Romulo racconta l’avventura con la Juventus: “Piangevo ogni giorno”

Romulo racconta l’avventura con la Juventus: “Piangevo ogni giorno”

(fonte foto: juventus.it)
(fonte foto: juventus.it)

Dopo la tempesta torna il sereno. Romulo è tornato a sorridere dopo anni burrascosi a causa della pubalgia che non lo lasciava in pace. L’ l’italo-brasiliano aveva pensato anche a smettere di giocare, ma il ritorno a Verona gli ha permesso di iniziare una nuova vita. Ecco la sua storia raccontata ai microfoni de “La Gazzetta dello Sport”.

Delusioni

“C’era chi sosteneva che non avrei mai accettato di giocare in Serie B: falso. Perché io volevo soltanto ricominciare a sentire la gioia di giocare a calcio. E il Verona, con lo spessore umano delle persone che ne fanno parte, me l’ha ridata”.

Juventus

“Succede che cominciavo un allenamento e provavo un dolore continuo agli adduttori. In quel modo non potevo andare avanti. Mi fermo, riprendo. Debutto in Champions League con il Malmö. Mi fermo di nuovo. Ero a pezzi. Pubalgia. Tornavo a casa e piangevo ogni giorno. Massimiliano Allegri aveva fiducia in me, diceva che non mi mancava nulla per essere un titolare. Ma al primo scatto mi bloccavo”.

Verona

“Non ho rimpianti per quel che è avvenuto alla Juventus. Purtroppo, però, all’Hellas le mie condizioni non sono migliorate. Un altro anno difficile. Se ne sentivano tante su di me: che non volevo più giocare, che ero un mercenario. Poi un consulto medico mi ha restituito il sorriso. Un disturbo alla testa del femore, mai rilevato in precedenza: era questo che non mi consentiva di recuperare. Adesso sto bene. Ho disputato otto partite di fila. Ho segnato un gol, ho fornito degli assist. Corro e il dolore non c’è più”

Smettere di giocare

“Ci sono stati momenti durissimi. E sì, lo ammetto: in certi istanti ho temuto di non poter più fare il calciatore, di dover abbandonare il sogno della mia vita. Ero triste, angosciato”.

Obiettivi futuri

“La promozione con il Verona. Veniamo da 4 vittorie consecutive, ma è lunga, lunghissima. Fabio Pecchia è un allenatore moderno, aggiornato. Con il suo staff lavora come Montella, come Mihajlovic, come Allegri. E il nostro spogliatoio è sano e unito. Siamo insieme da pochi mesi, diventerà granitico.  Si vince con il gruppo. Voglio ritrovare la maglia dell’Italia. Ero stato convocato da Prandelli per il Mondiale in Brasile. I guai fisici mi hanno costretto a rinunciare. Con il Verona voglio conquistare di nuovo la Nazionale”.