione. Perchè questa è stata la storia di Nico Rosberg nei due anni precedenti. La storia di un pilota veloce e determinato ma che si scioglie non appena il rivale gli si piazza davanti. In pochi, pochissimi, avrebbero scommesso sull’attuale situazione di classifica a 5 gare dal termine.

Questa volta invece Nico è rientrato dalle vacanze con rinnovate ambizioni e ha preso d’infilata un Hamilton “svagato”, per usare un eufemismo. Tre successi consecutivi e controsorpasso in vetta alla classifica piloti. La prima vera reazione di Nico Rosberg nei confronti di Lewis Hamilton in tre anni. Una reazione attesa da tempo da tutti i suoi tifosi ma anche dagli addetti ai lavori. Si tratta sempre e comunque di un ragazzo che prima di Hamilton ha avuto come compagno di squadra un certo Schumacher. Compagno peraltro costantemente bastonato, sebbene a fine carriera e reduce da anni di inattività.

Non è tutto. Il 2016 sembra aver portato Rosberg al salto di qualità anche come personaggio. Hamilton, coi suoi atteggiamenti ha sempre diviso l’opinione pubblica ma si è conquistato il ruolo di volto della Formula 1. Rosberg invece è sempre stato un personaggio fin troppo ordinario. Troppo “perfettino” e per questo raramente in grado di suscitare tra i tifosi un sentimento diverso dall’antipatia. Il Rosberg 2.0 invece sorride, si concede al pubblico e regala siparietti straordinari come in occasione del podio di Monza. Il pubblico apprezza e restituisce energia positiva fondamentale per la rincorsa di un pilota al titolo mondiale.

Nico Rosberg con il padre Keke, campione del mondo nel 1982

Con il padre Keke, campione del mondo nel 1982.

NUMERI INCORAGGIANTI, MA OCCHIO AL “BRACCINO”

Per chi crede alla cabala, ci sono anche dei numeri confortanti a rafforzare la candidatura di Rosberg al titolo 2016. Mai nella storia della Formula 1 infatti un pilota ha perso il titolo mondiale dopo aver vinto le prime 4 gare consecutive. E mai, soprattutto, nessuno ha chiuso una stagione con 8 (o più) vittorie senza laurearsi campione del mondo a fine stagione. Se a questo si aggiunge che dopo 2 anni non esattamente fortunati, la cattiva sorte sembra aver traslocato dal compagno di box, le quotazioni salgono ulteriormente.

Con 125 punti ancora a disposizione, Hamilton ha ancora margine per una clamorosa rimonta. Il britannico è ancora padrone del proprio destino: vincendo tutte le gare infatti sarebbe campione. Anche con Rosberg sempre secondo. Per questo a Nico è richiesto un ultimo decisivo salto di qualità per entrare finalmente nel gotha dei fuoriclasse della F1. Niente “braccino corto”, il titolo va addentato con ferocia e conquistato senza fare troppi calcoli. Dall’altra parte del box del resto, c’è uno squalo pronto a sbranarlo non appena dovesse sentire l’odore del sangue.

“Ora o mai più” deve essere il mantra di Nico Rosberg da qui al termine della stagione. Un pilota che ha l’occasione di invertire ancora una volta una tendenza, ovvero di uscire dall’ombra del padre. Niente più “Figlio di Keke”, è tempo di “Padre di Nico”. Perchè la sua carriera è ad un bivio.  Passare alla storia come l’uomo che ha interrotto il dominio di Hamilton. O diventare l’unico pilota non campione del mondo ad aver vinto tante gare in stagione. Proprio lui, il cui padre ha vinto il titolo vincendo una sola corsa in tutta la stagione. Da una parte la consacrazione, dall’altra l’oblio.

 

Mariaclaudia Catalano

Giornalista pubblicista, inviata d’assalto classe ‘89, una vita in radio e al tg, content editor per vocazione. Convertita al SEO non posso più farne a meno

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