Igli Tare non ha dimenticato Bologna. L’attuale ds della Lazio è tornato a parlare anche della sua esperienza da calciatore nella città emiliana ai microfoni de “Il Corriere di Bologna”.
Bologna come Valona
“Sì perché in poco tempo era diventata un punto di riferimento e mi faceva vivere bene anche a livello personale. Ho conosciuto una città unica che continua a regalarmi sensazioni belle tutte le volte che la Lazio ci viene a giocare”
Retrocessione
“Il popolo di Bologna non l’ho mai sentito ostile, nonostante la retrocessione anche per colpa mia. Ovviamente non fui l’unico responsabile di quello che è accaduto. Prima di tutto in quella stagione retrocedemmo per il destino, il mio tiro contro la Samp 9 su 10 va dentro, poi le due parate di Frey e la mia traversa nello spareggio hanno fatto il resto”.
Mazzone
“Poi ci metto anche gli errori di Mazzone, negli ultimi due mesi qualcosa si era rotto, non era più lui. Carletto non era più supportato nel migliore dei modi dallo staff, a due mesi dalla fine del campionato ci disse che a fine stagione sarebbe andato via. Il vero Mazzone, senza la salvezza in tasca, non lo avrebbe mai fatto. Con il Mazzone di Brescia, un grande maestro, ci saremmo salvati con la sigaretta in bocca”.
Bologna
“La proprietà è solidissima con Saputo, ma apprezzo ancora di più le scelte fatte. Il gruppo di lavoro di Bigon è ottimo, poi c’è il tecnico, una persona concreta. Due anni fa volevamo portare Donadoni a Roma, abbiamo parlato con lui a lungo ma poi sono state fatte altre scelte. Parlammo anche con Allegri ma scegliemmo Pioli che sposò subito la nostra idea di calcio”.
Lotito
“Lotito tiene a tutte le questioni della Lega e della Federazione. Le parole su Carpi e Frosinone? Disse una cosa che tutti pensavano ma che nessuno aveva il coraggio di dire”.
