Qualificazioni, che fatica! La storia non mente

Qualificazioni, che fatica! La storia non mente

 

Giampiero Ventura, Italia
Giampiero Ventura, Italia

Chi ben comincia è a metà dell’opera. E sicuramente i 7 punti conquistati nelle prime 3 partite, l’Italia se li tiene stretti.

Difficilmente si sarebbe potuto fare meglio a livello di punti. Al contrario, il gioco e la quadratura tattica faticano ad arrivare. Lo dimostrano il 3-1-6 iniziale trasformato in 4-2-4 e l’isolamento di Verratti al centro del campo. La trasferta di Skopje non era delle più semplici. Ma da una Nazionale come l’Italia ci si aspetta una maturità tale da riuscire a congelare la partita dopo il primo gol di Belotti in Azzurro, cosa che non è avvenuta. Dopo Israele, l’Italia ha arraffato un’altra vittoria che però non convince la tifoseria. In molti dimentichiamo però che l’Italia ha sempre incontrato parecchie difficoltà durante le partite di qualificazione. Persino l’Italia campione del mondo di Lippi. Dare tempo a Ventura e accontentarsi del risultato: forse è questo il binomio chiave per arrivare in tranquillità a Russia 2018.

2006-2016: cambia poco

Anche per Germania 2006 la strada non fu affatto semplice. Il girone dell’Italia conteneva squadre, sulla carta, nettamente inferiori. Ma è il campo l’ultimo a parlare e, nonostante una rosa colma di campioni, gli Azzurri si qualificarono con non poca fatica. La prima partita contro la Norvegia cominciò male per l’Italia, che si trovò sotto dopo neanche un minuto; furono i gol di De Rossi e di Toni, quest’ultimo a 10′ dalla fine, a raddrizzarla. La successiva trasferta in Moldavia terminò con un semplice 0-1 targato Del Piero.

La prima sconfitta fu contro la Slovenia, dimenticata però in un tiratissimo 4-3 alla Bulgaria. Due pareggi consecutivi con Norvegia e Scozia per sfociare poi in 3 vittorie di fila, tra cui un 1-0 alla Slovenia firmato Zaccardo e un 2-1 alla Moldavia grazie alla rete di Gilardino a 5′ dal fischio finale. Girone sudato prima, campioni del mondo poi, ma quanta fatica.

2010: eredità pesante

Tutti danno la caccia all’Italia campione del mondo e il girone, come 4 anni prima, si presenta sulla carta semplice. Ma tutti daranno del filo da torcere agli Azzurri, a partire da Cipro, che superammo 1-2 grazie a Di Natale al 92′. Pareggio a reti bianche in Bulgaria e 2-1 al Montenegro con doppietta di Alberto Aquilani. L’Irlanda invece fermò gli Azzurri all’andata e al ritorno con due pareggi, mentre al ritorno con Cipro la vittoria arrivò negli ultimi 10′: da 1-2 a 3-2 grazie alla tripletta di Gilardino. Senza dimenticare lo 0-2 in casa della Georgia, propiziato dai due autogol di Kaladze. Sin dall’inizio non fu semplice: poi sappiamo tutti come andò a finire.

2014: ancora pochi gol

Probabilmente il percorso per Brasile 2014 fu quello più netto, nonostante meno punti conquistati rispetto agli anni precedenti. La Nazionale di Cesare Prandelli mise a segno 3 vittorie nelle prime 3 giornate, fino al pareggio senza gol in Repubblica Ceca. Gli Azzurri poi sconfissero di misura la Bulgaria e la stessa Repubblica Ceca, per poi arraffare un pareggio al 92′ in casa della Danimarca. 2-2 che si ripeté anche all’ultima giornata contro l’Armenia, partita in cui fummo costretti ad inseguire per ben due volte.
Anche quattro anni dopo fu parecchia fatica sprecata.

2016: fatica anche Conte

Anche l’ex allenatore della Juventus affronta un cammino per nulla semplice per arrivare agli Europei in Francia. Come dimenticare il 2-1 con l’Azerbaigian, firmato al 100% Chiellini, che siglò una doppietta e un autogol. A Malta 3 punti con il minimo sforzo, 0-1 siglato il debuttante Graziano Pellè. In Bulgaria ci salvò un gol di Eder a 6′ dalla fine che pareggiò i conti, mentre in Croazia un rigore di Candreva. In casa con Malta è ancora un gol di Pellè a consegnare i 3 punti agli Azzurri e con la Bulgaria un rigore di De Rossi.
In casa con la Norvegia, manco a dirlo, è Pellè a siglare in 2-1 finale all’83’, dopo il momentaneo pareggio di Florenzi.

Tempo al tempo

La storia recente dell’Italia dimostra che le qualificazioni alle manifestazioni sono sempre complicate. Anche Nazionali come Malta o Cipro possono mettere in difficoltà pluri-campioni del mondo. Le vittorie a fatica con Israele e Macedonia ne sono l’ulteriore prova. Ventura ha messo da poco piede a Coverciano e con il poco tempo a disposizione ha comunque conquistato 7 punti su 9 disponibili, con due trasferte davvero ostiche. Gli esperimenti Bernardeschi mezzala e il lasciare il solo Verratti a schermo della difesa sono malamente falliti, ma la coppia Immobile-Belotti ha dato ragione all’ex allenatore del Torino. E nel caso di partite come queste e in manifestazioni come queste, l’importante non è partecipare. L’importante è vincere. E l’Italia questo lo sa fare bene. D’altronde, la storia parla chiaro.