I giocatori fenomeni di Football Manager, ma bidoni nella realtà
Da Football Manager alla triste realtà, la storia di tanti giocatori diventati eroi per caso
Fenomeni inconsapevoli per tanti ragazzi, eroi di tanti videogiocatori, idoli di squadre rivoluzionarie. Quando giocavi a Football Manager, soprattutto con una squadra dal budget limitatissimo, ti sarà certamente capitato di andare a cercare giovani potenziali talenti a prezzi a stracciati. Loro rappresentavano la svolta, quell’innesto geniale che permetteva alla squadra di sognare traguardi fino a quel momento impensabili. Ma quali tra quelli che le varie edizioni del gioco hanno proposto sono riusciti effettivamente a sfondare? Facciamo un tuffo nel passato:
Anthony Vanden Borre, ex di Fiorentina e Genoa dove non ha lasciato un grandissimo ricordo, veniva paragonato dal gioco al connazionale Vincent Kompany, colonna del Belgio. Paragone un po’ troppo pretenzioso, dato che la maglia della nazionale fiamminga, il centrocampista l’ha indossata veramente poco. Portato in Italia da Pantaleo Corvino, spreca l’occasione alla Fiorentina. Gli viene data una seconda possibilità con la maglia del Genoa, ma anche lì non convince. Il 4 novembre 2014 arriva il riscatto e realizza una doppietta in Champions League contro l’Arsenal. Nell’estate 2016 il difensore, ora all’Anderlecht, è stato fermato dalla polizia aeroportuale di Bruxelles per aver dato di matto a Zaventem, l’aeroporto salito tristemente agli onori delle cronache per l’attentato terroristico del 22 marzo in cui sono rimaste uccise 12 persone. Il giocatore avrebbe minacciato il personale e gridato “bomba” generando scompiglio nella sala partenze.
Freddy Adu, un predestinato. Sin dall’adolescenza caricato di aspettative, tanto da postare da giovanissimo sulla copertina di “Sports Illustrated”. Nell’edizione ’02/03 aveva solo 14 anni ed era tra i calciatori da acquistare assolutamente, avendo il profilo di sicuro fuoriclasse. Sul vero campo di calcio ha reso, però, al di sotto delle sue enormi aspettative. Un’ala dal dribbling facile, che ha calcato i campi di Turchia, Grecia, Brasile, America. Per un fatto è rimasto impresso nell’immaginario collettivo, avendo posato per la pubblicità del “Soup di Campbell“. Qui un approfondimento completo.
Cherno Samba. il Drogba dello Zambia. Dotato di un fisico niente male, nell’edizione del 2001, quando si chiamava ancora Championship Manager, aveva 16 anni, ed era una promessa del Millwall. Acquistarlo non era un azzardo perché oltre alla straordinaria fisicità aveva anche una buona tecnica. Pensare che le premesse erano ottime, prima di passare al Millwall, infatti, aveva segnato 132 gol in 32 partite. La realtà lo ha portato a scontrarsi nel campionato di terza divisione norvegese. Nel 2015 si è ritirato senza mai raggiungere i livelli previsti da Football Manager.
Alcuni ricordano Ibrahima Bakayoko quando faceva parte dell’attacco di Livorno e Messina, ma nell’edizione ’04/’05, era reputato uno dei piu’ promettenti campioncini. Il tipico bomber dai gol e impegno sicuri, che hanno fruttato una fortuna all’acquirente virtuale. Purtroppo, quando si parla di lui nella realtà, si pensa ad un vero bluff. La prima esperienza nel calcio che conta, all’Everton, non andò gran che bene, stesso risultato che si ebbe una volta approdato al Marsiglia. Da qui, la peregrinazione in giro per l’Europa, che lo ha portato a giocare anche in Italia. Adesso è in forza ad una squadra di Bordeaux che milita in quarta divisione.
Federico Laurito, Tsigalko e Aghahowa
Nell’edizione 2007 Federico Laurito era la punta facile da acquistare nel fiorente vivaio dell’Udinese, da sempre una miniera d’oro per i videogiocatori. Il “nuovo Crespo”, era perfetto da prendere in prestito e poi da riscattare dopo una grande stagione. Era capace di segnare gol a palate, migliorando giorno per giorno. Peccato che le serie maggiori le abbia viste con il binocolo, finendo in Ecuador al Barcelona di Guayaquil.
Maxim Tsigalko, attaccante prodotto del vivaio della Dinamo Minsk, era capace di segnare addirittura più di 100 gol a stagione. Lo si poteva portare a casa con meno di 2 milioni, una vera occasione. Nella realtà ha appeso le scarpe al chiodo nel 2009, all’età di 26 anni, falcidiato da continui infortuni. Non proprio una macchina da gol.
Protagonista assoluto di Football Manager 2000, Julius Aghahowa cambiava gli equilibri delle partite. Era un attaccante mobile dotato di grande dribbling e devastante in area di rigore. Le premesse, quindi, c’erano anche nella realtà, titolo di capocannoniere della Coppa d’Africa 2002 e cinque campionati ucraini nello Shakthar Donetsk . Di tutti, quello che ha avuto una carriere più dignitosa, ma di certo non all’altezza delle aspettative.
I talenti italiani
Nelle liste dei giovani talenti, tra il 2008 e il 2009, lui era certezza. Silvano Raggio Garibaldi, centrocampista cresciuto nel Genoa, era un acquisto imprescindibile per chi tentava la scalata soprattutto perché spesso la squadra ligure lo lasciava partite a parametro zero. Nella realtà ha esordito in Serie A a 19 anni, il 13 aprile 2008 in Genoa-Torino (3-0), entrando all’82’. La settimana successiva ha giocato la sua seconda partita, entrando al 75′ nel match esterno contro il Siena, finito con la vittoria per 1 a 0 del Genoa. Da lì in poi una serie di prestiti: Pisa, ritorno al Genoa, Sorrento e Gubbio dove sembra poter dare una svolta decisiva alla sua carriera.
Diventa con il tempo il perno del centrocampo rossoblu vincendo il campionato da protagonista con 33 presenze sempre da titolare, 2672 minuti giocati, 3 cartellini gialli, 17 volte sostituito e una media voto de La Gazzetta dello Sport del 6.5. Si guadagna la conferma in serie B ma l’esperienza dura una stagione con conseguente retrocessione. Passa così all’Entella e dopo due anni rescinde e firma un biennale con il Mantova, dove gioca attualmente.
Tra il 2007 e il 2011 l’attacco della vostra squadra in Football Manager poteva essere rinforzato con lo straordinario Arturo Lupoli. Gol a grappoli come seconda punta e tanta qualità a disposizione per i compagni di squadra. Tutt’altra storia nella realtà. Bresciano di nascita e napoletano di origini, Arturo Lupoli emerge nel settore giovanile del Parma insieme a Giuseppe Rossi. Il disastro finanziario di Tanzi lo porta a trasferirsi a Londra, sponda Arsenal. Esordisce con i Gunners il 27 ottobre 2004 in Manchester City-Arsenal (1-2), incontro valido per il terzo turno di Carling Cup, giocando titolare.
Il 9 novembre – in occasione della sfida con l’Everton – mette a segno le sue prime reti da professionista. La stagione successiva va in prestito al Derby County (35 gol e 7 presenze) e poi passa alla Fiorentina che gli propone una serie di prestiti inconcludenti: Treviso, Norwich City e Sheffield United. Nel 2011 passa all’Ascoli, resta due stagioni e realizza 14 gol in 68 presenze. Poi è la volta di Grosseto, ma la retrocessione lo costringe a cambiare ancora squadra. Varese, Honved, ancora Varese, poi Frosinone, Pisa, Catania e ora ancora Pisa. Una sessantina di presenze e 11 gol. Niente a che vedere con i numeri mostrati su Football Manager.
Era il giocatore più ricercato tra gli svincolati. Nell’edizione 2010 di Football Manager Andrea Russotto era una manna dal cielo. Nella realtà per almeno tre anni, dal 2006 al 2008, è stato descritto come una delle più grandi promesse del calcio italiano, per via di quello che aveva fatto vedere con il Treviso in Serie B e con le nazionali giovanili italiane.
Fu ingaggiato dal Napoli nel 2008. L’occasione ideale per lanciarsi nel grande calcio ma poche presenze e zero gol spinero la società azzurra a rimandarlo al Bellinzona. La squadra svizzera lo mandò in prestito al Crotone per tentare di far risalire il suo valore, senza successo. Nel 2011 venne acquistato dal Livorno, che dopo sei mesi lo diede in prestito alla Carrarese. Oggi, a 28 anni e dopo le esperienze con Salernitana e Catanzaro, gioca in Lega Pro con il Catania.
Stagione 2003/2004 se volevi vincere qualcosa dovevi comprare Cerci e Simonetta. Entrambi del vivaio della Roma, il primo era ed è un’ala mentre il secondo era ed è un attaccante. Football Manager lo considerava il nuovo Christian Vieri e così a 20 anni potevi lanciarlo tranquillamente in prima squadra. Nella realtà invece due anni ad Arezzo, Sambenedettese, Sudtirol e ora Astrea con cui gioca da 4 anni (è quindi una guardia penintenziaria, l’Astrea appartiene al Ministero della Giustizia). Una carriera al contrario quella di Alessandro Simonetta, che non ha avuto nemmeno la gioia dell’esordio in A
Difensori rocciosi, centrocampisti totali e attaccanti prodigiosi
Era uno dei difensori più forti di Football Manager 2012. Il suo nome è Leandro Gioda e veniva considerato il nuovo Walter Samuel. Si faceva rispettare nelle retrovie senza tanti complimenti e in avanti assicurava quei 5-6 gol di testa che sbloccavano partite complicate. Nella realtà ha iniziato a giocare nel Lanus, poi si è trasferito nell’Independiente (3 anni e 77 presenze). Ha tentato anche l’esperienza in Europa con lo Xerez, per ben due volte, prima nel 2009/2010 e poi 2011. Nel 2012 firma con il Douglas Haig, formazione della Primera B Nacional. Il 25 maggio 2016 sale agli onori della cronaca per un tremendo infortunio nella sfida contro il Tigre. Alejandro Cabral, compagno di squadra, cadde sulla gamba sinistra di Gioda, già operata in passato, provocandogli la rottura della caviglia e dei legamenti del ginocchio.
Era una delle tante stelle finlandesi apparse nelle varie edizioni di Football Manager. Mika Aaritalo era straordinario. Una attaccante letale che risolveva partite in campionato e in Europa. Nella realtà ha giocato nel TPS, nell’Aston Villa (in realtà senza mai debuttare) e poi è tornato al TPS. Lì è diventato un’autentica bandiera del club finlandese: nove anni, 202 presenze e 50 gol. Nel 2014 passa all’Holstein Kiel, l’anno dopo al Lahti e ora gioca nel KuPS
Mascio è un centrocampista brasiliano nato in Italia e convocabile per entrambe le nazionali. Classe 1991, giocava nella Cisco Roma ed era un regista perfetto. Grande senso della posizione, piede fatato e chirurgico su punizioni e rigori, capace di andare in doppia cifra da fermo ogni stagione. Velocità discreta per il ruolo, a inizio carriera a Football Manager 2009 costava poco più di duecentomila euro, un affarone. C’era solo un piccolo problema: Mascio non è mai esistito. Non era un regen offerto dal computer in corso d’opera, Mascio si poteva trovare nella prima versione di FM09 ed era un portentoso fenomeno.
Leggenda narra che il giocatore venne inventato da un ricercatore italiano per “vendicarsi” del fatto che anni prima il suo database non venne scelto per far parte di CM 01/02. La storia fece il giro dei forum con grande clamore, la SI rimosse tutto con la patch 9.3, qualcuno s’inventò addirittura la faccia per Mascio da inserire nei facepack, altri provarono a fare dei confronti con la carriera di Claudio de Sousa, vero attaccante con un passato nella Lodigiani, insomma, il mondo di FM impazzì.
Il Maradona di Football Manager, lo Zola più conosciuto dei videogiochi manageriali.
Tonton Zola Moukoko è stato il primo amore di molti giocatori di FM. Championship Manager 2001 partorì questa creatura svedese ma con passaporto ghanese, anche se in realtà era congolese, nelle giovanili del Derby County. Centrocampista centrale dotato di tecnica e qualità, Zola Moukoko veniva via con nemmeno un milione delle vecchie lire, concorrenza permettendo. Assist, creatività, gol e presenza costante in mezzo al campo. Troppo triste pensare che Moukoko giochi nel Lidingo, quarta serie svedese, ma comunque sul web si trovano omaggi di vario genere al vecchio Tonton.
Nota di merito per Evandro Roncatto, Benjamin Onwuachi, Mario Rebecchi e Nicolas Millan. Anche loro entrati nella storia di Football Manager e sfortunati nella realtà…ma questa è un’altra storia….