Trincea, sofferenza e paura prima della riscossa

Trincea, sofferenza e paura prima della riscossa

Vitolo beffa un disattento Buffon - Italia-Spagna
Vitolo beffa un disattento Buffon – Italia-Spagna

Termina 1-1 Italia-Spagna. Allo Juventus Stadium Ventura e Lopetegui si dividono la posta in gioco. Tanta sofferenza per gli azzurri prima della mossa vincente di Ventura.

Due squadre agli antipodi. Da una parte l’atteggiamento più coperto e conservativo della scuola italiana. Dall’altro palleggio, tecnica e qualità dell’accademia spagnola. Italia-Spagna è una battaglia tra filosofie opposte pronte a manifestarsi in un rettangolo verde. Allo Juventus Stadium dopo appena una gara giocata è già il tempo della verità per due selezioni arrivate in maniera piuttosto differente al big match del gruppo G di qualificazione mondiale. Un convincente 8-0 il pesante biglietto da visita dei ragazzi del neo ct Lopetegui. Un 3-1 in terra israeliana non senza fatica per il debutto in gara ufficiale dei Ventura boys. Una lunga strada versa la qualificazione ai mondiali 2018 appena all’inizio ma che già stasera potrebbe prendere una piega ben precisa.

La battaglia degli esordienti

A gettare altra benzina sul fuoco ci pensano infine i precedenti. Tre successi iberici dei quali uno ai calci di rigore, un pareggio ed una sola vittoria azzurra negli ultimi 5 confronti diretti. Il 27 giugno 2016 ci fu l’ultimo faccia a faccia che vide l’Italia di Conte impartire una vera e propria lezione alla filosofia delle Furie Rosse avviando di fatto la ‘revolución’ spagnola. All’epoca la battaglia fu tra la forza mentale di contiana memoria e il tiki-taka made in Del Bosque. Oggi tocca agli esordienti Ventura e Lopetegui riscrivere l’ennesimo capitolo di una fantastica battaglia.

Trincea, paura e apnea

Il tema tattico del match dello Stadium ricalca alla perfezione i pronostici della vigilia. La Spagna produce una mole di possesso palla imponente mentre l’Italia si affida alla trincea per tenere il punteggio sullo 0-0. Un atteggiamento ultra difensivo dei ragazzi di Ventura forzato anche dal pressing forsennato degli ospiti che non lasciano respiro e costringono spesso i padroni di casa all’errore. Il 3-5-2 di partenza come preventivato diventa presto 5-3-2. Un vero e proprio muro umano copre il fortino difeso in ultima istanza da Gianluigi Buffon che nella ripresa sarà tutt’altro che esente da colpe. Il continuo movimento degli punteros iberici fa sbandare un’Italia troppo timida e raccolta nella propria metà campo. Un’impostazione che di fatto regala il pallino del gioco agli avversari. Un mix di attenzione e paura attanaglia l’Italia che impiega oltre tre minuti per mettere in fila i primi passaggi di una gara di pura sofferenza.

Sofferenza

A lungo andare la trincea regge ma le energie fisiche e soprattutto mentali ne risentono. Gli azzurri abbassano infatti troppo presto il baricentro concedendo sin dai primi istanti di gara troppo spazio di manovra agli avversari liberissimi di andare anche al cross. Barzagli e Romagnoli si disimpegnano alla grande battagliando su ogni pallone. Bonucci invece ingaggia una lotta personale con Diego Costa e Vitolo. La prima ripartenza degna di nota arriva dopo 40 minuti ma Eder non è sufficientemente accompagnato e come spesso capitato l’iniziativa si perde. Alla mezz’ora il KO di Montolivo consente a Ventura di cambiare musica ma anche l’ingresso di Bonaventura non permette all’Italia di inserire la marcia più alta. L’emblema della sofferenza italiana arriva a 7 minuti dalla fine del primo tempo quando Ventura ormai rosso di rabbia e senza più voce chiede “quanto manca?

De Rossi - Italia-Spagna
De Rossi – Italia-Spagna

La doppia vita degli attaccanti

A soffrire forse più di tutti del tiki-taka spagnolo è senz’altro la coppia d’attacco. Eder e Pellè sono infatti presto indottrinati da Ventura che chiede un doppio lavoro dispendioso e indispensabile. I due attaccanti azzurri sono infatti chiamati ad unire un lavoro di pressing sui centrali spagnoli, per la verità poco accompagnato dalla squadra, a delle ripartenze veloci. Le gambe però si stancano presto e la solitudine dei bomber italiani rende l’offensiva poco incisiva.

Possesso e pressione

Dal canto suo la Spagna parte invece subito forte. La pressione è quella delle grandi occasioni e il possesso palla prende forma dopo neanche 10 secondi. L’Italia annichilita è costretta immediatamente sulla difensiva da un Tiki-taka di base non lontanissimo da quello di Del Bosque. Ad un giro palla in stile Barça, Lopetegui abbina però una pressione forsennata e altissima che consente alla Spagna di recuperare rapidamente il pallone. Al contempo il pressing costringe l’Italia a velocizzare le giocate, creando quasi una sensazione di paura. L’attacco iberico prevede inoltre scambi rapidi e giocate nello stretto che non lasciano punti di riferimento alla difesa di casa.

Italia-Spagna (Foto: Twitter ufficiale @Vivo_Azzurro)
Italia-Spagna (Foto: Twitter ufficiale @Vivo_Azzurro)

Silva agisce spesso tra le linee, mentre Koke ha compiti difensivi di raccordo utili a sganciare il sempre presente Carvajal sulla destra.

La novità di Julen

Che differenza c’è quindi con la vecchia Spagna? Lopetegui ci mette del suo e modifica un altrimenti troppo monotono palleggio. L’ex allenatore del Porto consente infatti ai suoi di andare spesso al cross sia dal fondo che dalla trequarti. Una novità assoluta per una Spagna da sempre abituata a giocare palla a terra e che ora si concede anche il lancio lungo. Il goal di Vitolo di inizio ripresa spiana la strada ma poi qualcosa si rompe.

La freschezza della panchina

Gli iberici tendono così troppo presto ad abbassare i ritmi della gara sperando di assopire definitivamente l’iniziativa italiana. Ventura però fiuta l’occasione ed inserisce la coppia d’attacco del suo ultimo Torino: Belotti-Immobile. Gli azzurri cambiano pelle e la trincea si trasforma in offensiva. 3-4-1-2 con Eder alle spalle della nuova coppia: questa la ricetta di Ventura. I due nuovi entrati ridanno subito verve alla squadra costringendo finalmente la Spagna a difendersi. Gli ospiti però non amano essere attaccati e soffrono per lunghi tratti della ripresa i ritmi imposti dagli azzurri che trovano il pari con De Rossi su calcio di rigore. Lopetegui intuisce il pericolo e rinforza un centrocampo clamorosamente scarico di idee e fiato ma la garra italiana prende il sopravvento.

Italia in goal (Foto: Twitter ufficiale @Vivo_Azzurro)
Italia in goal (Foto: Twitter ufficiale @Vivo_Azzurro)

Intensità e pericoli aumentano dalle parti di De Gea. La Spagna è nuova ma i difetti sono i soliti, mentre l’Italia ha bisogno come sempre della sveglia per entrare in partita. Alla fine è 1-1, un punto che a conti fatti non scontenta nessuno e che probabilmente regala a Ventura una nuova garanzia. Il campionato ha parlato e la panchina ha risposto: i più in forma cambiano il match.

TABELLINO

Italia-Spagna 1-1

Marcatori: 55′ Vitolo (S), 82′ De Rossi su rig. (I)

Italia (3-5-2): Buffon; Barzagli, Bonucci, Romagnoli; Florenzi, Parolo (76′ Belotti), De Rossi, Montolivo (30′ Bonaventura), De Sciglio; Pellè (59′ Immobile), Eder. Ct Ventura.

Spagna (4-3-3): De Gea; Carvajal, Piqué, Sergio Ramos, Jordi Alba (22′ Nacho); Koke, Busquets, Iniesta; Vitolo (84′ Thiago), Diego Costa (67′ Morata), Silva. Ct Lopetegui.

Ammoniti: Busquets (S), Vitolo (S), Costa (S), Parolo (I), Bonaventura (I), Ramos (S), Pique (S), Bonucci (I)

Espulisi: –

Arbitro: Brych (GER)